Dipendenza da Internet: aspetti teorici e un contributo di ricerca
Il continuum ossessivo-impulsivo-compulsivo nelle dipendenze
Chi soffre di una dipendenza si serve di un uso rigido e reiterato della dissociazione, nel tentativo disperato di calarsi in una condizione di isolamento del Sé, uno stato alterato della coscienza, per far fronte ad un deficit di regolazione degli stati affettivi, per mezzo di una forma perversa di regolarità, di ordine che diventa ben presto uno stile di vita.
Steiner (1993) è stato il primo a chiamare queste esperienze di isolamento del Sé dalla realtà “rifugi della mente”.
È evidente che le caratteristiche peculiari delle attuali tecnologie informatiche, in particolare il controllo onnipotente che il soggetto ha sullo strumento e le possibilità apparentemente illimitate di interazioni che esso fornisce, possono rappresentare un
supporto importante per il ritiro nei rifugi della mente, evocando stimoli sensoriali e stati del Sé alternativi alle espressioni ordinarie della coscienza. Il sollievo che si ricava col ritirarsi temporaneamente nei rifugi della mente non è necessariamente patologico, e può essere messo al servizio dell’Io, per proteggerlo da tutte quelle sensazioni, emozioni dolorose che derivano dalle relazioni interpersonali e dal rapporto con la realtà, ma quando, invece, il ritiro della mente tende alla reiterazione eccessiva, esso comporta il rischio della coazione all’isolamento, alla distorsione del senso del Sé e delle relazioni con gli altri, fino alla perdita del contatto vitale con la realtà, a favore di varie forme di dipendenza patologica (Schimmenti, 2008; Schimmenti & Caretti, 2010).
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Dipendenza da Internet: aspetti teorici e un contributo di ricerca
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Informazioni tesi
Autore: | Milena Conti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | UKE - Università Kore di Enna |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Adriano Schimmenti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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