L'ascesa della donna nello scenario politico italiano
Il "caso Boldrini": il linguaggio d'odio contro la terza Presidente della Camera dei Deputati
Abbiamo introdotto la complessità degli anni Duemila e le novità in ambito digitale e comunicativo che si sono sviluppate durante il primo decennio degli anni Zero. In tale contesto, caratterizzato in particolare dalla presenza dei politici sui social network e da una nuova modalità più diretta e senza filtri di fare comunicazione, si inserisce il "caso Boldrini".
Per capire le origini di questo fenomeno dobbiamo tornare indietro al 2013, quando l'Onorevole Boldrini è salita alla Presidenza della Camera dei deputati. Nonostante un primo fervente convincimento di tutti i suoi colleghi in Parlamento, quando la Presidente visita la comunità ebraica parlando dell'importanza di condannare l'incitamento al razzismo e all'odio razziale sul web, arrivano i primi attacchi da parte di siti che incitano all'odio contro di lei. Se i contenuti dei messaggi fossero stati incentrati sulle argomentazioni trattate nel suo discorso, oggi sicuramente non saremmo qui a parlarne.
Quello che invece accade contro la Boldrini è che i migliaia di messaggi twittati e postati dagli users sono a sfondo sessuale e di minaccia di morte violenta. E non finisce qui: a gennaio 2014, la Presidente usa lo strumento della "ghigliottina" per approvare il decreto Imu-Bankitalia, un testo già votato dal Senato e su cui il governo ha già ottenuto la fiducia della Camera. Come spiega Flavio Alivernini (2019, p. 33), infatti, la Presidente si trova costretta a utilizzare tale strumento per consentire la votazione del provvedimento prima della sua scadenza, che secondo la Costituzione avviene in caso di mancata approvazione entro sessanta giorni dalla sua promulgazione. In quel caso, a quattro ore dalla scadenza del decreto restano iscritti a parlare 164 deputati che vogliono impedire che l'Aula di esprima entro i sessanta giorni: tuttavia, "la minoranza deve poter far valere i suoi diritti, ma non fino a impedire alla maggioranza di esercitare le sue prerogative".
Subito dopo questo evento, viene pubblicato da Beppe Grillo il post "Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?": è l'inizio della gogna mediatica irresponsabile che ha canalizzato l'odio della rete contro un bersaglio comune. Infatti, la gravità di un uso non responsabile dei mezzi comunicativi da parte dei partiti che fanno della comunicazione sul web la loro forza trainante, ha conseguenze tangibili e talvolta preoccupanti: se da un lato il loro scopo è di aumentare seguito e consensi, dall'altro la mobilitazione delle masse attraverso meccanismi di intensificazione e diffusione di odio è pericoloso.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, non fa eccezione al discorso e cavalca l'onda a colpi di post. Cogliendo l'insofferenza comune per temi generali come l'immigrazione, la crisi economica, la gestione di temi rilevanti da parte delle Istituzioni europee, individua il nemico perfetto nei toni più pacati e inclusivi dell'avversaria politica, spavaldamente incurante del ruolo istituzionale di Presidente della Camera ricoperto dalla Boldrini. "In soli cinque mesi, da agosto 2017 a gennaio 2018, Salvini pubblica circa seicento post, oltre la metà dei quali incentrati sugli immigrati. Una buona parte contiene una dedica speciale per Laura Boldrini. Uno sforzo immane per introdurre nell'opinione comune il tarlo che Boldrini sia responsabile dei reati compiuti dai cittadini stranieri e rom, dei disordini nelle città e nei piccoli centri, del degrado nelle periferie, del carente decoro urbano, del crimine organizzato e del terrorismo islamico".
Non solo, oltre all'hate speech un altro mezzo usato per sminuire l'avversario politico è quello delle fake news costruite ad hoc. Anche in questo caso i contenuti impropri sono stati attribuiti falsamente alla Boldrini: "le donne in Italia devono andare in giro con il burqa; va introdotta una tassa sulla carne di maiale; Le case saranno date prima ai rom e agli extracomunitari; Festeggiare il Natale nelle scuole è sbagliato; Un reddito di dignità di seicentotrenta euro ai migranti per rilanciare il sogno di un'Europa multietnica […]".
