Calciatori o cavie? La denuncia di Carlo Petrini

Per doping si intende un’infinita varietà di sostanze che possono essere somministrate attraverso svariate vie, anche se la principale di queste è la via orale; a seconda della sostanza e della via di assunzione, si avranno determinati miglioramenti per quanto riguarda la prestazione dei soggetti. I miglioramenti che si possono osservare sono a livello di forza, velocità, tempo di risposta, resistenza, velocizzare il recupero, sia a livello metabolico che muscolare, neutralizzare la fatica, possono influenzare la capacità di pompaggio del sistema cardiovascolare, il sistema respiratorio; possono inoltre ritardare l’inizio della fatica e la percezione di essa. Per quanto riguarda gli effetti collaterali che il doping è in grado di provocare, la lista che ne verrebbe fuori elencandole sarebbe decisamente più lunga di quella inerente i miglioramenti, perciò verranno citati solamente quelli di nostra competenza. Negli anni sopra citati, ovvero gli anni ’60, le pratiche dopanti non erano conosciute a fondo, da ciò si può facilmente dedurre che non lo fossero neanche le ripercussioni che provocavano nei soggetti a cui venivano somministrate, anche perché per la stragrande maggioranza delle sostanze non si manifestano immediatamente, ma a distanza di anni.

Uno dei casi più eclatanti riguarda lo stesso Carlo Petrini che racconta l’accaduto in un libro: Carlo a quel tempo giocava nel Genoa Club e doveva disputare una fatidica partita contro il Verona, nel libro narra di come lui e altri 4 suoi compagni vennero selezionati dal medico sportivo della squadra, che sottopose i prescelti ad una puntura; lo stesso Petrini racconta degli effetti che gli aveva provocato : sentiva in corpo un’ energia indescrivibile, sembrava indemoniato e persino compagni e spettatori se ne erano accorti.

Verso la fine della partita ai 5 giocatori soggetti alle punture, iniziò a schiumare dalla bocca una bava verdastra, che non seppero precisamente a cosa era dovuta, ma era tutto tranne che normale. Altro caso che deve essere menzionato è quello di Emmerich Tarabocchia, compagno di squadra di Carlo, sempre ai tempi del Genoa; era il periodo di campionato degli spareggi, ad un tratto prima della partita il massaggiatore chiama Emmerich negli spogliatoi dicendogli che doveva fargli assaggiare un “vino speciale”.