Lo "spago dei ricordi". L'esordio letterario di Goliarda Sapienza
I ricordi di Goliarda Sapienza in una ''Lettera apera''
Lettera aperta è il risultato di un faticosissimo – e doloroso – lavoro di ricerca interiore, che ha come scopo ultimo quello di «fare ordine», fra i molti e ingarbugliati ricordi dei primi vent’anni di Goliarda per, finalmente, affrontare una realtà che non era stata in grado di capire prima e di accettare poi e potersi così liberare delle «cose brutte che ci sono qui dentro». [..].
I dualismi ordine-verità e bugia-verità torneranno spesso in tutta l’opera di Goliarda Sapienza. Il tema della bugia, in particolare, rappresenta uno dei motori principali dei pensieri sia della Goliarda scrittrice, che della Goliarda attrice e perfino della Goliarda bambina e poi donna.
[...]
Siamo nel XXXVIII capitolo [dell'opera Lettera aperta], in cui Goliarda bambina chiede con insistenza allo zio Nunzio di raccontarle una storia, quasi il cavallo di battaglia dei racconti dello zio.
L’episodio lo si può collocare intorno ai primi anni ’20, durante i quali, la coppia Sapienza-Giudice, oltre a dirigere la Camera del Lavoro di Catania da quasi due anni, costituisce il giornale “Unione”, trasferendone la redazione a Palermo.
Questi e altri sono gli episodi con chiaro riferimento al clima politico e sociale presenti nel primo lavoro autobiografico della scrittrice catanese.
Nonostante gli sforzi di questo padre, così attento a non permettere alle istituzioni di contaminare la mente pura e promettente della sua Iuzza con idee fasciste, e di questa madre, la quale aveva sostenuto pubblicamente “il mio dovere di socialista è superiore al mio stesso dovere di madre”26, Goliarda non manca, quarant’anni dopo, di dare il suo personale giudizio:
Per mio padre e mia madre il sale della vita era l’odio e la ribellione. Peccato che di ironia non ne sapessero niente. Certo, quando sono vissuti ed hanno lottato, l’ironia era un lusso troppo grande, ma è un peccato lo stesso perché si sono trovati a lottare il fascismo con la stessa ottusità e rettorica del fascismo.
Questo li faceva un po’ fascisti. […] I miei genitori hanno lottato, certo, sono stati bravi, antifascisti, sindacalisti, ma non a caso mi hanno chiamata Goliarda, non ve l’avevo detto? Non vi ricorda niente questo nome?
Questo brano è tratto dalla tesi:
Lo "spago dei ricordi". L'esordio letterario di Goliarda Sapienza
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Informazioni tesi
Autore: | Anita Gensabella |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Alida D'Aquino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 81 |
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