Peter Greenaway. Il cinema: arte della visione
Il cinema come wunderkammer ad alta definizione
A partire dagli anni '90 il già presente gusto barocco ha modo di valersi degli apporti delle nuove tecnologie di manipolazione elettronica dell'immagine, andando a dar vita ad un'amplificazione ancora maggiore degli stilemi caratteristici del cinema di Greenaway.
Le pellicole girate d'ora in poi sono talmente sofisticate da rendere evidente un salto rispetto agli anni '80: la composizione filmica è ancora più complessa, vengono creati degli universi immaginari la cui cosmografia è contrassegnata da continui giochi di specchi e metafore, in cui non si distinguono più realtà e artificio, passato e presente. L'alchimia è compiuta.
"I film risultano stratificati in livelli di significazione così articolati che le interpretazioni di un singolo aspetto si trasformano in riletture cinematografiche, teatrali, pittoriche".
Si respira nell'opera di Greenaway un'aria neo-barocca ormai compiuta. Maestose costruzioni organiche e complesse con livelli interpretativi e vie da percorrere praticamente infiniti, accostamenti impensabili, metafore sorprendenti, gusto per il bizzarro e il meraviglioso, propensione per l'eccesso, tendenza alle strutture numeriche e ripetitive, passione enciclopedica e catalogatrice, una vivace e vivida visionarietà e un inclinazione per l'idea di "spettacolo in se stesso". Considerando l'insieme di caratteri del Barocco individuati da Luciano Anceschi è possibile individuare una certa corrispondenza con la poetica greenawayana e con le wunderkammer, le "camere delle meraviglia", dispiegate dai suoi film.
L'evoluzione del cinema di Greenaway nel senso appena delineato va di pari passo con la sfiducia del regista nei confronti del cinema. Sfiducia, questa, che porta il cineasta a considerare che "il cinema è stanco e ha bisogno di nuova estetica e di una nuova tecnologia"; è tempo di combattere questa atrofia del grande schermo utilizzando gli apporti della manipolazione della manipolazione video e della computer graphic, cercando di rivitalizzare la settima arte, in questa maniera sia la creazione che la fruizione cinematografica potranno "diventare davvero molto eccitanti".
Come ripete spesso Peter Greenaway, "il cinema non è ancora arrivato a fare quello che il Cubismo ha fatto con la pittura" e le nuove opportunità offerte dalla tecnologia sono un modo ideale per dargli una spinta verso nuove soluzioni.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Peter Greenaway. Il cinema: arte della visione
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Informazioni tesi
Autore: | Gabriele Gatto |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Claudio Bisoni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 54 |
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