Il ruolo dei comitati interni nei sistemi di corporate governance

I diversi modelli capitalistici sono stati oggetto di studio a partire dagli anni ‘90 negli Stati Uniti. La crisi del sistema produttivo americano e la conseguente perdita di competitività verso la metà degli anni ’80 a vantaggio delle imprese giapponesi, ha generato un gran numero di contributi sul tema della competitività del sistema-paese e sulla efficacia del sistema di corporate governance nell’orientare i manager verso la creazione di valore azionario.

Una delle possibili cause delle difficoltà del sistema americano è stata individuata da Porter29 nel fatto che le imprese giapponesi, avendo una struttura proprietaria più compatta, riuscivano a svolgere una pianificazione di lungo termine senza la preoccupazione della creazione di dividendi nel breve termine.

Gli studi sui modelli di capitalismo diffusisi nei diversi paesi hanno evidenziato che ogni sistema-paese si contraddistingue per un sistema di corporate governance condizionato da fattori che ne determinano il funzionamento e che non sono ripetibili in contesti nazionali differenti.

Un primo elemento di differenziazione è rappresentato dal grado di sviluppo dei mercati finanziari, decisamente più attivi nei paesi anglosassoni rispetto all’Europa continentale. Dove i mercati sono più sviluppati, le compagini sociali stabili e realmente interessate a gestire l’impresa sono poco frequenti e i manager riescono ad assumere la posizione di comando.

Si viene così a creare il problema di allineare gli obiettivi degli azionisti e del management, assicurando al contempo la crescita equilibrata dell’impresa nel lungo periodo e la tutela delle attese economiche e sociali31. Un altro fattore che porta differenze nei sistemi di governance delle imprese nei diversi paesi è il ruolo delle banche nel sistema economico.

In alcuni paesi (Germania e Giappone, ad esempio) gli istituti di credito hanno avuto un ruolo fondamentale nel dopoguerra per la ripresa dell’economia, mantenendo da allora forti legami e partecipazioni considerevoli nel capitale di rischio delle imprese finanziate.

Oltre a questi due fondamentali elementi, altri motivi di distinzione dei sistemi di corporate governance possono derivare da:

˗ il grado di sviluppo del sistema economico;
˗ la protezione offerta dalle leggi ai diversi interlocutori aziendali;
˗ l’esistenza e l’influenza di autorità di vigilanza esterne all’impresa;
˗ il ruolo svolto dallo Stato nell’economia, come semplice “regolatore” e garante del sistema o soggetto dirigista;
˗ la cultura dominante, in particolare per quanto riguarda valori di fondo quali l’assunzione della responsabilità per le proprie azioni, il superamento di conflitti di interesse, la ricerca di collaborazione tra le parti;
˗ la quantità e la qualità delle informazioni sull’attività di impresa diffuse nell’ambiente.

Sulla base dei precedenti elementi i sistemi di corporate governance possono essere ripartiti in tre principali modelli:
˗ modello anglosassone (Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda, Canada);
˗ modello renano (Germania, Giappone, Austria, Olanda, Paesi Scandinavi);
˗ modello latino (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia).