Il Sistema Preventivo di don Bosco: strumento motivante e d'apprendimento per educatori ed educandi in una società mafiosa
Il bullismo
Attualmente, un’altra problematica che tocca da vicino ogni educatore è quella del bullismo. Con questo termine ci si riferisce a quelle azioni intenzionali che un soggetto ripete, con costanza nel tempo, per provocare danni alla vittima scelta con la quale condivide il medesimo contesto, quale può essere quello scolastico.
Le vicende, relative a tale problema, si stanno susseguendo in tutta Italia con una frequenza preoccupante. Il fenomeno sembra diffondersi a macchia d’olio in ogni contesto, sia scolastico che extrascolastico (Fonzi,1997).
Spesso viene identificato con l’aggressività, ma in realtà sono ben diverse: l’aggressività si manifesta con comportamenti violenti che servono principalmente a scaricare energia, emozioni e tensione; il bullismo è, invece, un fenomeno caratterizzato da violenza fisica, verbale e psicologica che ha conseguenze devastanti a lungo termine.
Le prime ricerche che hanno tentato di definire e quantificare il fenomeno, negli anni Settanta, si devono a Dan Olweus, studioso norvegese, che ha spiegato che uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni (Dan Olweus, 1996).
Il bullismo può confondersi con i normali conflitti fra coetanei ma vi sono delle caratteristiche che lo definiscono:
commettere intenzionalmente del male senza provare compassione;
l’azione deve essere perpetrata ripetutamente e frequentemente;
deve presentarsi con asimmetria nella relazione fra soggetti.
Esistono poi, due forme di bullismo (Fonzi,1997), quello diretto ed indiretto:
- il bullismo diretto è quello che si manifesta o attraverso la violenza fisica in genere (calci, pugni …) o attraverso la violenza verbale (la derisione, gli insulti, le urla…)
- il bullismo indiretto è quello che si manifesta con l’emarginazione, con la diffusione di pettegolezzi e/o storie offensive.
Il tipo di relazione che si instaura tra il bullo e le sue vittime è caratterizzata dalla presenza di uno squilibrio di potere. Il più forte mette in atto condotte ostili verso il più debole per danneggiarlo o metterlo in difficoltà; non si conclude dopo un singolo episodio ma si cronicizza. I bulli, sono bambini o ragazzini che si mostrano aggressivi verso i coetanei, verso gli insegnanti ed anche i genitori.
Sono impulsivi, scarsamente empatici, incapaci di stabilire relazioni positive e dotati di un elevato livello di autostima. Non tentano di mascherare la debolezza con l’aggressività, ma hanno bassa tolleranza alla frustrazione e difficoltà nel rispettare le regole. Dan Olweus ha elaborato degli indicatori del possibile bullo e della probabile vittima.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il Sistema Preventivo di don Bosco: strumento motivante e d'apprendimento per educatori ed educandi in una società mafiosa
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Informazioni tesi
Autore: | Concetta Todaro |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze pedagogiche |
Relatore: | Francesca Pedone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 99 |
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