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Centrali fotovoltaiche e razionalizzaizone dell'energia prodotta

II volume d’affari del fotovoltaico in Italia

L'elevata "incertezza" introdotta dal cosiddetto Decreto "Salva Alcoa" rende complesso anche stimare il volume d'affari realmente generato dal fotovoltaico in Italia nel corso del 2010. Per risolvere il problema si adotterà in questo paragrafo una duplice valorizzazione: la prima, coerente con gli impianti entrati definitivamente in funzione entro il 31 dicembre 2010 (con una potenza complessiva installata di 2.100 MW), che rappresenta sostanzialmente il limite inferiore accertato del volume d'affari effettivamente generato nel corso del 2010; la seconda, che adotta invece la prospettiva delle domande di allaccio presentate entro il 31 dicembre 2010 (cui corrispondono circa altri 4.000 MW) ed aventi per oggetto impianti per cui si è presumibilmente conclusa la fase realizzativa, e rappresenta di converso il limite superiore del volume d'affari 2010.

La forchetta è decisamente molto ampia e vale la pena fare qualche considerazione preliminare su come debba essere interpretata. Innanzitutto è assai ragionevole ritenere che una parte delle domande presentate (le prime stime del GSE parlano di circa il 15-20%, mentre gli operatori ritengono che questa percentuale sia decisamente più alta) sia affetta da qualche vizio, ossia faccia riferimento ad impianti per i quali, nonostante l'autocertificazione che accompagna la domanda non siano stati effettivamente ultimati i lavori, oppure siano stati completati solo quelli relativi ad una parte dell'impianto (in questo caso la dichiarazione presentata si configurerebbe come una sorta di richiesta anticipata di autorizzazione all'ampliamento).

In termini di volume d'affari, tuttavia, è chiaro che l'impatto maggiore di queste "variazioni" sul numero totale degli impianti costruiti nel 2010 che entreranno in esercizio nel 2011 riguarda le fasi a valle della filiera e quindi agli installatori, ai System Integrator e agli EPC Contractor (quelli in sostanza per i quali rimane del lavoro da svolgere anche nel corso del 2011). Per i produttori di elementi, moduli e ancor più "all'origine" per chi realizza celle, è, infatti, plausibile attendersi che la produzione sia effettivamente avvenuta nel corso del 2010 e che quindi - ricordando anche che nella maggior parte dei casi il pagamento della fornitura avviene in anticipo rispetto alla posa vera e propria - il volume d'affari più realistico sia quello che approssima il limite superiore sopra identificato.
Nel 2010, il fotovoltaico in Italia ha generato un volume d'affari compreso fra i 7,6 mld € (limite inferiore e i 21,5 mld € (limite superiore). Sull'ampiezza "abnorme" della forchetta si è già discusso in premessa, ma si può comunque affermare che, anche se si considera il limite inferiore, il settore del fotovoltaico in Italia è cresciuto nel 2010 di circa il 162% rispetto ai 2,9 mld € del 2009 (o, addirittura, più che settuplicato se si considera il limite superiore).
Una crescita così esplosiva lascia evidentemente qualche perplessità ed ha inevitabilmente attratto sul fotovoltaico gli "strali" di chi è particolarmente preoccupato del diffondersi di atteggiamenti opportunistici e speculativi, in qualche modo mascherati dalla connotazione "verde" dell'investimento in energie rinnovabili. L'analisi dei volumi d'affari registrati nei diversi segmenti di mercato, se da un lato non può fugare completamente questi dubbi, dall'altro offre però anche delle interessanti contro argomentazioni:

• Il segmento residenziale, ossia quello degli impianti fino a venti kW, ha fallo registrare un raddoppio rispetto al 2009, attestandosi nel complesso a circa 1,95 mld €, che diventano addirittura 3,45 mld € se fossero stati costruiti tutti gli impianti per cui è stata fatta richiesta entro il 31 dicembre 2010. La crescita di questo segmento è indubbiamente un segnale positivo, giacché è assai improbabile pensare qui a fenomeni speculativi, ed anche l'accelerazione di fine anno è stata in larga parte dovuta - secondo il parere degli operatori intervistati - a un'azione commerciale mirata da parte dei piccoli installatori, molto presenti e attivi sul territorio e desiderosi di sfruttare il fotovoltaico come "volano" per uscire dalla crisi. Se è vero però che questo è il segmento di mercato dove più forte è la presenza degli operatori italiani nelle fasi "a valle" della filiera (distribuzione e installazione), è anche vero, e si vedrà meglio più avanti nel che qui più difficilmente abbiano un ruolo importante, i produttori di celle e soprattutto moduli del nostro Paese;

