Saturday, Ian McEwan: un'analisi. Cosa vuol dire essere un uomo nel XXI Secolo
Il contesto politico e sociale
Comprendere il contesto politico e sociale di Saturday è fondamentale per trovare una chiave di accesso per la comprensione dell’intero romanzo.
Ian McEwan nasce il 21 giugno del 1948 ad Aldershot, nella zona dell’Hampshire in Inghilterra e diviene presto autore di successo e fama internazionale, guadagnandosi fin dagli anni Settanta una posizione privilegiata tanto da essere annoverato tra i migliori scrittori di fine secolo.
Egli fa parte di una nuova generazione di scrittori che rielaborano e riformulano il concetto di funzione etica della scrittura, ponendo al centro le ansie e le pressioni del loro tempo, con un nuovo modo di affrontare i problemi sociali e politici dell’Inghilterra di fine secolo. McEwan appare perciò totalmente immerso, sin dai primi romanzi, nelle questioni politiche e sociali della propria epoca, trattando però le problematiche da un singolare sguardo e con approccio inconsueto e innovativo. I cambiamenti sociali e politici vissuti in prima persona influenzano certamente la sua creatività letteraria, portandolo però non a esiti estremistici nelle tecniche narrative come scrittori quali Salmon Rushdie e Angela Cartier, ma a una rivalutazione soprattutto del concetto di letteratura stessa.
Annoverare McEwan tra gli autori del romanzo incentrato sulla crisi postcoloniale inglese degli ultimi decenni del Novecento è probabilmente una definizione troppo stretta, in quanto il problema della politica si unisce sempre al problema della morale ed è quindi opportuno avere uno sguardo più ampio che va oltre il contesto stesso.
In particolare i suoi primi scritti contengono un elemento politico molto forte, ma questo persiste anche in romanzi più maturi come Saturday.
Egli si avvicina alla «literature of shock», mirata allo scuotere le coscienze di individui che vivono in una società sempre più complessa e problematica, trattando temi quali incesto, abuso sessuale, sadismo e masochismo (Dobrogoszcz: 15).
Emerge infatti nel panorama letterario inglese con la pubblicazione di una raccolta di racconti brevi intitolata First Love, Last Rites (1975) per la quale riceve il significativo soprannome di Ian Macabre. E’ affascinato dalla morte, incesto e perversione e, come afferma lo studioso Jack Slay, la sua «literature of shock» è caratterizzata da «a consciuous desire to repel and to discomfit the reader» (Slay: 10). Sempre per Slay avviene nella scrittura di McEwan il passaggio dall’essere un «horror writer» al diventare un «cartographer of the contemporary», per cui si concentra progressivamente sull’indagine della psicologia dei personaggi che è inevitabilmente legata alla prospettiva della sfera pubblica, sociale e civile in cui vivono.
I successivi testi quali The Child in time (1987), The Innocent (1990), Black Dogs (1992), Amsterdam (1998), testimoniano la volontà di rappresentare l’individuo indissolubilmente legato alle questioni sociali e politiche trattando nuovi temi quali guerra, terrorismo e inquinamento globale. Le vicende politiche sono centrali in alcuni romanzi come The child in Time, che è una chiara denuncia del conservatorismo britannico e della dominante ideologia politica britannica degli anni Ottanta, ma appaiono fortemente anche in The Innocent, che è una ricostruzione della società e le sue problematiche nella Berlino degli anni Cinquanta immersa nella guerra fredda. Gli ultimi testi degli anni Ottanta rivelano una prospettiva sempre più anacronistica e un’assenza della problematica sociale verso cui i suoi testi si stanno direzionando, ma in realtà anche opere più recenti, come Saturday e Solar, manifestano un’interpretazione, anche se spesso sottointesa, della società britannica e dei suoi più recenti cambiamenti.
In Saturday le vicende che coinvolgono il protagonista manifestano un immediato, e forse inevitabile, richiamo alla politica sin dalle prime pagine del libro. Il romanzo è infatti ambientato a Londra, a due anni di distanza dall’attacco terroristico dell’Undici Settembre, evento di portata globale che ha innegabilmente mutato la mentalità collettiva dell’Occidente. McEwan sceglie così di avvicinarsi a un evento traumatico di grandissima portata, analizzandolo però, e introducendolo sin dalle prime pagine, in una chiave nuova in quanto l’angoscia psicologica e le ansie collettive vengono filtrate da una scala globale a una scala ridotta.
Ciò che più interessa allo scrittore è infatti osservare come lo sconvolgimento politico entri, quasi sottovoce e in punta di piedi, nelle vite di pochi personaggi inglesi cui reale coinvolgimento con l’evento dell’Undici Settembre è ristretto e confinato al livello di semplici spettatori.
