''La strada'': dal film di Federico Fellini al balletto di Mario Pistoni
Il balletto "La strada"
Il cinema entra nel mondo della danza accademica nel 1966 grazie al balletto La strada di Mario Pistoni, segnando un punto di svolta, un’innovazione rispetto al fatto che, fino a quel momento, l’unico genere in grado di coniugare cinema e danza era il musical di matrice statunitense. La strada è il quinto lavoro di Mario Pistoni nella duplice veste di interprete e coreografo: quest’ultima attività fu intrapresa per la prima volta nel 1960 con Il figliuol prodigo, rivisitazione in chiave moderna della parabola biblica, su musiche di Sergej Prokofiev. A seguire Pistoni creò Spirituals per orchestra (1963), Francesca da Rimini (1965) e Mutazioni (1965), ma La strada rimane il suo lavoro più importante e più riconosciuto sia in Italia che all’estero e testimonia la carica innovativa che il coreografo portò al balletto italiano negli anni Sessanta:
Mario Pistoni è stato uno dei migliori ballerini italiani e uno dei nostri coreografi più attenti e aggiornati della rinascita del balletto nel nostro Paese. […] Nella generazione dei Bortoluzzi e dei Fascilla, della Fracci, della Cosi, della Cova (che divenne sua moglie), nel piccolo Olimpo della Scala il ballerino romano diventato milanese a tutti gli effetti riuscì a portare prima di ogni altro italiano un vento di novità.
Pistoni rimase incantato quando, per la prima volta, vide il film di Fellini nel 1954: egli fu molto colpito dalla poesia che avvolgeva determinate rappresentazioni delle condizioni sociali e rimase affascinato dall’unione tra musica e immagini. Il coreografo parlò con entusiasmo de La strada con molti suoi colleghi; perfino Luchino Visconti, durante le prove del balletto Mario e il mago, di cui ha curato la messa in scena, non ha risparmiato commenti lodevoli sul film, sebbene, in opposizione al suo Senso, non solo scatenò la disputa tra “viscontiani” e “felliniani”, al Festival di Venezia, ma superò anche l'opera di Visconti nella corsa agli Oscar.
Soltanto dopo qualche anno scattò nella testa di Pistoni l’idea di poter rielaborare La strada sottoforma di balletto, grazie anche all’incontro con Nino Rota: i due furono commissionati dalla Scala di Milano per realizzare insieme un balletto, ma concordi nello scartare molte proposte venute dal teatro scaligero, un giorno, per caso, durante una pausa pranzo, mentre Rota raccontava del suo rapporto lavorativo con Fellini, il coreografo romano fu folgorato dall’idea di riproporre il tema del film per un nuovo balletto:
Era un’idea meravigliosa. Mi pareva impossibile non averci pensato prima. Il tema aveva tutte quelle componenti che reputo ideali per uno spettacolo coreografico: la tramutabilità a balletto dei fatti, la credibilità dei personaggi, autentici, vivi ancor oggi in certe zone del sottosviluppo, la teatralità e la stimolante convivenza tra il mondo agro ma fantastico del circo con quello crudo e realistico della vita, il tutto (così ballettisticamente più qualificante) impregnato di poesia, di azioni e reazioni semplici e genuine.
Ottenuto il consenso degli autori, Pistoni si mise subito al lavoro e per prima cosa studiò la sceneggiatura originale, selezionando le sequenze più adatte per essere rappresentate coreograficamente, per poi passare tutto nelle mani di Nino Rota per la composizione delle musiche. Prima di analizzare maggiormente le caratteristiche del balletto in rapporto al film, è importante dire che La strada di Mario Pistoni, su musiche di Nino Rota e scene e costumi di Luciano Damiani, debuttò al Teatro la Scala di Milano il 2 settembre 1966 con Carla Fracci nel ruolo di Gelsomina, Aldo Santambrogio in quello di Zampanò e Pistoni stesso nella parte del Matto.
Questo brano è tratto dalla tesi:
''La strada'': dal film di Federico Fellini al balletto di Mario Pistoni
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Informazioni tesi
Autore: | Letizia Costa |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale |
Relatore: | Pier Marco De Santi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 139 |
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