Vantaggi e svantaggi della diversità, le problematiche dell'allargamento nell'Unione Europea: il caso Turchia
Il ''Panturchismo''
Dal secondo dopoguerra, la Turchia si è sempre rivolta all'Europa e agli Stati Uniti, ponendosi come alleata militare e come partner commerciale. Con il crollo dell'Unione Sovietica, e la conseguente rinascita degli stati indipendenti centro-asiatici, la Turchia ha cercato di assumere un ruolo guida per tutto il mondo turcofono, cercando di rinsaldare antichi legami linguistici per poi creare un'unione, economica e in un secondo tempo politica, dei paesi con radici comuni. I promotori di questa azione economica e diplomatica, intendono "un mondo turco come cuore dell'Eurasia" inteso come "un insieme di paesi o regioni situate all'interno di stati costituiti, esteso dall'Adriatico alla Grande muraglia cinese, dove predominano genti che parlano lingue turche. La definizione di mondo turco è dunque essenzialmente linguistica. Questo insieme, privo di qualsiasi unità politica, costituirebbe dunque, secondo i suoi laudatori, un'unità dal punto di vista affettivo e culturale".
I promotori sono stati, anche prima del crollo sovietico, un gruppo di extraparlamentari di estrema destra facenti capo una rivista che circolava in tutta l'area turcomanna: i Lupi grigi In seguito, l'idea è stata appoggiata dal Partito del movimento nazionalista (Mhp) e dai militari con in testa Turgut Ozal (morto nel 1993).
Le affinità linguistiche, derivano dall'origine altaica(attuale Kirghizistan) delle prime tribù turche, che spostandosi verso occidente, fino ad arrivare in Anatolia, hanno lasciato traccia del loro passaggio, influenzando, o generando a seconda dei punti di vista, le popolazioni centro asiatiche tra l'Unione Sovietica, la Cina, l'Afganistan, fino ad arrivare nei Balcani e sull'isola di Cipro.
In questi paesi, però, divisi per secoli, e mai unificati, si parlano ventiquattro lingue turche, tanto diverse tra loro che già tra l'Anatolia occidentale e quella orientale ci sono delle difficoltà di comprensione crescenti in funzione della lontananza da Ankara. Neanche dal punto di vista religioso esistono affinità, proprio per le diverse dominazioni subite per secoli: si tratta di culture diverse, con origini comuni. E' proprio su questa origine culturale comune che la destra turca (Mhp) fa leva per risvegliare il sentimento nazionalistico ormai dissolto nei secoli. A questo scopo viene creato un ente, la Direzione comune della cultura e delle arti turche (Turksoy) che attraverso la messa in orbita di tre satelliti (Turksat) si pone l'obiettivo da far trasmettere la TRT (Radio della Turchia) dalla Cina all'Atlantico, in modo da riunire tutti i Turchi sparsi nell'Europa e nell'Asia. Un canale apposito il TRT (TRT trasmette solo nella regione dei sei grandi paesi turcomanni la Turchia, l‘Azerbaigian, il Turkmenistan, l'Uzbekistan, il Kazakistan e il Kirghikistan. Per In riunificazione dell'alfabeto è stata creata la Fondazione della lingua turca (Tdk) che ha promosso ed ottenuto l'abbandono del cirillico in Azerbaigian, in Uzbekistan ed in Turkmenistan.
Negli ambienti universitari sono stati promossi corsi di studio per stranieri, viaggi, incontri culturali, manifestazioni sportive e atti di solidarietà tra i giovani turchi e quelli delle cinque repubbliche ex sovietiche turcofone. Il presidente turco Demirel, del partito filo-islamico ne ha promosso l'islamizzazione, ricordando l'importanza dell'islam "turco" (sunnita), diverso da quello iraniano (sciita), anche se la religione storica (ammesso che abbia senso questo tipo di ragionamento) è la religione zoroastriana. Ci sono molte religioni tra le minoranze turcofone, di matrice cristiana, ortodossa, islamici sciiti, pertanto il tentativo di Demirel si è materializzato solo nella costruzione di qualche Moschea in Uzbekistan, nella totale indifferenza della popolazione locale.
La Turchia e le cinque repubbliche ex-sovietiche danno vita ad un'organizzazione politica, il T6, con funzioni di coordinamento delle politiche culturali ed economiche al loro interno. La risposta, però, al fervore politico turco non è sempre altrettanto entusiasta, come ad esempio Islam Karimov, primo ministro uzbeko, limita le ingerenze di Ankara, mostrandosi disponibile solo ad intrattenere rapporti commerciali e culturali, senza però precludersi la via del Giappone, i rapporti con Mosca e con gli Stati Uniti. Il 16 febbraio 1999 Karimov è vittima di un attentato organizzato dai "Lupi grigi", a cui sopravvive e inasprisce la sua posizione verso la Turchia, quando viene a sapere che era stato organizzato dal suo consigliere Enver Altayh e da qualche elemento dei servizi segreti turchi.