A novembre 2016, Flavio Alivernini, responsabile dell'Ufficio Stampa di Laura Boldrini, di fronte all'ennesimo post violento contro la Presidente le fa una proposta: quella di pubblicare su Facebook tutti i commenti raccolti con i nomi degli autori ben in vista. Lo fanno il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: è un gesto semplice ma efficace che finalmente mette in discussione l'anonimizzazione dei social dove tutti pensano sia lecito poter scrivere qualsiasi cosa senza alcune conseguenza.
Il 15 gennaio 2019, il tribunale di Savona condanna in primo grado il sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, "per aver linkato sulla sua pagina pubblica di Facebook un articolo e la foto di un ragazzo extracomunitario di origine africana accusato di essere il capo branco dei violentatori di una ragazza polacca avvenuto in Rimini, aggiungeva a commento la frase testuale: «Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini, magari gli mette il sorriso…che ne pensate?», mettendo in tal modo in ridicolo le posizioni espresse dall'On. Laura Boldrini, Presidente della Camera dei deputati, sulla necessità di garantire la tutela ei migranti in fuga dalla guerra, dal terrorismo e dalla povertà per raggiungere l'Europa, ne offendeva la reputazione ed il decoro facendo intendere che, in qualità di donna, oltre che di rappresentante della Camera dei deputati, avrebbe potuto trarre ragioni di piacere dal fatto che un extracomunitario, migrante e violentatore potesse essere collocato presso la sua abitazione agli arresti domiciliari". Come spiega Flavio Alivernini, la condanna del Sindaco leghista ha fatto da spartiacque tra il "Far Web" e la Rete come spazio non esentato dal rispetto della legge perché anche un post di Facebook può costituire reato.
L'ultimo passo della Presidente della Camera su proposta del suo collaboratore è di iniziare a rispondere a tono ai tweet di Matteo Salvini: "Dopo l'ennesima fake news propagandata da Salvini ("Alla Boldrini andava bene l'invasione clandestina incontrollata"), Flavio prende l'account della Presidente e risponde direttamente al leader leghista: «Buongiorno Ministro, sono un collaboratore di Laura Boldrini che ora è impegnata in un incontro con gli studenti e non ha tempo né voglia di stare sempre a rispondere alle sue bufale. Mi ha chiesto solo di domandarle: #MaQuandoLavori». L'hashtag rimane in tendenza per tutto il giorno, Salvini fa la figura di un pugile suonato".
Ciò che maggiormente mi fa riflettere su quanto accaduto alla Presidente Boldrini non è solo quella che Alivernini definisce "un'azione criminale" di sabotaggio mediatico della Presidente da parte del M5S e della Lega, ma anche le ragioni che possano aver contribuito a creare il caso. Tra queste mi domando se sarebbe successo lo stesso se l'On. Boldrini fosse stata un uomo: la mia personale risposta è negativa. Anzi, il fatto che la Boldrini fosse una politica di spicco, che ricoprisse un ruolo apicale, che avesse idee chiare e posizioni nette, che perpetrasse un atteggiamento inclusivo e aperto in un momento di crisi, paura e di chiusura e, soprattutto, il fatto che Laura Boldrini fosse una donna sono state, a mio modesto parere, le ragioni principali dell'accanimento che le è stato mosso contro: un commento negativo in merito a una posizione politica è più che ragionevole, ma che un commento negativo si generi da una violenza verbale che trova senso nella ragione in cui l'oggetto dell'insulto è una donna è tutta un'altra cosa. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'ascesa della donna nello scenario politico italiano
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Informazioni tesi
Autore: | Beatrice Frabollini Aliberti |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master in Gender Studies and Social Change - Studi di genere e gestione del cambiamento sociale |
Anno: | 2020 |
Docente/Relatore: | Ivana Padoan |
Istituito da: | Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 81 |
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