La valutazione del rischio di crisi nelle società a controllo pubblico
I modelli predittivi o modelli di scoring
Oltre alla tradizionale analisi di bilancio, per valutare lo stato di salute di un’azienda possono essere efficacemente utilizzati dei modelli predittivi, di natura qualitativa o quantitativa. I primi sono di più difficile applicazione in quanto basati quasi esclusivamente sulle valutazioni soggettive dell’analista di bilancio, pertanto la loro capacità predittiva dipende dallo stesso analista e dalla sua esperienza relativamente alla lettura e all’interpretazione degli indici di bilancio calcolati.
I modelli di natura quantitativa si basano invece su formule matematiche, derivate da studi di carattere statistico su campioni significativi di aziende attraverso l’analisi dei loro indici di bilancio e lo studio della relazione tra i valori assunti dagli indici e le sorti delle aziende stesse in un arco temporale determinato.
I modelli di scoring impiegano delle tecniche statistiche per prevedere le situazioni di insolvenza aziendale, attraverso l’individuazione di valori soglia, da raffrontare con i valori acquisiti, per differenziare le aziende in difficoltà da quelle in salute. I primi modelli predittivi quantitativi prendono forma subito dopo il crollo della borsa di Wall Street del 1929, per soddisfare l’esigenza degli intermediari di disporre di strumenti di valutazione dell’affidabilità della clientela che dovevano essere al contempo efficaci, accurati e tempestivi, in modo da fornire all’analista indicazioni prospettiche circa l’eventualità che l’azienda indagata potesse cadere in uno stato critico talmente grave da non permetterle la restituzione dei finanziamenti ottenuti.
In merito al tipo di approccio matematico, quello univariato si fonda sull’utilizzo dei diversi indici di bilancio alla ricerca dei punti deboli dell’impresa; questo tipo di analisi prevede che gli indici selezionati vengano considerati separatamente o al più a gruppi omogenei per categoria, senza giungere a un valore di sintesi attraverso la loro combinazione. I risultati vengono poi comparati con i medesimi indicatori calcolati a livello di settore.
Al contrario, l’approccio multivariato prevede che i diversi fattori ritenuti rilevanti nella previsione della crisi di impresa vengano analizzati simultaneamente, attraverso una combinazione della tradizionale analisi di bilancio e particolari metodi matematico-statistici, che consentono di eliminare la soggettività che caratterizza la sola analisi di bilancio e di ottenere semplici valori numerici immediatamente interpretabili. Un modello è composto da un certo numero di variabili indipendenti, date dagli indicatori di bilancio, correlate attraverso coefficienti e formule matematiche e statistiche, al fine di rappresentare in maniera semplificata fenomeni complessi.
Nell’ambito della valutazione dell’eventuale stato di crisi di un’impresa, i modelli predittivi si focalizzano su un numero limitato di variabili esplicative, ritenute significative, in modo da sintetizzare efficacemente l’articolata realtà del sistema aziendale in condizioni di squilibrio economico-finanziario.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La valutazione del rischio di crisi nelle società a controllo pubblico
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Informazioni tesi
Autore: | Sabrina Rudi |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università Telematica "Universitas Mercatorum" |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Management |
Relatore: | Riccardo Tiscini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 81 |
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