L'Azerbaigian alleato della Turchia contro l'Armenia e l'Iran, ha visto come un tradimento la volontà di Ankara di riallacciare i rapporti commerciali con Erevan (capitale dell'Armenia), come anche il presunto coinvolgimento di "militanti dei Lupi grigi azeri nei tumulti del 1995 contro il presidente della Repubblica Aliev.
Il vero motore del panturchismo, come è facile immaginare è rappresentato dagli scambi commerciali e dalla penetrazione che le imprese turche hanno operato nei sistemi ecomici delle "sorelle" turcomanne. I tentativi di aprire un simile scenario sono stati molteplici Nel 1964 si tenta di avviare l'Organizzazione di cooperazione economica con Iran e Pakistan,
fino ad includere gradualmente Azerbaigian, Uzbekistan, Turkmenistan neI 1992. Sempre nel 1992 si tenta di ricoprire un'altra area, quella del Mar Nero , che oltre a interessare le cinque repubbliche ex-sovietiche coinvolge anche gli stati che hanno al loro interno minoranze turche, e più in particolare, Grecia, Bulgaria, Moldavia, Ucraina, Russia e Georgia. I risultati sono pessimi in termini di valori di interscambio commerciale, per un semplice motivo: si tratta di stati in forte crisi che spesso contrabbandano, con una domanda interna molto debole, pertanto l'unica possibilità per tutti è esportare verso i paesi ricchi occidentali, dove c'è una domanda che riesce ad "assorbire" l'offerta dei singoli paesi. Questa realtà ha portato gli altri stati turcofoni a rivolgersi all'Unione europea e in secondo luogo agli Stati Uniti, senza il tramite della Turchia, benché quest'ultima continua ancora oggi a porsi come referente per lo sfruttamento delle risorse energetiche intorno al Caspio. Il movimento che ancora oggi opera per l'ideale panturchista, avversando quello europeista, è quello dei Lupi grigi, "da sempre protagonisti extraparlamentari di accesi scontri politici sconfinati in lunghe sequenze di scontri eversivi" Nel 1999, invece, hanno imboccato la via della moderazione e della conciliazione, ponendo come obiettivi primari la realizzazione delle riforme del paese ed dell'economia, ottenendo il 18% dei consensi elettorali. Mantengono buoni rapporti con i partiti islamici, anche se evitano di vincolarsi politicamente.
Il panturchismo ed il panislamismo sono per loro degli strumenti per difendere lo Stato. Nel programma elettorale del leader del Movimento, Bahceli, docente di economia, afferma che i turchi sono "possessori-difensori della più preziosa geografia del globo, ma allo stesso tempo della più pericolosa e difficile posizione geografica", che "incastra" tre continenti, e riferendosi alla questione curda, afferma che l'Occidente "difendendo ufficialmente la tesi della globalizzazione, incita sottobanco ogni forma di terrore e di divisione etnica "8imes 3/99, op.cit., p.165)
Ostili all'italia, che ha ospitato Ocalan e al Trattato di Maastrjcht, ritengono di essere il ponte tra Asia ed Europa, ma né Asia, ne Europa. Sono estremamente rigidi sulla questione cipriota e sul Pkk accusando l'Europa di una politica anti turca che non riconosce la Repubblica di Cipro del Nord, e che favorisce il terrorismo nel sud est anatolico.
"Non è l'Europa il posto giusto per la Turchia Lo è invece il mondo turkmeno, lo sono le repubbliche turche (Caucasja-Asia centrale), La Turchia deve emanciparsi dai politici e dai partiti classici, tarati sulla mentalità dell'Occidente ". Il Movimento dei Lupi grigi, rientrato nel partito del Mhp, insieme ai partiti islamjcj radicali, sono il principale ostacolo politico all'integrazione europea della Turchia. Dal tenore delle affermazioni e dal consenso ricevuto dalla popolazione,si può intuire quanto complessa sia la Situazione interna, per intuirne le potenzialità terroristiche nell'ambito dell'Unione, vista come un nemico, gIobalizzatore cristiano, insensibile alla storia e alla tradizione culturale dei Turchi.
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Vantaggi e svantaggi della diversità, le problematiche dell'allargamento nell'Unione Europea: il caso Turchia
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppe Sgobba |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Marina Nuciari |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 270 |
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