La diffusione della struttura divisionale: il caso Italiano
I motivi per differenziare secondo Fligstein
Il passaggio da una strategia dominante a una di diversificazione secondo Fligstein è dovuta a quattro aspetti fondamentali: il ruolo della strategia esistente in questo cambiamento, la turbolenza nei campi dell’organizzazione che ha permesso agli attori interessati di implementare nuove strategie, il ruolo dell’organizzazione nella selezione strategica e infine le forze dell’istituzionalismo.
L’organizzazione, inoltre, opera in tre campi: la strategia esistente e la struttura, il set di organizzazioni, e lo stato.
La prima comprende le strategie, le strutture e le tecnologie, riflettendo nei sistemi di potere e supportando chi li controlla.
La seconda, invece, si riferisce all’esistenza di una popolazione di simili organizzazioni che vengono definite in termini di linee di prodotti, mercati e grandezza delle imprese.
In base a quest’ottica le organizzazioni influenzano le azioni delle altre attraverso i network of dependency, e dipendono da simili risorse che le modellano in base all’ambiente che le circonda.
Infine è lo stato a definire le regole del gioco per il campo organizzativo anche se non vi partecipa direttamente, quindi può provvedere ad innestare ogni scintilla per un cambiamento.
A questo punto il Prof. Flingstein passa a descrivere gli autori, che devono riuscire in qualsiasi modo ad interpretare l’ambiente torbido nel migliore dei modi per ottenere una posizione dominante.
La posizione, quindi, è la chiave d’accesso al potere, e gli shock esterni possono condurre le imprese a percepire un bisogno di cambiamento come la soluzione per il successo e per lo sviluppo.
Infine gli shock non possono essere causati dai competitors, ma è la situazione macroeconomica, le organizzazioni esistenti e lo stato a poterli generare.
Infine la decisione di diversificazione segna una grande opportunità di cambiamento nella strategia nelle imprese americane, e questo è necessario perché il mercato presenta ogni giorno l’opportunità di diversificarsi accettandola come investimento per evitare di lasciar morire un’impresa modificandola in una più attiva e vivace.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La diffusione della struttura divisionale: il caso Italiano
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Informazioni tesi
Autore: | Mattia Galli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Giuseppe Delmestri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 49 |
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