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Il ruolo delle Regioni nella tutela delle acque

I principi generali del diritto dell’ambiente

Il diritto dell’ambiente costituisce la parte speciale del diritto pubblico che studia le fonti legislative nazionali, internazionali di tutela dell’ambiente e disciplina le norme sulla difesa degli agenti fisici quali il suolo, l’aria, l’acqua da fenomeni distruttivi22 scaturenti dall’azione umana o naturale; le norme sulla tutela della salute umana e sulla tutela delle bellezze paesaggistiche. Il diritto dell’ambiente, quindi, ha il ruolo primario di approntare idonee misure di salvaguardia al fine di tutelare quei fattori che forniscono sostentamento e benessere per l’uomo. Tali fattori sono: le fonti energetiche e le materie prime di origine minerale ed organica impiegate come fattori della produzione; l’habitat o ambiente in cui l’uomo vive ed opera; gli organismi viventi che influiscono sulla qualità della vita; lo spazio adibito alla ricezione degli scarti di produzione e dei consumi. Negli ultimi anni questi fattori hanno subìto uno sfruttamento incrementato dai processi di industrializzazione che hanno spesso portato ad un abbassamento della capacità rigenerativa del nostro pianeta ed ha compromesso la dotazione mondiale di fonti non rinnovabili. In questa situazione si è compreso che la costruzione di un diritto dell’ambiente e l’adozione di misure di salvaguardia deve interessare non il singolo paese ma la politica comunitaria. Il diritto dell’ambiente, pertanto, essendo una materia trasversale ed integrativa di molteplici settori del diritto, è influenzata da principi tanto nazionali o del singolo paese che comunitari. Dal punto di vista nazionale tali principi generali di diritto dell’ambiente sono illustrati nel Codice dell’Ambiente ossia il d.lgs. n. 152/2006 chiamato anche T.U.A. che trae origine da una legge delega del Parlamento, la L. n. 308/2004. In origine questo codice constava di sei parti a cui in seguito sono state aggiunte altre due che illustra la disciplina sanzionatoria degli illeciti amministrativi e penali in materia di tutela ambientale.
Nella prospettiva nazionale, i principi generali in materia di tutela dell’ambiente sono individuati nella parte I del Codice dell’ambiente rubricato “Disposizioni generali”, in particolare negli articoli 3 bis, 3 ter, 3 quater, 3 quinquies e 3 sexies. In base all’articolo 3 bis tali principi sono adottati in attuazione delle norme costituzionali e nel rispetto degli obblighi internazionali e del diritto comunitario. Questi inoltre costituiscono regole generali nella materia ambientale a cui devono conformarsi la produzione di atti normativi, di indirizzo e di coordinamento e l’emanazione di provvedimenti urgenti. L’articolo 3 ter sancisce il principio dell’azione ambientale secondo cui tutti gli enti pubblici e privati, le persone fisiche e giuridiche sia pubbliche che private devono indirizzare la propria azione e i propri atti nel rispetto dei principi sanciti dall’articolo 191 TFUE quali il principio di precauzione, dell’azione preventiva, della correzione dei danni causati all’ambiente alla fonte e il principio di “chi inquina paga”. Vi è quindi una connessione tra la disciplina nazionale e la politica comunitaria che ha propri principi di indirizzo dell’azione europea. In ambito europeo tali principi citati derivano da una svolta normativa caratterizzata dall’entrata in vigore nel 1987 dell’Atto Unico europeo che ha inserito nel Trattato istitutivo della Comunità europea un nuovo titolo dedicato alla tutela dell’ambiente. In precedenza, infatti la tematica avente ad oggetto la tutela dell’ambiente non era presente nel Trattato e non l’ambiente non era considerato un problema politico di interesse. All’interno del Trattato, infatti, l’ambiente era richiamato solo indirettamente e in modo strumentale alla realizzazione di obiettivi comunitari come la realizzazione e il buon funzionamento di un mercato unico europeo omogeneo ed uniforme. Tuttavia, il legislatore comunitario si accorse che la realizzazione di tale obiettivo poteva essere compromesso23 dalle differenze tra le legislazioni ambientali dei diversi paesi. Per rendere uniforme il mercato interno quindi si resero necessari degli interventi di armonizzazione in materia ambientale ai sensi dell’articolo 100 del Trattato CEE che aveva ad oggetto il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri. Oltre all’azione del legislatore europeo, l’interesse che l’opinione pubblica ha riservato per le tematiche ambientali ha favorito lo sviluppo di una politica ambientale organica. La politica ambientale dell’Unione europea, infatti, è costituita dall’insieme delle misure previste in ambito europeo a tutela dell’ambiente che comprende lo stato delle