Le teorie della cognizione nel sonno REM
I sogni come strumento terapeutico
La teoria psicodinamica, già a partire dall’opera di Freud, il quale aveva assegnato ai sogni un’utilità fondamentale nell’ambito della terapia, vede nei sogni un potente strumento terapeutico: il sogno infatti, non presentando la censura del super-io, permette all’es di esprimersi liberamente e quindi l’analista può trovare terreno fertile per capire quali siano i pensieri, le fantasie e i desideri inconsci di una persona.
Ciò ha permesso di assegnare all’interpretazione dei sogni un posto privilegiato tra tutte le tecniche terapeutiche. Freud analizza i sogni proprio per comprendere meglio il disagio e, in molti casi, le psicopatologie che possono presentare i suoi pazienti (Ciocca, 2005): nel caso clinico Freudiano più famoso, la zoofobia verso i lupi causata nell’Uomo dei lupi dalla sorella è stata accertata da Freud proprio attraverso un sogno che il paziente stesso gli aveva riferito di aver fatto.
Un altro esempio di caso clinico famosissimo è quello di Dora, in cui i sogni da lei riportati nell’analisi con Freud prima dell’interruzione prematura della terapia, assumono il ruolo più importante nell’intero caso, ed è proprio grazie a questi sogni che Freud conferma la sua ipotesi riguardo l’appendicite isterica di Dora, causata da una sua autopunizione per aver letto qualcosa di proibito in un’enciclopedia, e la sua idealizzazione del padre nel sogno (che non si fa convincere dalla moglie ad attardarsi per ritrovare i gioielli quando la casa brucia).
Comunque, soprattutto quando si incorre in pazienti che solo occasionalmente riportano di aver sognato, può essere utile l’impiego di alcune tecniche alternative a quelle tradizionali, quali la simulazione del sogno, costituita dall’invito rivolto al soggetto di rilasciarsi e ascoltare il racconto di un sogno che, ad un certo punto, verrà interrotto, stimolando la sua continuazione da parte dell’analizzando; spesso ciò consente uno scarico d’ansia liberatorio e la possibilità di ricavare, dall’invenzione fornita, preziosi elementi sullo stile di vita del narratore.
Un’altra tecnica è la produzione di fantasie non oniriche, fondata sulla stimolazione della creatività attraverso la fornitura di alcune immagini d’avvio, come un paesaggio e dei personaggi eventuali, tra cui il soggetto stesso; il tessuto delle fantasie indotte sembra non differire molto da quello delle fantasie spontanee, forse più libero in quanto la configurazione dei rischi, riconosciuti come immaginari, non determina eccessiva ansia, consentendo un positivo collaudo interpersonale (Parenti, 1983).
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Le teorie della cognizione nel sonno REM
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Informazioni tesi
Autore: | Eugenio Flajani Galli |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Alberto Di Domenico |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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