Prossimamente su questi schermi: tra memoria e marketing
I teaser ''tradizionali''
Ideale anello di congiunzione tra i teaser creati con sequenze ad hoc e quelli composti da scene incluse nel montaggio finale è il brevissimo filmato promozionale del falso documentario (o mockumentary) The Blair Witch Project (The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair, 1999).
L’oggetto della nostra discussione fa parte di una più estesa campagna promozionale con una strategia ben precisa: far credere al pubblico che i fatti narrati nel film (la scomparsa di tre giovani studenti andati ad indagare su strani fenomeni che succedevano nei boschi vicino alla cittadina di Blair) fossero accaduti realmente. Per questo il teaser trailer (che dura solo 47 secondi) è sconvolgentemente asciutto ed essenziale; dopo il logo della casa di produzione (la Artisan Entertainment) compare una frase: «In October of 1994, three student filmakers disappeared in the woods near Burkittsville, Maryland while shooting a documentary» (Nell’ottobre del 1994 tre giovani filmakers scomparirono nei boschi vicino Burkittsville nel Maryland mentre giravano un documentario) e pochi secondi dopo nella parte sottostante appare la scritta «A year later their footage was found.» (Un anno dopo furono ritrovati i loro filmati.). Le scritte sono accompagnate da suoni di difficile definizione, ma sicuramente inquietanti. Lo schermo diventa nero e la voce di una ragazza palesemente terrorizzata e trafelata inizia a parlare, scusandosi con tutti i familiari dei ragazzi per averli trascinati nel suo progetto.
Nell’esatto momento in qui la voce fuori campo pronuncia la parola «progetto» («project») compare il titolo del film con un simbolo che rimanda subito alla magia nera o comunque alle streghe (lo schermo fino ad ora era rimasto completamente nero). Segue una brevissima sequenza tratta dal film composta dal primo piano della ragazza in lacrime (girata chiaramente da telecamere amatoriali) che esclama «I’m so scared» (Sono terrorizzata). Lo schermo si fa ancora una volta nero (!) per lasciare spazio prima alla scritta relativa alla data d’uscita del film («This summer» Quest’estate) che come si nota è estremamente approssimativa, seguita dal sito del film (www.blairwitch.com) che ai tempi giocava un ruolo fondamentale nella campagna di viral marketing del film, offrendo informazioni sulla (falsa) spedizione dei tre giovani e sul mito riguardante la strega. Il sito è ancora consultabile, ma presenta molte meno informazioni rispetto al 1999. Il teaser in questione ha proprio nella sua essenzialità il suo punto di forza, dando il giusto input per spingere lo spettatore a informarsi sulla vicenda e ad andare presumibilmente a vedere il film (cosa che accadde: la pellicola, realizzata con un budget davvero esiguo, divenne il più clamoroso successo al botteghino di quell’anno). Precedente storico di questo tipo di campagna promozionale è il criticatissimo e censuratissimo Cannibal Holocaust (Id., 1980) del celebre Ruggero Deodato, che proibì agli attori (tra cui un giovanissimo Luca Barbareschi) di presentarsi alle prime del film proprio per dare la sensazione che i fatti narrati nella pellicola fossero successi realmente. [...]
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Informazioni tesi
Autore: | Stefano Masini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale |
Relatore: | Maurizio Porro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 147 |
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