acque, dell’aria, del suolo, della fauna, della flora, del territorio e degli spazi naturali. In tale settore il diritto dell’Unione europea ha svolto un’azione di raccordo delle politiche nazionali. Per comprendere al meglio la portata dei principi contenuti nel Codice dell’Ambiente, bisogna analizzare i principi europei che disciplinano la materia ambientale che sono ispiratori dei corrispondenti principi nazionali in materia. Come detto, i principi europei in materia ambientale sono contenuti nell’articolo 191 TFUE. Il principio dell’azione preventiva sancisce che è necessario predisporre tutte le misure volte a prevenire eventi nocivi all’ambiente ed è finalizzato ad una logica di economicità secondo cui è meno costoso evitare che si producano danni ambientali piuttosto che intervenire successivamente per rimuoverne gli effetti. Il principio della precauzione invece prevede che laddove sussista una minaccia ad uno degli interessi tutelati dall’articolo 191 TFUE, devono essere adottate misure appropriate per impedire che questa si verifichi. Al contrario dell’azione preventiva, il principio di precauzione ammette l’adozione di misure riparatorie nel caso in cui il rischio è potenziale ed anche quando vi sono circostanze la cui dannosità per l’ambiente non è scientificamente provata. Il principio della correzione dei danni ambientali alla fonte impone che al verificarsi di un evento pregiudizievole per l’ambiente deve seguire l’immediata rimozione della fonte di inquinamento ad esso connessa. Infine, il principio di “chi inquina paga” sancisce che chiunque produca un danno all’ambiente24 è tenuto a rimuoverne a sue spese gli effetti e a provvedere al risarcimento in favore della collettività. Tale principio costituisce un deterrente all’esercizio di atti potenzialmente dannosi per l’ambiente e di far ricadere sul soggetto che ha posto in essere l’attività inquinante i costi.
A tali principi si ispirano i principi contenuti nel Codice dell’Ambiente. Nell’articolo 3 quater è previsto il principio dello sviluppo sostenibile per il quale ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del Codice ambientale, anche quella della pubblica amministrazione, deve assicurare la garanzia che “il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future”. Il successivo articolo 3 quinquies invece disciplina il principio di sussidiarietà e di leale collaborazione che caratterizza il rapporto tra Stato ed enti territoriali. Lo Stato in virtù del principio di sussidiarietà, infatti, interviene nelle questioni ambientali in tutte le situazioni che, per la difficoltà o per la loro ampiezza, non possono trovare soluzione in ambito territoriale. Infine, l’articolo 3 sexies illustra il diritto di accesso alle informazioni ambientali e di partecipazione a scopo collaborativo. Secondo tale diritto chiunque, anche senza dimostrare un interesse giuridicamente rilevante, può chiedere di accedere alle informazioni riguardanti l’ambiente e il paesaggio nel territorio nazionale nel rispetto delle norme sull’accesso contemplate nella L.241/90. In materia di informazioni ambientali è intervenuto il d.lgs. n. 33/2013 avente ad oggetto il riordino della disciplina in materia di obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. In particolare, il provvedimento in questione ha previsto l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di pubblicare sui propri siti istituzionali le informazioni ambientali che detengono ai fini delle proprie attività istituzionali dandone rilievo in una apposita sezione. Per quanto riguarda invece la possibilità di rilasciare informazioni ambientali agli enti locali, la L. n. 221/2015 prevede che i dati ambientali siano rilasciati agli enti locali previa loro richiesta in formato aperto ai fini del loro riutilizzo per iniziative volte all’impiego efficiente delle risorse ambientali a supporto della green economy.



22 DELL’ANNO PAOLO, PICOZZA EUGENIO, “Principi generali”, in Trattato di diritto dell’ambiente, Volume primo, Cedam, Padova, 2012, pp. 150 - 153
23 RENNA PAOLO, “I principi in materia di tutela dell’ambiente”, in Rivista quadrimestrale di diritto dell’ambiente, n. 1 – 2/2012, G. Giappichelli Editore, Torino, pp. 64 - 65
24 MANGIAMELI STELIO, “L’ordinamento europeo – le politiche dell’Unione”, Giuffrè Editore, Milano, 2018, pp. 539 - 541

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Il ruolo delle Regioni nella tutela delle acque

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Benincasa
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master di II livello in diritto dell'ambiente e dell'energia
Anno: 2023
Docente/Relatore: Enzo Di Salvatore
Istituito da: Università degli Studi di Teramo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

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