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Il bullismo nelle scuole italiane: criticità e possibili rimedi

Il bullismo nelle scuole

Considerato che la percentuale di soggetti vittima di prepotenze risulti circa il 22,5% tra gli 11 e i 13 anni di età mentre il 17,9% tra i 14 e i 17 anni, è facile intuire come il principale luogo ove queste situazioni si manifestino sia la scuola, soprattutto quella secondaria di primo grado e superiori. Delle predette percentuali il 9,9% delle ragazze subisce atti di bullismo una o più volte a settimana contro l’8,5% per i maschi.
Queste situazioni vengono influenzate anche da altri fattori quali la posizione geografica, il sesso, la nazionalità e così via. I dati infatti illustrano come al Nord della Penisola oltre il 57% ha subito, anche sporadicamente, una prepotenza mentre tale dato cala al 50% nel Centro-Sud.
Dato interessante si rileva nel Cyberbullismo; nel 2018 l’85,8% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni utilizzava quotidianamente un telefono cellulare, e questo evento ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo. Quest’ultimo fenomeno, come visto in precedenza, amplia notevolmente il campo di azione di eventuali bulli le cui vittime tendono ad essere colpite simultaneamente sia con fenomeni di bullismo che di cyberbullismo.4
Questo tipo di comportamento produce vari effetti negativi; innanzitutto, le vittime del bullismo si sentono più esclusi nel gruppo scolastico con la conseguenza di voler saltare le giornate di scuola. Causa principale di quanto appena detto deriva dal bullismo psicologico che crea un effetto negativo sulla socializzazione e sull’accettazione. Direttamente collegato a questo fattore troviamo l’abbandono degli studi; circa il 45% degli studenti vittima di bullismo, infatti, abbandona i loro studi secondari, appena finito il periodo obbligatorio. Per le vittime che continuano gli studi invece si è dimostrato che il rendimento dei loro voti può essere fortemente compromesso dagli episodi di prepotenza, tanto più gli episodi sono frequenti tanto più ne risentiranno i voti scolastici. Anche quest’ultimo fenomeno vede un danno maggiore da parte del bullismo psicologico in confronto a quello fisico. Altro aspetto di fondamentale importanza riguarda la salute mentale. Come visto in precedenza, infatti, le maggiori percentuali di episodi di bullismo si rilevano in alunni con età compresa tra gli 11 e i 17 anni, proprio in questa fascia di età i soggetti vittima di soprusi sono più avvezzi a sviluppare problemi di solitudine ed intenti suicidi. Basti pensare che nel 2021 sono 220mila i ragazzi tra i 14 ed i 19 anni insoddisfatti della propria vita e con uno scarso benessere psicologico, con il suicidio che è la quinta causa di morte per gli adolescenti con la sopracitata fascia di età.5 A questi fattori se ne aggiungono altrettanti che potrebbero concorrere a diversi tipi di problematiche; le vittime di bullismo, ed i bulli stessi, hanno infatti più probabilità di sviluppare dipendenze da fumo, alcol e droghe e possono, inoltre, sviluppare una sessualità precoce. In ultimo, ma non per questo meno importante, troviamo la possibile lesione da violenza fisica, fenomeno con un minore impatto psicologico ma che vede coinvolti il 28,1% degli studenti mondiali.

Tramite i dati appena esposti è possibile capire come questo fenomeno debba essere fortemente attenzionato soprattutto perché riguarda delle categorie di studenti la cui psiche è fortemente labile e soggetta a sbalzi a loro difficilmente controllabili.6
Oltre alle casistiche di episodi di prepotenza tra coetanei o compagni di classe, negli ultimi anni ci si imbatte sempre più spesso in episodi di bullismo verso i docenti o verso personale della scuola. Questo fenomeno vede una diversa motivazione psicologica rispetto al bullismo tradizionale in quanto la vittima risulta essere una persona con un’età molto più avanzata rispetto all’aggressore e con una posizione che dovrebbe essere di autorità. Queste situazioni, documentate anche da numerosi video che spopolano sulla rete, creano un crollo della figura dell’insegnante che sempre più spesso non riesce a gestire il gruppo classe dovendo occuparsi dei problemi dei singoli. Non è una novità che ultimamente si vedano sempre più classi numerose a scapito dello scarno corpo docente. Questi comportamenti sono anche dettati dallo scarso appoggio delle famiglie che sempre di più cercano di bloccare gli insegnanti anziché agevolarli. Di certo il bullismo contro il personale della scuola è un fenomeno che, per le sue caratteristiche, crea meno danno alle vittime rispetto a quello fin ora analizzato, ma crea un danno comportamentale al bullo che dovrà essere affrontato in maniera specifica in quanto la pena deve avere una funzione rieducativa per permettere di reintegrare questi ragazzi e permettergli di acquisire quei valori di cui al momento sono sprovvisti.7



4 ISTAT “Indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo”, Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza 27.03.2019 Roma
5 RaiNews 05.09.2022 https://www.rainews.it/articoli/2022/09/suicidi-nel-2021-record-di-richieste-aiuto-ogin-anno-46mila-adolescenti-si-tolgono-la-vita-0f47f6b4-cebd-4a6e-9898-0b1b79ff7e4f.html
6 Cfr. UNESCO “Al di là dei numeri: porre fine alla violenza nella scuola”, UNESCO 2019
7 Maura Manca “L’Espresso” 19.04.2018 https://adolescienza.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/04/19/bulli-contro-professori-insegnanti-in- panne-serve-aiuto/

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il bullismo nelle scuole italiane: criticità e possibili rimedi

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Informazioni tesi

  Autore: Domenico Longhi
  Tipo: Tesi di Master
Master in Criminologia e studi giuridici forensi
Anno: 2022
Docente/Relatore: nessuno nessuno
Istituito da: Università Telematica Pegaso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 11

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