Trapianto di fegato e Crescita Post Traumatica: un'indagine quali-quantitativa su un gruppo di pazienti dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
I processi di assimilazione e accomodamento
Brandstädter e Rothermund (2002) propongono un modello di processamento duale il cui obiettivo consiste nel ridurre la discrepanza tra i due significati, situazionale e globale, con l’applicazione di due strategie di coping, denominate assimilazione ed accomodamento. Attraverso la strategia di assimilazione si dà intenzionalmente l’avvio ad una ridefinizione del significato situazionale (Park e Folkman, 1997), mantenendo ben saldi gli elementi costitutivi il sistema di credenze. I processi di attribuzione causale hanno un ruolo importante nella fase di valutazione delle situazioni.
Sono funzionali per comprendere le cause che hanno scatenato gli eventi ed in questo modo, aumentare la percezione di controllo sulla situazione, fondamentale per un buon adattamento (Park e Folkman, 1997; Taylor, 1983). Ad esempio è possibile minimizzare le implicazioni avverse di un’esperienza attraverso un processo compensatorio di auto-valorizzazione del sé, che sposti l’attenzione dagli ambiti danneggiati dal trauma, focalizzandola sulle proprie qualità manifestabili in ambiti diversi (Taylor, Wood e Lichtman, 1983), oppure mettendo in comparazione il proprio vissuto con esperienze di altri dall’esito peggiore (Affleck e Tennen, 1993).
Il processo di accomodamento invece, porta alla decostruzione e al riposizionamento degli obiettivi di vita e della visione del mondo, sulla base della nuova situazione che si sta vivendo. Cambiare la propria visione risulta molto funzionale di fronte ad eventi stressanti di natura irreversibile (Park, 2010; Janoff-Bulman, 1992). Le conversioni religiose sono un esempio di accomodamento, che le persone attuano per ricercare spiegazioni alternative e più calzanti della realtà e delle esperienze che vivono (Park e Folkman, 1997). Il riposizionamento degli obiettivi di vita si verifica quando alcuni cambiamenti ambientali ne ostacolano la realizzazione; il soggetto in queste circostanze può reagire con la sostituzione dei vecchi obiettivi con nuovi obiettivi, o abbandonandoli del tutto (Thompson e Janigian, 1988).
Quando l’attività di ricerca di significato porta ad una conclusione maladattiva, i processi di rivalutazione cognitiva continuano, sfociando in un attività ruminativa. Per ruminazione si intende “una varietà di pensieri ricorrenti, correlati ad un evento, che comprendono ricerca di senso, problem solving, reminescenze e anticipazioni” (Martin e Tesser, 1996, p.192). La ruminazione depressiva non è focalizzata su esperienze di vita, bensì sulla depressione e le sue conseguenze e può avere gravi conseguenze sul normale funzionamento psicologico (Calhoun, Cann, e al. 2000, Nightingale et al., 2010). Tedeschi e Calhoun (2004) sostengono che i processi cognitivi di ruminazione focalizzati sul trauma e le sue conseguenze abbiano un ruolo fondamentale per il superamento della crisi, in quanto qualitativamente differenti dalla ruminazione depressiva.
Inizialmente i pensieri sono per lo più intrusivi, trasformandosi col passare del tempo, sempre più in deliberativi, ma generalmente co-occorrono. La ruminazione nell’accezione positiva è ciò che Park e Folkman chiamano meaning making process, il cui risultato, il meaning made, è frutto della riduzione di discrepanza tra il significato appreso e il significato globale (Park, 2010). Alcuni studi confermano l’esistenza di una correlazione tra ruminazione e crescita post-traumatica (Helgeson et al., 2006; Updegraff & Marshall, 2005). Si manifesta con cambiamenti profondi a livello esistenziale, grazie ai quali il soggetto fa esperienza di un sé rinnovato e potenziato in qualche aspetto di natura psicologica, fisica o relazionale.
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Informazioni tesi
Autore: | Erika Gerardi |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia dei processi sociali, decisionali e dei comportamenti economici |
Relatore: | Maria Elena Magrin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 86 |
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