Il paniere dei beni in Italia: come variano i gusti di una popolazione

Oggi si definisce la dieta degli italiani un “politeismo alimentare”, le scelte sui consumi sono soggettive, eterogenee, mutevoli, tendenzialmente più equo-sociali ed eco-responsabili. Gli italiani si differenziano gli uni dagli altri seguendo una moltitudine di combinazioni di prodotti soggettive relative alle proprie diete alimentari.
La crisi del 2008 ha fatto si che si rafforzasse questo comportamento. Ne diviene così un rapporto con il cibo che può essere descritto come un’espressione dell’“io che decide” e che a partire dalle proprie preferenze, abitudini, aspettative e delle risorse di cui dispone, definisce il contenuto del carrello e della tavola.

Le persone si aprono al consumismo, riuscendo a fare uso di qualsiasi bene, senza tabù e generando combinazioni soggettive. Questa maggiore consapevolezza nelle scelte spinge i consumatori verso i beni che riescono a soddisfare i propri gusti senza tralasciare la qualità. Si sviluppa così la tendenza alla ricerca dei beni desiderati al miglior prezzo possibile, tenendo in considerazione il vincolo reddituale.
Altre caratteristiche fondamentali per il consumatore di oggi sono la rapidità e facilità di utilizzo e la durata del prodotto. Vengono così definiti dei prodotti-sentinella, ovvero dei beni per i quali il loro acquisto regolare connota in modo molto netto il rapporto degli acquirenti con il cibo e con le loro modalità di acquisto. Sono un esempio di prodotti-sentinella i surgelati e lo scatolame.

L’attenzione del consumatore allarga la propria visuale, non ci si focalizza più solamente sul prodotto stesso, ma esso stesso viene integrato nel suo contesto, dalla produzione al post-vendita, come ad esempio che impatto ha la produzione e distribuzione di un determinato bene sulla vita delle persone e sull’ambiente.
Prende sempre più piede il cosiddetto “salutismo”, ovvero la ricerca di consumo di cibi ritenuti sani, come frutta e verdura, a discapito di carne e pesce. Nel 2018 il settore “salutista” aumenta di un’ulteriore 2,3%, dopo la crescita del 5% nell’anno precedente.
Prendono campo alcune ideologie alimentari come l’esser vegetariani o vegani e si innalzano costantemente le vendite di prodotti “senza”, ovvero quei beni a cui non vengono aggiunti ingredienti non ritenuti salutari per la propria salute, ne sono un esempio i “senza coloranti”, i “senza conservanti” ed i “senza zuccheri aggiunti”.

Nonostante l’affermarsi di queste tendenze, il consumatore italiano è propenso spesso a togliersi qualche “sfizio”. Ecco così che diventa irresistibile la tendenza a mangiare fuori casa, poiché il ristorante, diversamente dai consumi in casa, rappresenta un’occasione per trasgredire ed evadere dalle regole alimentari salutiste, mangiando ciò che piace.