Gli Shakespeare per bambini di Tim Crouch
I, Shakespeare: il progetto di Tim Crouch
I, Shakespeare è una raccolta contenente quattro riscritture di alcuni dei più famosi drammi del Bardo: I, Peaseblossom (2004) ispirato a A Midsummer Night's Dream; I, Caliban (2003) ispirato a The Tempest; I, Banquo (2005) che riscrive la tragedia Macbeth e I, Malvolio (2010) che presenta una riscrittura di Twelfth Night. Le prime tre pièce vennero originariamente commissionate dal Brighton Festival e rappresentate sotto il titolo FairyMonsterGhost all'Unicorn Theatre di Londra nel 2006. A queste si aggiunse nel 2010 la riscrittura dedicata a Twelfth Night, inclusa nella raccolta I, Shakespeare. La più recente pièce tratta da un'opera shakespeariana e scritta per una giovane audience è I, Cinna (the poet) basata sul Julius Caesar, commissionata e prodotta dalla Royal Shakespeare Company. Pubblicato separatamente nel 2012 anche I, Cinna si inserisce nello stesso progetto teatrale e didattico.
Per avere un'idea più chiara delle ragioni che stanno alla base delle rivisitazioni di Tim Crouch è interessante considerare questo aneddoto, raccontato dall'autore nella pagina web dedicata al FairyMonsterGhost tour. Le radici del suo metodo di riscrittura per bambini trovano il fondamento in un episodio della sua adolescenza e vengono poi raffinate grazie all'esperienza teatrale:
«My dad was an English teacher in a secondary school. When I was 16 he took me to see Macbeth at the RSC in Stratford. We were not getting on too well at the time. On the way to Stratford, the car overheated. Dad took off the radiator cap and boiling water sprayed all over his face. We were both silent for the rest of the journey.
When we arrived, we went on a rowing boat on the River Avon. As he paddled around, his face red and blistered, Dad started to talk to me again; to talk about Macbeth. And I have never forgotten it. He talked about death and friendship and guilt and marriage and superstition and ambition and theatre and language and history. Even though he was talking about a play, he was talking about REAL things, things I'd never heard him talk about before. He knew Macbeth inside out; he quoted lines in a way that made them sound like they were written yesterday. He told me the story! I realised that no one had ever really told me the story before.
I'd like to be able to say that the RSC production was the most perfect end to the day, but I can't remember it. I just remember my dad, with a face covered in antiseptic cream, on that boat!!
My approaches to Shakespeare in I, Peaseblossom and I, Banquo attempt to combine the qualities of that boat trip with my dad with the incredible force of Shakespeare in performance. My ambition is always to tell the story, but also to fire up the sense of 'theatre' in a young audience, the sense of a live act of communication.
I'm not precious about the language; I steal and raid and mash together. I want a young audience to encounter Elizabethan language as though it was as fresh as new paint. Also I'm resistant to the 'Hero' view of history and literature. It feels right to let the main roles have a day off and let the little fellas have their say – even if the little fellas are dead (Banquo). Peaseblossom has one word in A Midsummer Night's Dream, but he is present at all these amazing moments in the play. Looking at the main action through the eyes of a lesser character invigorates our understanding of the whole.»
Dalle parole dell'autore deduciamo che il focus principale al momento della riscrittura è sul punto di vista dei personaggi minori, coloro che hanno assistito all'intera vicenda messa in scena nei drammi shakespeariani ma senza ricoprire un ruolo di primo piano. Crouch non vuole che la storia venga raccontata dall'eroe, ma piuttosto dai personaggi marginali o dagli "sconfitti" ("I'm resistant to the 'Hero' view of history and literature."), perché a suo parere tale scelta rafforza nel pubblico la comprensione dell'intero dramma. Questo stratagemma, oltre a essere dettato da una curiosità e un interesse personale dell'autore, aiuta anche a rispecchiare il punto di vista dei giovani sui grandi temi, che spesso rimane marginale. L'obiettivo di Crouch è introdurre i suoi spettatori ai capolavori shakespeariani prendendo come esempio il padre: raccontare la vicenda, estrapolandone i temi principali e presentandoli con uno stile e una struttura che risultino allettanti a dei giovani. Crouch vuole rendere il gusto del linguaggio originale utilizzando l'inglese dell'epoca elisabettiana, ma al tempo stesso rendendolo moderno e facilmente comprensibile ("I want a young audience to encounter Elizabethan language as though it was as fresh as new paint"). Non ultimo, egli cerca di suscitare interesse nel teatro e di mostrare la forza e le potenzialità della comunicazione teatrale ad un pubblico probabilmente alle prime armi ("My ambition is always to tell the story, but also to fire up the sense of 'theatre' in a young audience, the sense of a live act of communication"). […]
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Gli Shakespeare per bambini di Tim Crouch
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandra Castellazzi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Mariacristina Cavecchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 74 |
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