Studio geomorfologico del tratto di litorale della Provincia di Livorno compreso tra Punta del Casotto (Livorno) e Punta del Lillatro (Rosignano Solvay)
I terrazzi marini
Per terrazzo marino si intende una superficie parallela alla costa, ma rialzata o gentilmente pendente verso il livello del mare, costruita da deposizione di sedimenti marini e successiva regressione del livello relativo del mare. Si distingue dalla piattaforma di abrasione per la sua natura aggradante, cioè costruita da sedimenti, e non erosiva, cioè formata dall'erosione di materiali preesistenti. Più difficile è potenzialmente la distinzione rispetto a terrazzi fluviali posti nei pressi della costa. La distinzione si può basare su un'analisi geometrica dell'andamento delle scarpate rispetto alla costa e ai corsi d'acqua, attuali o passati. Allorquando una regressione marina fa emergere un terrazzo di bassa marea o una piattaforma di erosione litorale o anche una piattaforma corallina, queste morfosculture vengono a costituire dei ripiani al di sopra del nuovo livello del mare, a testimonianza dell'antica posizione di quest'ultimo, detti terrazzi marini. Possono sopportare una coltre di detriti litorali, o esserne completamente costituiti, oppure risultare modellati sulla roccia in posto, eventualmente incisa da microforme di erosione fisica, chimica o biologica, oppure essere interamente o parzialmente costituiti da resti di organismi. Se il livello del mare prima della regressione è rimasto essenzialmente stabile o è stato lievemente trasgressivo per un lungo periodo di tempo, il terrazzo marino risultante sarà generalmente ampio e marcato; nel caso contrario apparirà molto stretto e impreciso. Terrazzi marini molto uniformi ed estesi si trovano presso le coste della Galizia e delle Asturie e prendono il nome di rasas. Generalmente ai terrazzi marini si correlano terrazzi fluvio-marini, situati alla foce dei corsi d'acqua costieri e che testimoniano antichi delta o estuari; ad essi si correlano a loro volta i terrazzi fluviali dell'entroterra. Lo studio comparato di queste morfosculture è molto importante per la ricostruzione delle vicende geomorfologiche di una regione, soprattutto in relazione a variazioni climatiche, eustatiche o tettoniche. I terrazzi marini e fluviali sono stati messi in rapporto con i movimenti del livello generale dei mari provocati dalle alternanze di glaciazioni e deglaciazioni. Ma l'interpretazione del glacio-eustatismo è stato falsato da eccessi di sistematizzazione. Charles Depéret (1854-1929) e Léon de Lamothe (1849-1936) avevano definito, a partire da stazioni mediterranee, una serie di livelli marini stratificati: il Siciliano, il Milazziano, il Tirreniano e il Monastiriano. Secondo questa teoria, i terrazzi fluviali avrebbero prolungato quelli marini e, collegandosi a monte alle morene, avrebbero corrisposto a fasi glaciali, con ogni terrazzo incastrato nel precedente. La sincronizzazione degli alti livelli marini e delle glaciazioni era errata: gli alti livelli marini, corrispondenti a deglaciazioni, risalgono a periodi interglaciali. Inoltre, l'eustatismo generalizzato suppone l'assenza di movimenti tettonici, mentre il mar Mediterraneo è, nel Quaternario, una zona di tettonica attiva. Infine, la formazione dei terrazzi fluviali dipende anche dalle variazioni degli apporti alluvionali, legate alle modificazioni del clima e della copertura vegetale, o anche da cause locali. Sebbene queste prime interpretazioni siano ormai superate, i terrazzi restano elementi preziosi per la messa a punto di una cronologia locale o regionale; sono all'origine della cronologia delle faune marine mediterranee, che conserva i nomi dei livelli a terrazzi. Un terrazzo marino è costituito da una superficie sub-pianeggiante, inclinata verso il mare di qualche grado, limitata nell'entroterra da una falesia solitamente ripida e verso mare da una superficie che si immerge verso il largo con pendenze mediamente di 5-7 gradi. Nel caso più diffuso, in un terrazzo si distinguono due parti contigue ed adiacenti: una più interna modellata dall' erosione marina e levigata dall'abrasione, una esterna, verso il mare aperto, costruita mediante l'accumulo di sedimenti.
