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Il fenomeno dell'Eco-mafia e l'analisi della fattispecie all'art.452 quaterdecies c.p. ''attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti''

Il CER: catalogo europeo dei rifiuti

Tutti i rifiuti – innanzitutto – sono contenuti in un catalogo europeo dei rifiuti, il c.d CER, introdotto con la direttiva 75/442/CEE. Questo catalogo è stato poi riprodotto nell'Allegato D alla parte quarta del D.lgs n°152/2006 (T.U ambiente). Il CER svolge una funzione fondamentale, in quanto permette di individuare come deve avvenire correttamente la gestione dei rifiuti nell'intero ciclo.

I rifiuti – in base a questo catalogo – devono essere identificati da un determinato codice identificativo a sei cifre (codice CER):
• i primi due numeri del codice CER si riferiscono alla fonte di provenienza del rifiuto. Quindi, in primis è necessario determinare esattamente il ciclo produttivo di provenienza del rifiuto. Ad esempio, 04 “Rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce e dell'industria tessile”;
• gli altri quattro numeri del codice CER si riferiscono alla tipologia di rifiuto. In particolare, è necessario conoscere le materie prime che lo compongono. Ad esempio, 04 01 04 “liquido di concia contenente cromo”63.

Laddove il codice è accompagnato da un asterisco finale, si tratta di un “rifiuto pericoloso” ed esso non necessita di nessun'altra valutazione. Ad esempio, CER 08 03 17* che identifica le cartucce toner per stampanti. L'onere di classificare correttamente il rifiuto – come pericoloso o meno – spetta al produttore sulla base delle Linee guida redatte dal Sistema nazionale per la protezione e la ricerca ambientale64. Può succedere – tra l'altro – che alcuni rifiuti vengano contrassegnati dai “codici a specchio”: sono codici che presentano una componente del codice non asteriscata (non pericolosa) ed una componente del codice asteriscata (pericolosa). Per quanto concerne i rifiuti con codice a specchio, ci sono state alcune sentenze a riguardo. Secondo la Corte di Giustizia dell'UE del marzo 201965, per la classificazione come rifiuto pericoloso o meno, il produttore deve raccogliere tutte le informazioni circa il rifiuto mediante i c.d “Metodi di prova”66, che devono essere scientificamente affidabili: ad esempio, le schede di sicurezza delle materie impiegate nel ciclo produttivo, il parere degli esperti, consultazione della tabella delle classi di pericolo dei rifiuti HP prevista nel TUA, analisi chimica presso un laboratorio accreditato etc. Qualora non fosse possibile determinare – nella pratica – la presenza di sostanze pericolose, il rifiuto dovrà essere classificato come pericoloso in base al principio di precauzione67. L'appartenenza di un rifiuto all'una o all'altra categoria è rilevante – infatti – il produttore/detentore ha sicuramente interesse affinchè il rifiuto venga catalogato come non pericoloso, dato che ciò comporta minori costi di gestione (per esempio, in materia di imballaggi ed etichette ed in materia di smaltimento).




63 RUGA RIVA C., Diritto penale dell'ambiente. Parte generale: Principi, beni e tecniche di tutela. Parte speciale: Reati contenuti nel d. lgs. n.152/2006 e nel codice penale. Quarta edizione. Giappichelli Editore, 2021
64 di cui art.184, comma 5 TUA “Classificazione”
65 CGUE, Sez. X, 28 marzo 2019, sent. C-487/17 a C-489/17, in Studiolegalezuco.it
66 di cui all'Allegato III, Direttiva 2008/98
67 CGUE, Sez. X, 28 marzo 2019, sent. C-487/17 a C-489/17.
Il concetto del principio di precauzione – delineato nell'articolo 191 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (UE) – ha l'obiettivo di assicurare un elevato grado di tutela dell'ambiente attraverso misure preventive di fronte a rischi identificati. La Commissione europea sostiene che il ricorso al principio di precauzione è giustificato quando un prodotto è identificato come potenzialmente pericoloso attraverso una valutazione scientifica oggettiva

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il fenomeno dell'Eco-mafia e l'analisi della fattispecie all'art.452 quaterdecies c.p. ''attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti''

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Giulia Di Febo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2023-24
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dei servizi giuridici
  Relatore: GIOVANNI DE SANTIS
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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Parole chiave

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diritto penale
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