Quale legittimità internazionale in Iraq?

Il partito Ba’th era considerato un’estensione del potere personale di chi era al suo vertice, nutrito da un sistema di protezioni controllato sia da Hussein che da al-Bakr; sostanzialmente i metodi usati, i valori e la logica politica di riferimento si erano prefigurati nei regime precedenti. Le persone che contavano provenivano solitamente dal loro stesso ambiente provinciale; data la particolare concezione tribale, clanica e cospirativa della politica irachena che essi avevano in mente risultava difficile inquadrare con certezza in che modo volevano governare l’Iraq .
Sul piano interno fu lanciato un intenso programma di trasformazioni economiche di tipo nazionalista (tra il 1973 e il 1975 l’intero settore del petrolio fu nazionalizzato), mentre sul piano internazionale si concretizzò una politica anti– statunitense. Fermo oppositore di Israele, l’Iraq avrebbe ospitato nel 1978 a Bagdad il summit della Lega Araba che condannava gli accordi di Camp David; inoltre già è del 1972 la firma del “Trattato di amicizia” con l’Urss.
Ben presto il regime dovette provvedere a risolvere una nuova sfida: il problema kurdo. I colloqui segreti condotti da Saddam Hussein portarono, nel 1970, al proclama con il quale il governo si impegnava a riconoscere i diritti kurdi : sarebbe stata creata una regione amministrativa unificata a statuto speciale che avrebbe incorporato tutte quelle aree della regione con residenti a maggioranza kurda; venne istituito un comitato congiunto composto da rappresentanti del governo e dell’amministrazione kurda per discutere dell’applicazione dei principi enunciati nel proclama. Barzani ruppe i legami con l’Iran e cominciò a collaborare con il governo ma con sospetto; infatti il governo aveva iniziato a incoraggiare il trasferimento di famiglie arabe nel nord allo scopo di non perdere il controllo nella zona di Kirkuk, ricca di campi di petrolio. Ad aggravare la sfiducia nelle azioni del governo furono diversi attentati alla vita di Barzani che indussero lo stesso a riaprire canali di comunicazione con gli iraniani, in vista di una possibile azione militare.
Il governo iracheno appariva debole agli occhi dello scià iraniano e questi non perse tempo ad aprire nuovamente la questione dei confini territoriali: abrogò il trattato del 1937, ignorando le pretese irachene di sovranità sullo Shatt al-Arab, ed iniziò a prestare sostegno alla causa kurda.
Barzani si sentì ancora più protetto quando ottenne sussidi segreti dagli Usa e si sentì autorizzato a rifiutare le proposte di autonomia formulate nel comitato congiunto, che avrebbe dovuto elaborare un programma definitivo entro il 1974.
Il coinvolgimento militare dell’Iran aprì la strada ad una possibile guerra, su larga scala, tra Iran e Iraq, cosa che nessuno dei due paesi voleva.
All’insaputa di Barzani presero il via negoziati tra Teheran e Bagdad; il risultato fu l’annuncio ad Algeri nel 1975 di volersi impegnare a risolvere le loro dispute: l’Iraq accettava le proposte iraniane in cambio della cessazione dell’ausilio militare a Barzani.