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Economia circolare: un modello che concilia benefici economici e gestione responsabile delle risorse. Il caso Uptitude

Il caso Uptitude: limiti e opportunità del modello circolare

Come riportato nel paragrafo precedente l’upcycling è un processo di cui molte imprese si avvalgono nel momento in cui vogliono avvicinarsi all’economia circolare e godere dei suoi benefici accettando, d’altra parte, i rischi e le sfide che ne derivano. Ed è proprio questo il modello che Ermanno Zanella e Filippo Irdi hanno preso in considerazione quando, nel 2014, hanno deciso di fondare Uptitude, un’impresa in grado di trasformare vecchi sci e tavole da snowboard destinati alla discarica in occhiali da sole sostenibili e dal design unico. Come infatti, fa notare il co-founder Filippo Irdi già il nome dell’impresa richiama il concetto del “recupero migliorativo” in quanto nasce dalla fusione della parola “upcycling” con la parola “attitude”.
Per l’analisi del caso è stata rivolta un’intervista a Filippo Irdi e grazie ad essa è stato possibile indagare il mondo che si nasconde dietro agli occhiali da sole in grado di dare una seconda vita a tavole da snowboard e sci.

L’idea
Come racconta Filippo nell’intervista, l’idea di fondare Uptitude è nata dal desiderio di Ermanno, designer trentino laureato all'Università di Bolzano, di acquistare un paio di occhiali di legno che però erano eccessivamente costosi. Ed è proprio ciò che lo ha spinto a cercare un modo alternativo per ottenerli ovvero produrli partendo dalle tavole da snowboard che invadevano il suo garage e che da anni erano inutilizzate ma di cui, in quanto grande appassionato di sport invernali, non riusciva a separarsi. È così che i due ragazzi hanno iniziato a realizzare in maniera pressoché artigianale gli occhiali, i quali non sono piaciuti solo a loro ma anche ai loro amici e conoscenti che, non solo hanno iniziato ad acquistarli ma hanno anche contribuito a far conoscere questo progetto particolare tanto che, nel giro di poco tempo, un numero sempre maggiore di persone ha iniziato a portare a Ermanno e Filippo le proprie vecchie tavole da snowboard affinché venissero trasformate in occhiali. Successivamente, facendosi ispirare da Warby Parker, un rivenditore online americano di occhiali da vista e da sole, i due ragazzi si sono convinti a iniziare a vendere i propri prodotti online direttamente al consumatore in una logica business to consumer e hanno avviato la propria attività.

Dall’approvvigionamento alla vendita
L’attività di Uptitude coinvolge diverse fasi che vanno dall’approvvigionamento delle materie prime alla vendita del prodotto finale al consumatore le quali richiamano vari principi su cui si fonda l’economia circolare.

1. Approvvigionamento delle materie prime: il modello di business a cui si avvicina l’attività di Uptitude è quello del “recupero e riciclo” ampliamente descritto nel secondo capitolo. L’azienda infatti si impegna a ritirare un prodotto giunto alla fine di un ciclo di vita per reimpiegarlo nuovamente inserendolo in un processo produttivo. Come riportato precedentemente questo modello di business è circolare in quanto promuove il ritorno dei flussi di risorse e trasforma potenziali rifiuti come sci e tavole da snowboard dismessi in prodotti di valore come occhiali da sole. Infatti uno dei caratteri distintivi dell’attività di Uptitude consiste nel fatto di non avvalersi di materie prime vergini, in questo caso il legno che è una risorsa sempre più scarsa, ma delle cosiddette materie prime seconde che provengono dal riciclo di tavole da snowboard e sci e che consentono quindi all’impresa di dipendere sempre meno dalla disponibilità di risorse sempre più limitate. L’attività di Uptitude quindi cerca di sfruttare le potenzialità dei cicli a cascata, descritti nel secondo capitolo, per ottenere valore passando attraverso l’uso dei materiali scartati provenienti da sci e tavole da snowboard, il cui costo è inferiore a quello del materiale vergine.
Per quanto riguarda l’origine delle materie prime seconde, Filippo nell’intervista spiega che inizialmente esse provenivano dai loro amici e conoscenti che portavano nella loro officina tavole da snowboard o sci che non potevano più utilizzare per l’attività sportiva. Successivamente i due ragazzi si sono resi conto che esse non bastavano per supportare la loro produzione, anche perché non tutte andavano bene al fine di poter essere trasformare in occhiali. Questo è stato il loro primo grande problema che sono però riusciti a risolvere rivolgendosi a scuole o noleggi che erano sempre lieti di regalare le loro vecchie tavole in quanto per loro rappresentava un grosso impegno e costo smaltirle. Più tardi, continua Filippo, sono riusciti a creare una partnership con Burton, grande azienda leader nell’ambito dello snowboard, che ha iniziato a fornire il materiale necessario alla produzione e grazie ad essa Uptitude non ha più avuto problemi di approvvigionamento. Da questa testimonianza di Filippo emerge l’importanza, all’interno del modello circolare, dell’attività di raccolta e dell’implementazione della reverse logistics, attività fondamentali affinché l’impresa possa ottenere le risorse di cui ha bisogno per la produzione.

