I frammenti papillari sulla scena criminis: identità dactiloscopica e valenza probatoria
Il confronto dattiloscopico
L’attività di comparazione dattiloscopica può scaturire da diverse situazioni: dare il nome ad un cadavere sconosciuto, attribuire i trascorsi ad un recidivo, raffrontare le tracce rinvenute sulla scena del crimine con le impronte sulle schede segnaletiche.
Quando si evidenziano tracce papillari sulla scena di un delitto, i confronti dattiloscopici possono essere eseguiti per scopi diversi:
⁃ per esclusione, ovvero per verificare se si tratta delle impronte della vittima del reato o di chi, per diversi motivi, si è trovato sul locus commissi delicti (operatori sanitari, forze dell’ordine, first responder…);
⁃ per sospetto, riguarda le impronte delle eventuali persone sottoposte ad indagine. Le impronte potrebbero essere già presenti in A.P.F.I.S. poiché già fotosegnalati in precedenza ovvero acquisite proprio in virtù del procedimento penale in corso.
⁃ di iniziativa, ovvero qualora la traccia papillare sia anonima, non appartenga, a chi per vario titolo è venuto in contatto con il luogo in esame, o agli eventuali soggetti sottoposti ad indagine. In questo caso il confronto si avrà con le migliaia di impronte presenti nel Casellario Centrale di Identità attraverso l’APFIS.
Posto che il frammento inserito presenti tutte le caratteristiche di qualità indispensabili per i confronti, quando si agisce di iniziativa, l’inserimento in APFIS non sempre fornisce un riscontro di attribuzione dattiloscopica.
L’esame della paternità dell’impronta non si esaurisce, però, nella semplice ricerca tra i cartellini acquisiti con la dattiloscopia preventiva: il sistema verificherà la corrispondenza della traccia con altri frammenti papillari memorizzati come irrisolti, così da accertare eventuali serialità.
Dal punto di vista pratico, l’attività di confronto, dunque, si compone di due fasi: una fase preliminare generale, per analizzare i caratteri morfologici dei rilevi, ed una particolare, basata sul riscontro e conteggio delle minuzie.
Il confronto dattiloscopico può portare a due conclusioni, ovvero la non corrispondenza tra traccia ed impronta nota con conseguente esito negativo o la corrispondenza tra le suddette con esito positivo e quindi con il giudizio di identità.
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I frammenti papillari sulla scena criminis: identità dactiloscopica e valenza probatoria
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandra Santangelo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2022-23 |
Università: | Università degli Studi Guglielmo Marconi |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze dei servizi giuridici |
Relatore: | Marzia Rossi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 77 |
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