Gli effetti dell'impegno e del work engagement sulle percezioni e i comportamenti organizzativi: Uno studio condotto con docenti di scuola primaria e superiore
Il burnout degli insegnanti
Nella letteratura sul burnout, molta attenzione è stata dedicata al tema specifico del burnout degli insegnanti (che ci interessano in quanto costituiscono il campione del presente lavoro di ricerca). Secondo Schwab e Iwanicki (1982), i docenti provano esaurimento emotivo quando sentono di non riuscire più a dare ai propri studenti ciò che davano all’inizio della loro carriera. Diventano, quindi, disaffezionati, cioè sviluppano atteggiamenti negativi, cinici e distaccati verso gli studenti, i genitori ed i colleghi. Gli insegnanti, inoltre, percepiscono una riduzione di efficacia nel proprio lavoro quando si rendono conto di non essere più capaci di aiutare gli studenti ad apprendere e quando si sentono demotivati verso tutte le loro responsabilità scolastiche.
Sulla base della letteratura internazionale sul tema del burnout degli insegnanti, Byrne (1999) ha sviluppato un modello generale.
Tralasciando le variabili socio-demografiche (come l’età, il genere, gli anni di esperienza professionale, l’essere sposati o l’avere figli, il tipo di scuola) che, secondo l’autrice, non mostrano risultati stabili e consistenti nelle correlazioni con il burnout, Byrne si concentra su due fattori personali (l’autostima ed il locus of control esterno) ed alcuni fattori organizzativi, quali: il conflitto e l’ambiguità di ruolo; l’eccessivo carico lavorativo; il clima della classe; la possibilità di prendere decisioni; il supporto sociale (da parte dei superiori e dei colleghi). Questi ultimi due fattori organizzativi hanno un effetto sul burnout mediato dall’autostima e dal locus of control esterno.
Riguardo al conflitto di ruolo, questo si verifica quando la persona percepisce pressioni diverse nel suo lavoro, opposte fra loro (Kahn, Wolfe, Quinn, Snoek, & Rosenthal, 1964): nel caso degli insegnanti, per esempio, il conflitto tra qualità e quantità del proprio lavoro, oppure il dover andare incontro alle esigenze di un’intera classe composta da tanti studenti con diversi livelli di abilità ed allo stesso tempo cercare di soddisfare i bisogni di ogni singolo alunno. In questi casi, l’insegnante si trova in una situazione conflittuale perché l’andare incontro ad una di queste pressioni in conflitto significa venir meno nei confronti dell’altra.
Secondo Byrne, il conflitto di ruolo può portare al burnout per gli insegnanti, in particolare ad esaurimento emotivo e disaffezione. Riguardo all’ambiguità di ruolo (Kahn et al., 1964), essa è associata alla mancanza di chiarezza riguardo ai doveri, ai diritti, agli obiettivi, allo status ed alle responsabilità del lavoratore. Nel caso del ruolo di insegnante, Byrne riporta come esempi di ambiguità politiche non chiare riguardo alla condotta degli studenti, cambiamenti di metodi di insegnamento per andare incontro alle linee-guida ministeriali in continuo mutamento, la scarsa stima da parte di studenti, genitori, superiori e colleghi. Questo costrutto è positivamente legato alla componente di ridotta efficacia del burnout (Schwab & Iwanicki, 1982): quindi, il percepire poca chiarezza nel proprio ruolo di docente, porta a percepirsi meno preparati e capaci nello svolgere il proprio lavoro.
L’eccessivo carico di lavoro può essere inteso sia in termini quantitativi che qualitativi (French & Caplan, 1972): dal punto di vista quantitativo, il carico di lavoro è eccessivo per la persona quando questa deve soddisfare troppe richieste in troppo poco tempo; dal punto di vista qualitativo, esso riguarda la complessità del lavoro, che è ritenuto troppo difficile per essere completato in modo soddisfacente. Per gli insegnanti, il carico di lavoro è eccessivo quando devono lavorare in classi con troppi studenti (in cui ognuno di questi ha abilità diverse), oppure quando sono costretti a tenere dei corsi su argomenti per cui non sono sufficientemente preparati. Il carico di lavoro eccessivo produce esaurimento emotivo: porta, quindi, la persona a sentirsi priva di qualsiasi energia psico-fisica.
Un cattivo clima all’interno della classe peggiora l’atteggiamento dei docenti nei confronti dell’insegnamento (Holdaway, 1978). In particolare, Byrne sostiene che i problemi disciplinari degli studenti, la loro apatia, il loro scarso rendimento scolastico, nonché comportamenti aggressivi (dal punto di vista verbale o fisico) da parte degli studenti, aumentano lo stress lavorativo degli insegnanti ed il loro burnout: nello specifico, questo costrutto agisce sull’esaurimento emotivo, favorendolo.
Anche le caratteristiche personali dei docenti possono influenzare il loro burnout: in particolare, Byrne considera l’autostima ed il locus of control esterno. Riguardo a quest’ultimo, Rotter (1966) ritiene che le differenze individuali nel locus of control possano influenzare il burnout. In particolare, le persone che pensano che gli eventi che capitano loro siano fuori dal proprio controllo e siano dovuti piuttosto al caso o alla fortuna (locus of control esterno), possono soffrire maggiormente di burnout: ciò vale anche per gli insegnanti (Farber, 1991). In particolare, il locus of control esterno ha un legame positivo con la ridotta efficacia (Lunenburg & Cadavid, 1992): l’attribuire a fattori esterni la causa delle cose che succedono fa sentire il docente meno capace nel proprio lavoro.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Gli effetti dell'impegno e del work engagement sulle percezioni e i comportamenti organizzativi: Uno studio condotto con docenti di scuola primaria e superiore
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Informazioni tesi
Autore: | Gianluca Barra |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni |
Relatore: | Rossella Falvo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 118 |
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