La relazione prenatale e il suo universo musicale
Il canto prenatale
Il canto prenatale è un percorso rivolto ai genitori in attesa, e rappresenta una modalità privilegiata per dare avvio alla relazione circolare precoce, che lega il padre, la madre e il bambino per mezzo della voce. Ha come obiettivo primario quello di rendere i genitori consapevoli che la loro voce struttura il bambino nella sua evoluzione biologica e psicologica.
Il canto prenatale si sviluppa a partire dai concetti teorici della psicofonia intesa come un percorso autosperimentale di armonia fisica e psichica che utilizza a favore della voce parlata e cantata, le corrispondenze tra l’Uomo, i Suoni, i Ritmi e la Parola, creando pazientemente una sintesi personale di conoscenza e di equilibrio (Benassi, 2003). Il ruolo principale della psicofonia, pertanto, è quello di accompagnare l’uomo sonoro a riconoscere attraverso i sensi e l’affettività, l’equilibrio della propria voce, in accordo con il baricentro corporeo, con il ritmo interiore, con le immagini mentali e con le verità personali espresse nella parola.
In questo percorso, la voce, sempre più timbrata e ricca di armonici, diventa il mezzo privilegiato di riconoscimento ed espressione di sé.
Il canto prenatale, inteso come l’applicazione della psicofonia alla gestazione, aiuta i genitori a recuperare le proprie radici bioneuropsicologiche, che permettono loro di comunicare in modo pertinente con il loro bambino.
Il canto ha una struttura tripartita, infatti è composto da ritmo, melodia e parola, e questi tre elementi vengono percepiti dal bambino nello stesso ordine in relazione allo sviluppo delle sue strutture neurosensoriali.
Il ritmo sul quale si struttura l’esistenza umana è il battito cardiaco nella sua alternanza tra sistole e diastole. Il bambino percepisce il ritmo in tutto il corpo, particolarmente nel vestibolo, organo che coordina l’equilibrio, la statica e la dinamica.
Le registrazioni cardiografiche del battito materno in utero mostrano la presenza di due ritmi fondamentali: quello binario e quello ternario, sui quali si costruiscono effettivamente il canto, la musica e la danza.
Il battito cardiaco è il primo motore della pulsione che sta alla base del funzionamento psichico del bambino, e lo inserisce nelle leggi della natura.
La seconda unità sonora percepita in utero è quella del ritmo respiratorio, sulla base del quale si inserisce la melodia della voce materna. La voce materna risuona sul corpo del bambino e viene percepita prima tramite le vie sensoriali, e nella seconda fase di vita intrauterina tramite la coclea. Inoltre, la voce, introduce un concetto importante per lo sviluppo del bambino, quello dell’alternanza tra suono e silenzio; questa bipolarità fa conoscere al bambino il concetto di opposti e la conseguente ricerca di un equilibrio, che lo accompagnerà per tutta la vita. Un altro aspetto molto importante dell’alternanza tra melodia e silenzio, è che promuove nel bambino il desiderio di contatto reiterato con la voce materna, e quindi una ricerca all’interazione continua, così facendo, poiché la melodia è sia espressione degli stati emozionali e neurovegetativi, ma anche espressione della musicalità della lingua madre, la melodia della voce materna colloca il bambino nell’universo della cultura.
Il terzo elemento che contraddistingue il mondo fonico prenatale e che viene percepito dal bambino in utero, è la parola, che nel canto diviene poesia. La parola attraverso la voce della madre è strumento sia endogeno che esogeno, infatti inserisce il bambino nello spazio interiorizzante della voce, ma soprattutto lo porta nella dimensione intersoggettiva dell’incontro con l’altra figura primaria, il padre.
La parola chiama il bambino alla relazione allargata, e se la funzione della voce è prettamente materna, la funzione della parola è paterna. Così si inserisce la figura del padre, che tramite la parola entra all’interno della diade, e porta al bambino la consapevolezza di un mondo esterno, intersoggettivo e relazionale.
Il canto dunque condensa in sé la configurazione dell’universo sonoro prenatale.
Con il loro canto, i genitori propongono al bambino una sintesi armonica, gioiosa ed enfatizzata del ritmo, della melodia, della poesia, gli elementi che strutturano il verbo umano.
Nella trama della prima sinfonia familiare ben caratterizzata dal punto di vista dei toni, degli attacchi, delle intensità, dei silenzi, il bambino cerca due note che si amano, scopre e attende le due voci che lo hanno generato. Se queste si presentano nel canto, il bambino riceve un’impregnazione al Verbo umano della gioia. (Benassi, 2003). [...]
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La relazione prenatale e il suo universo musicale
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Rita Cacciavillani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienza pedagogiche e dell'educazione |
Relatore: | Adriana Antolini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 58 |
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