Social, specchio delle mie brame. Potenza delle immagini e svelamento del corpo.

Tutto ciò che riguarda l'uomo è dominato e filtrato dalla rete e dalle nuove tecnologie comunicative. Trovandosi nella "cultura dello schermo", il corpo diventa lo specchio tramite cui poter rimaneggiare la propria identità virtuale, un oggetto investito di valore in sé, di cui riprendere il controllo. Non ci si accontenta più del corpo che si ha, ma si tenta di conformarlo al corpo ideale. Nel corpo globalizzato delle chat e delle immagini televisive si perde la sacralità del corpo. In qualsiasi ambito del quotidiano, la rappresentazione del corpo è determinata dall'esibizione e dalla visione continua e totale. La magrezza è definita come fonte di felicità, come realizzazione concreta del desiderio di dominio su di sé e allo stesso tempo dell'illusione di poter costruire il corpo, di manipolarlo e di modellarlo a proprio piacimento. Nella virtualità e nel cyberspazio, la corporeità ha un'utilità superflua, e in uno spazio in cui si può essere chiunque, si vuole un corpo perfetto, più attraente, rispetto al corpo caduco e imperfetto della realtà, verso il quale gli utenti non sentono che un moto di repressione, ma del quale non hanno possibilità di disfarsi se non attraverso le già citate "nuove tecniche del corpo". "Il corpo è ormai una struttura difettosa e ingombrante agli occhi dei contemporanei" ha scritto Le Breton già negli anni '90. I media, in conclusione, possono essere considerati come fattori facilitanti e perpetuanti gli ideali di magrezza, ed è in questo punto che si collocano nuovi tipi d'immagine che sugli stessi social network vengono diffusi, che agiscono in nome di un'unica bandiera: avere un corpo tonico, allenato, perfetto, rappresentato dalle cosiddette fitspiration images.