• Il segmento industriale, ossia quello degli impianti di taglia compresa fra i venti e i 200 kW che sono solitamente impiegati - nel modo di autoconsumo - da piccole e medie realtà industriali e commerciali, ha fatto segnare la crescita relativamente più limitata, con 1,47 mld € (+160%) di volume d'affari, rispetto ai 562 mln € del 2009. Se si considerano, però gli impianti il cui allaccio, pende sotto il Decreto "Salva Alcoa" si raggiungono i 4,56 mld €, con un balzo di oltre tre mld €. Anche in questo caso, a detta degli operatori, e in analogia con quanto accaduto per segmento residenziale, non si tratta di un fenomeno speculativo quanto dell'accelerazione impressa dagli installatori ad un segmento di mercato che in Italia è sempre stato "alla finestra" per quanto riguarda le installazioni fotovoltaiche che ha visto nel Decreto "Salva Alcoa' una sorta "ultima chiamata" per vincere le resistenze dei piccoli e medi imprenditori che lo caratterizzano;

• Il segmento dei grandi impianti, ossia delle installazioni fotovoltaiche di taglia compresa fra i 200 e i 1,000 kW, nel corso del 2010 ha visto allacciati impianti per un controvalore di 2,6 mld €, quasi quadruplicato rispetto al medesimo dato del 2009. Gli impianti che hanno fatto richiesta nell'ambito del Decreto "Salva Alcoa" entro il 31 dicembre 2010 e in attesa di approvazione potrebbero tuttavia far balzare il volume di affari complessivo di questo segmento a circa 9,4 mld €. Si tratta, indubbiamente, della differenza più espressiva in termini di valore registrata nel settore ed è sintomatica, questa certo in misura più rilevante che nei casi precedenti, anche della volontà di sfruttare come investimento primariamente finanziario l'opportunità offerta dal sistema d'incentivazione italiano. In maniera speculare però rispetto al caso del residenziale è opportuno far notare che è proprio questo segmento, insieme al successivo, quello dove operano maggiormente le imprese italiane produttrici di celle e moduli, ossia che sostiene la produzione nazionale degli elementi chiave degli impianti fotovoltaici;

• Il segmento delle centrali, infine, ossia degli impianti con taglia superiore a 1 MW, che nel 2009 rappresentava in termini di valore la "cenerentola" del settore (con soli 297 mln €) si è portato nel corso del 2010 al terzo posto di questa particolare classifica con un controvalore di 1,6 mld € (e un limite superiore che supera i quattro mld €). Il 2010 è quindi stato per l'Italia l'anno delle grandi centrali fotovoltaiche ed ha evidentemente catalizzato l'attenzione anche di fondi e investitori interessati alle possibilità di ritorno finanziario più che alla caratterizzazione "rinnovabile" dell'energia prodotta. Anche in questo caso, tuttavia, va segnalato come il segmento delle centrali sia anche quello con il costo al kW in assoluto più basso nel settore (in media 2,900 €/kW, rispetto ai 5,000 €/kW del residenziale) e anzi quello che ha sperimentato il calo più espressivo (di oltre il 9%) rispetto all'anno 2009. La "finanziarizzazione" dell'investimento ha quindi avuto l'effetto di "spingere" gli operatori a razionalizzare i costi per mantenere elevata la competitività delle loro offerte.

Come si vede quindi lo scenario è piuttosto variegato e complesso, con diverse dinamiche, di mercato e di filiera, che si intrecciano fra di loro e che non consentono - a meno di eccessive e inopportune semplificazioni - di poter dare un giudizio "generale" ed "univoco'. La crescita straordinaria che si è manifestata nel corso del 2010 ha rappresentato infatti, pur se a tratti ha ceduto alla speculazione finanziaria, una "palestra" importante, sia dal punto di vista delle attività industriali che delle capacità commerciali e distributive per le imprese italiane.

