La Gestione del Rischio attraverso i CDS
Il Contesto e lo sviluppo dei CDS
I CDS nati nel 1993, si affermarono lentamente principalmente per due ragioni, la scarsa standardizzazione del prodotto e la mancanza di regole universalmente condivise.
Tuttavia, in seguito grazie ad interventi mirati da parte delle principali istituzioni coinvolte, il panorama di incertezza si trasformò in campo fertile per la crescita del prodotto CDS sul mercato. Attualmente, i CDS sono il derivato creditizio più diffuso, ce lo testimoniano i dati dell'ISDA. I dati fanno riferimento a mercati "OTC" (over the counter, mercati non regolamentati), dal momento che ad oggi i CDS vengono trattati soltanto in questo ambito.
I primi anni del nuovo millennio, il CDS fu travolto da un importante tasso di crescita, che raggiunse l'apogeo nel secondo semestre del 2007, crescita dovuta soprattutto allo svincolarsi del CDS in quanto tale dal sottostante di riferimento, assistiamo infatti, alla diffusione imperterrita dei c.d. "naked CDS", letteralmente CDS scoperti. Negli anni di maggiore diffusione "chiunque" acquistava protezione (mediante pagamento di un premio periodico fisso) in virtù del basso costo richiesto dalle compagnie assicurative contro i rischi legati ai CDS, pur non avendo un diretto interesse nei confronti dell'evento assicurato, in sostanza, si scommetteva che una determinata società di riferimento fallisse o che comunque non sarebbe stata in grado di onorare i propri debiti a breve. Ovviamente la causa di un tale proliferare va ricercata anche nel contesto normativo prima e storico poi, quest'ultimo caratterizzato da bassi tassi di default sul debito di società private. Sono pochi infatti, gli operatori privati che falliscono nel triennio 2004-2007 e quelli che lo fanno, non suscitano un clamore eccessivo. Motivo per cui assistiamo ad una compressione degli spread sul credito che giustificano l'impennata nella domanda di CDS. A fronte di spread bassissimi (intesi come premio periodico che grava in capo all'acquirente di protezione), costava poco agli investitori assicurare i propri titoli , mentre gli assicuratori (venditori di protezione) consci di quanto fosse remota l'ipotesi di fallimento, stipulavano contratti assicurando nozionali che andavano al di là di ogni possibilità di copertura.
Per avvalorare la tesi sopra proposta, si osservi il triennio 2004-2007, ovvero quello caratterizzato dal maggior tasso di crescita del prodotto CDS, sia anche caratterizzato anche dal minor tasso annuale di default sul debito per le società private.
La domanda di assicurazioni contro i rischi raggiunse il suo picco massimo agli inizi del 2008, ma la rotta presto si invertì, con le prime avvisaglie sui mutui subprime, accompagnate dalla scomparsa della "Bear Stearns". Il mercato cominciò ad avere paura ed inevitabilmente gli spread di credito si allargarono invertendo la tendenza alla compressione. Quello che inizialmente sembrava un problema circoscritto al solo caso USA, si estese rapidamente ad altri segmenti dei mercati del credito e ai mercati finanziari più in generale, al punto da pregiudicare seriamente il funzionamento di ampie parti del sistema finanziario. Questo è quanto emerge anche dalla 78a Relazione annuale della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali).
Questo brano è tratto dalla tesi:
La Gestione del Rischio attraverso i CDS
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Caloia |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Fabrizio Cacciafesta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 60 |
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