2. Trasformazione: dopo un’attenta progettazione del prodotto, spiega Filippo, si procede con l’intaglio delle tavole che viene effettuato tramite frese e trapani che fanno il contrario delle stampanti 3d in quanto, al posto di aggiungere il materiale, lo tolgono. Una volta ottenute le sagome degli occhiali queste vengono estratte e successivamente si procede con le fasi di assemblaggio delle varie parti (aste e montatura) e verniciatura. Per ultimo, ci si occupa dei dettagli e della rifinitura che viene fatta a mano per valorizzare ancora di più il prodotto e per questo, come spiega l’intervistato, ci si avvale anche della collaborazione di artigiani locali.

3. Rifiuti residui: come riporta Filippo nell’intervista, ad oggi la loro attività non è ancora “zero waste” in quanto, nonostante riescano ad impedire che numerose tavole da snowboard siano destinate alla discarica e quindi a evitare enormi quantità di sprechi, generano a loro volta degli scarti. Ciò rappresenta la prova concentra di quanto emerge dallo studio effettuato dal Green economy Observatory (GEO) dello IEFE27 ovvero il fatto che molto spesso il modello ideale dell’economia circolare non riflette la realtà odierna del sistema produttivo e di recupero e valorizzazione degli scarti poiché in molte sue fasi vengono comunque prodotti scarti e rifiuti e si è quindi lontani dalla possibilità di riutilizzare, recuperare o riciclare tutto ciò che viene scartato. Bisogna però sottolineare che questo fatto ha dato la possibilità a Filippo ed Ermanno di pensare a dei modi alternativi di ridurre gli scarti e hanno iniziato a produrre altri oggetti come mensole a forma di snowboard realizzate con le tavole che non possono essere destinate alla produzione di occhiali ma anche portachiavi, espositori per negozi, appendiabiti e cover per smartphone e ciò è la prova concreta che pensare circolare stimola l’innovazione e può portare a nuove idee interessanti.

4. Vendita: Uptitude vende i propri prodotti direttamente al consumatore finale senza avvalersi di intermediari. Questa scelta, racconta Filippo, è stata presa innanzitutto per una questione di convenienza economica e in secondo luogo perché questo tipo di soluzione sembrava loro la più idonea al fine di creare un legame diretto con i clienti e perché meglio permetteva loro di comunicare le caratteristiche circolari dei propri prodotti. Inoltre oggi, grazie alla presenza dei social network e dell’e-commerce, è molto più facile fare conoscere i propri prodotti e il proprio brand e stimolare la curiosità e quindi l’acquisto del cliente.


27 F. Iraldo, I. Buschi, (2015), Economia circolare: principi guida e casi studio, rapporto GEO, osservatorio sulla green economy, IEFE-Bocconi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Economia circolare: un modello che concilia benefici economici e gestione responsabile delle risorse. Il caso Uptitude

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Manieri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Barbara Del Bosco
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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