Network strategies: modelli di aggregazione della cooperazione sociale nel quadro delle nuove politiche di welfare. Analisi comparata di due modelli regionali

Molto spesso la piccola dimensione aziendale genera problemi riguardo alle pressioni originate dal mercato, ciò aumenta con l’accrescere della competitività e del numero di aziende che agiscono nello stesso settore produttivo. I problemi riguardano varie tematiche e svariano dall’impossibilità di raggiungere economie di scala alle difficoltà di accesso al credito, dalla scarsa patrimonializzazione alla complessità di compiere investimenti in beni immobili, etc. Tutti questi problemi, correlati fra loro, portano alla difficoltà della singola azienda di rispondere a quelle che sono le sfide proposte dal mercato, col rischio della sua eliminazione dallo stesso. Come reagire a queste difficoltà? Due differenti strategie cercano di rispondere a questo problema: una è la strategia di dimensionamento della singola azienda e l’altra è la strategia dell’aggregazione interaziendale. In tema di cooperative le due strategie si associano a due diversi approcci al movimento cooperativo che fanno capo a due ideologie di riferimento, dominanti nel nostro ‘900. Se infatti parliamo della strategia di dimensionamento, questa sembra essere la strada preferita della centrale cooperativa di ispirazione socialista Legacoop, viceversa la strada della aggregazione interaziendale, e nella fattispecie del consorzio, sembra essere la soluzione prospettata dalla centrale cooperativa di matrice cattolica Confcooperative: quest’ultima è la prospettiva che abbiamo deciso di analizzare. Centrando l’argomento sul particolare settore delle cooperative sociali è opportuno notare come, il dimensionamento alle volte, in ragione del particolare oggetto a forte valenza sociale e relazionale insito nel dna delle cooperative sociali, sia da considerare addirittura disfunzionale e quindi sia preferibile optare per una strategia di aggregazione interaziendale.