Sia la superficie del terrazzo sia la falesia lungo il suo bordo interno sono il risultato dell'azione erosiva operata sulla costa dall'onda battente. Questa, insieme con processi biologici, fisici e chimici aggredisce, altera ed usura la roccia esposta, asportandone frammenti, soprattutto in corrispondenza del livello del mare. Qui scava un solco longitudinale, il solco di battente, che, progressivamente e più o meno rapidamente a seconda della consistenza della roccia, si estende e si amplia verso l'interno. Ciò fa sì che la parte sovrastante del corpo roccioso, priva di appoggio, crolli; viene così esposta una nuova superficie, più o meno inclinata, che costituisce un primo abbozzo di falesia di abrasione. Nel caso che la roccia sia tenera e friabile, i frammenti crollati sono rapidamente rimossi dalle onde; al contrario, quelli di rocce coerenti e rigide si accumulano sul fondo e, se questo non è più profondo della base d'onda (la massima profondità alla quale si risente del moto ondoso), vi formano una temporanea barriera protettiva della costa, che per qualche tempo impedisce o ostacola l'azione demolitrice del mare. Prima o poi, comunque, anche questo materiale viene alterato, disciolto, disgregato ed allontanato dalla battigia. Una parte di esso costituirà l'eccipiente abrasivo delle onde, un'altra finirà deposta da qualche parte. Se le condizioni del mare e della terra non si modificano, il processo di scalzamento-crollo-asportazione prosegue, la falesia costiera arretra lasciando poco sotto il livello del mare una superficie sub-pianeggiante e debolmente inclinata verso mare: la piattaforma o spianata di abrasione. L' estensione nell' entroterra di tale spianata dipende certamente dalla consistenza delle rocce esposte lungo la riva e dal perdurare delle condizioni del sistema, ma è fondamentalmente controllata dalla progressiva perdita di energia che l'onda battente subisce, a causa degli attriti, mano a mano che si diffonde e rimonta quella spianata. Il detrito prodotto dall'erosione può accumularsi sulla stessa superficie di abrasione e a ridosso del suo margine esterno, costituendo la parte sedimentaria del terrazzo marino, oppure essere allontanato dalle correnti lungo costa, oppure, ancora, finire su fondali molto profondi senza contribuire alla morfogenesi costiera. Modificazioni della quantità d'acqua negli oceani e/o movimenti tettonici possono ripetutamente spostare la posizione del mare rispetto alla terra emersa e consentire il modellamento di gradinate di terrazzi marini.
Questi possono essere costruiti in diversa successione:
a) diretta, dal terrazzo più elevato in quota a quello più basso, nel caso in cui si sia verificato il sollevamento della regione o l'abbassamento del livello del mare;
b) inversa, dal meno al più elevato nel caso si sia verificato un abbassamento delle terre o un innalzamento del mare;
c) alternata, se il movimento di uno dei due elementi del sistema abbia temporaneamente prevalso sull'altro.
Si dà anche il caso che i movimenti delle terre siano compensati da analoghi movimenti del livello del mare (concordanza) così che non viene modificata la posizione di questo rispetto alla costa oppure che quei movimenti siano di segno opposto (discordanza) e, pertanto, diano luogo a modificazioni importanti della posizione della linea di riva, con la conseguenza che possono formarsi terrazzi separati da rilevanti differenze di quota. È possibile che, in conseguenza di una rapida ingressione marina, uno o più terrazzi vengano sepolti da sedimenti. In questo caso, se la coltre sedimentaria è di spessore esiguo, essa si adagia sui terrazzi ripetendone abbastanza fedelmente la forma, ma suggerendo informazioni inattendibili circa l'età delle forme e dei depositi sottostanti; invece, se la copertura sedimentaria è di spessore notevole, può nascondere tutto o parte del paesaggio a terrazzi (paesaggio fossile), che potrà essere successivamente esumato dall'erosione. La presenza di terrazzi è ben riconoscibile sulla carta topografica; generalmente la loro superficie è caratterizzata dal diradarsi delle isoipse, mentre l'addensarsi di queste ultime indica il ripido pendio delle falesie e quello del margine esterno del terrazzo.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Ciro Raddi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Scienze Ambientali |
Corso: | Scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio |
Relatore: | Paolo Roberto Federici |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 121 |
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