Il sabato di Perowne non è un sabato qualunque: è il 15 febbraio del 2003, giorno in cui migliaia di cittadini inglesi si riuniscono per marciare contro la decisione delle autorità inglesi di supportare gli Usa nella guerra di terrore contro l’Iraq. I personaggi non vivono quindi in prima persona gli avvenimenti, ma la situazione politica è sempre presente sullo sfondo, in televisione, nelle strade o nel mezzo di una conversazione domestica. McEwan vuole perciò chiaramente creare una connessione immediata tra vita privata ed evento pubblico.
Perowne è, nell’incipit del romanzo, sveglio ad un insolito orario e, quasi protetto dalle mura della sua bella casa, osserva dalla finestra la città con l’imperturbabilità autoritaria di un dio:
They cross towards the far corner of the square, and with his advantage oh height and his curious mood, he not only watches them, but watches over them, supervising their progress with the remote possessiveness of a god. (McEwan: 13)
L’elemento politico tocca l’individuo in una nuova dimensione, non a livello fisico e percettibile, ma indiretto e subconscio.
Perowne non riesce a comprendere ciò che vede nel cielo e prova a formulare ipotesi credibili per spiegare quell’insolito fuoco. Se fosse una meteora, pensa, dovrebbe infatti muoversi a una velocità molto più elevata.
Dopo aver ascoltato il suono acuto di uno schianto si convince che si tratta di un aereo. Quella visione dapprima scambiata per un sogno si trasforma presto in un incubo: «why wake her into this nightmare?» afferma, riferendosi alla moglie (McEwan: 15).
E’ allora inevitabile per Perowne l’associazione tra quella vista e le immagini degli aeroplani schiantati sulle Torri Gemelle viste in tv. E’ un’associazione immediata e spontanea, sintomo che il trauma pubblico e collettivo è diventato parte integrante della vita quotidiana del singolo. Lo stesso Henry immagina nella sua mente, con la ricostruzione dettagliata della scena, il ripetersi di quel tragico evento costatando che da allora la vista anche innocua di qualsiasi velivolo produce un’associazione inedita, «at which time there gathered round the innocent silhouette of any jet plane a novel association», perché «everyone agrees, airliners look different in the sky these days, predatory or doomed» (McEwan: 24).
La riflessione di Perowne va, per molti aspetti, oltre, spingendosi a trattare del ruolo del sé, e piu generalmente dell’uomo contemporaneo, di fronte agli eventi politici.
La catastrofe è imminente ma non tangibile, risiede nell’immaginazione e nella mente, e forse per questo è ancora più cruenta. E’ la società infatti in cui l’orrore c’è ma non si vede, in cui la catastrofe è «observed from a safe distance», il che ci costringe ad assistere alla morte su larga scala ma senza vedere nessuno che muore, per cui l’incubo non si concretizza sul piano della realtà ma vive solo a livello immaginativo. Nel romanzo si legge:
That is the other familiar element: the horror of what he can’t see. Catastrophe observed from a safe distance. Watching death on a large scale, but seeing no one die. No blood, no screams, no human figures at all, and into this emptiness, the obliging imagination set free. (McEwan: 16)
E’ dunque questa prospettiva distanziata che porta allo spavento ma allo stesso tempo a un atteggiamento lucido e calmo. La fredda attitudine dell’uomo contemporaneo, costretto a partecipare agli eventi a distanza e con un coinvolgimento sempre più indiretto, è il risultato di ciò che Deridda descrive come frutto di una ripetizione di immagini televisive che creano una sorta di «neutralizing, deadling, distancing of traumatism» (Deridda: 204).
E’ dunque un trauma nuovo, sia come concetto in sé sia come modo in cui è percepito.
Il nuovo terrorismo, definito da Baudrillard il gemello cattivo della globalizzazione, è infatti un tipo di violenza molto più letale e simbolico che si manifesta non più fisicamente ma a livello della coscienza, costringendoci a immaginare costantemente che la minaccia del peggio deve ancora venire.
Perowne cerca poi di raccogliere informazioni sull’evento per accertarsi che non assuma dimensioni catastrofiche.
Lui e il figlio Theo accendono la televisione, il medium senza il quale nella società contemporanea la catastrofe non avrebbe ragione di esistere, e non vedendo alcuna notizia riguardante lo schianto dell’aereo, deducono che resta per ora un evento soggettivo e non attendibile: […]
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Informazioni tesi
Autore: | Isabella Lustrati |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Giovanni Luciani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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