I produttori di silicio e wafer, con riferimento al mercato italiano, hanno generato un volume d'affari pari a 1,4 mld €, in crescita del 37% rispetto al precedente anno 2009. Se si considerano anche gli impianti in attesa di allaccio (per i quali come anticipato in premessa è assai probabile siano già stati definiti e saldati gli ordini di materie prime) tale valore sale a 4,7 mld E. Se a questo si associa il fatto che nel corso del 2010 il prezzo medio del silicio è sceso di circa il 4-5% (in seguito ad una crescita nei primi mesi del 2010) si ottiene un incremento del volume d'affari che — in valore reale e tenendo conto del limite superiore di installazioni — raggiunge addirittura il 240%. I produttori di celle e moduli hanno segnato, dal canto loro, un incremento del volume d'affari del 125% rispetto al 2009, attestandosi a circa 3,2 mld E, che salgono a oltre 9,3 mld € se si considerano anche gli impianti non ancora allacciati, ma i cui lavori si sono finiti entro la fine del 2010. Il calo del prezzo medio dei moduli, pari al 13% nel corso del 2010, ha anche in questo caso influenzato il risultato finale, che in ogni caso ben rappresenta la straordinarietà della crescita sperimentata dal mercato italiano. Nel complesso, la crescita registrata da questi due segmenti è stata pari almeno al 120% rispetto al 2009, sino a un massimo del 300%. Rispetto alle fasi più a monte nella filiera, le tensioni di prezzo sono state meno evidenti per queste componenti e nel caso degli inverter come per i moduli, si è anche assistito a un temporaneo rialzo dei prezzi nel corso dei mesi estivi (in particolare Giugno e Luglio), per un picco di domanda parzialmente insoddisfatto a causa dell'assenza di idonea capacità produttiva. Distributori e installatori, ossia l'ultimo anello prima del cliente finale, completano la filiera e "vedono" quindi un volume d'affari pari al totale del mercato.

E' opportuno, infine, fare qualche considerazione sull'indotto generato dalla filiera del fotovoltaico così come appena descritta:

• Gli investimenti in aumento della capacità produttiva, di cui si discuterà con dettaglio più avanti, relativi in particolare ai produttori italiani di celle e moduli e i pochi produttori di wafer e silicio, hanno ingenerato una richiesta di macchine e tecnologie di processo (stringatrici, laminatrici, macchine per l'assemblaggio) per un equivalente di oltre 120 mln E;

• L'energia prodotta complessivamente dagli impianti fotovoltaici in esercizio nel nostro Paese nel corso del 2010 è pari a circa 1.900 KWh, corrispondenti quindi a 215 mln E, tenendo conto di una valorizzazione media ponderata (fra auto- consumo e vendita) di 0,113 €/kWh;

• I finanziamenti erogati dalle banche o dalle società di leasing per sostenere la realizzazione d'impianti fotovoltaici nel corso del 2010 sono stati pari a circa 1,7' mld € (cifra che raggiunge i 4,8 mld E tenendo conto anche di quegli impianti per cui è stato richiesto lo allaccio entro la fine dell'anno). Se si considera l'ammontare complessivo erogato per il totale degli impianti ora funzionanti (la potenza fotovoltaica cumulata a oggi) sul suolo italiano si raggiunge la cifra di circa 2,7 mld E (che diventano sei se si considerano anche tutti gli impianti installati con il Decreto "Salva Alcoa");

• I premi assicurativi necessari per la copertura degli impianti fotovoltaici attivi in Italia alla fine del 2010 ammontavano a circa trentadue min. € (che possono arrivare a 70 con gli impianti installati grazie al Decreto "Salva Alcoa"), di cui 21 circa relativi agli impianti entrati in esercizio nel solo ultimo anno.

Il volume d'affari complessivo "mosso" dall'industria del fotovoltaico nel 2010 è quindi pari a oltre 9,7 mld € che diventano oltre 26,5 mld € con gli impianti installati con il Decreto "Salva Alcoa".
Giova segnalare che questo "indotto" è per la quasi totalità realizzato da imprese "italiane" - se si considera che abbiano sede nel nostro Paese anche larga parte imprese dei fornitori di macchinari e tecnologie - ed andrebbe quindi preso in adeguata considerazione nei dibattiti che hanno ad oggetto il "ruolo" del fotovoltaico nel sistema industriale italiano.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Centrali fotovoltaiche e razionalizzaizone dell'energia prodotta

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Sozzi
  Tipo: Tesi di Master
Master in Produzione di energia elettrica da fonti fossili, da fonti nucleari, da fonti rinnovabili
Anno: 2011
Docente/Relatore: Paola Artuso
Istituito da: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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