Il problema del vantaggio competitivo nei terminal portuali

Un terminal portuale oggi è diventato un sito complesso dove si realizza una fase importante di conversione modale del trasporto e dove opera una molteplicità di soggetti pubblici e privati che concorrono alla progettazione delle attività e dei servizi rivolti alle merci, ai passeggeri e agli operatori, ciascuno con proprie competenze, funzioni e responsabilità. A livello nazionale, gli scali movimentano circa 500 milioni di tonnellate di merce generanti circa 20 MLD di euro che contribuiscono direttamente alla formazione del Pil complessivo italiano. I porti, comprese le funzioni indotte, occupano circa 100.000 unità di lavoro e producono un fatturato pari a 18 MLD di euro l'anno. Da questi dati emerge, come il sistema portuale sia un elemento di business anche per le Istituzioni, ma non si sottolinea il fatto che questi risultati potrebbero essere anche triplicati in pochissimo tempo, risolvendo le problematiche presenti all'interno dei sistemi portuali nazionali che analizzeremo a breve. Per questo motivo è auspicabile che il Governo adotti misure incentivanti gli investimenti, da parte di imprese ed Enti pubblici, nell'utilizzo di nuove tecnologie, nello sviluppo della logistica, nella formazione del personale e nei sistemi di gestione informatici, in modo tale da garantire uno sviluppo ottimale della competitività dei terminal, visto che la “gestione ottima” degli scali nazionali è ancora un traguardo abbastanza lontano, ma che può essere raggiunto anche in tempi relativamente brevi. er ottenere questo risultato nel più breve tempo possibile, occorre effettuare interventi rapidi in alcuni campi particolari ma soprattutto cercare di organizzare e coordinare il sistema porto, in modo da coinvolgere tutti i soggetti interessati al fine di costruire un sistema comunicativo complesso e ben articolato che garantisca una gestione migliore di quella attuale.