La figura dell'educatore professionale socio-pedagogico ai tempi del Covid-19
I Legami Educativi A Distanza
La pandemia di Covid-19, in Italia, ha messo fortemente in discussione le istanze partecipative ed inclusive che da sempre caratterizzano i servizi e le scuole per l'infanzia. Il lockdown, responsabile della crisi sanitaria, politica, economica e sociale, ha infatti modificato tempi, spazi e modi delle comunicazioni, delle relazioni e delle esperienze infantili, sia dentro che fuori i contesti educativi.
All'inizio del mese di marzo 2020 quasi due milioni di bambini di età compresa tra gli 0 ed i 6 anni hanno interrotto improvvisamente la frequenza del nido e della scuola dell'infanzia, considerati come luoghi di appartenenza identitaria, che aiutano gli infanti ad avviare, fin da subito, il dialogo, l'interazione e la co-costruzione di conoscenze, mediante le routines, le esperienze ludiche e le attività didattiche svolte in piccoli gruppi (Pontecorvo, Ajello, Zucchermaglio, 1991, cit. in Bottigli, Falaschi, 2020, p.184), affinché ognuno possa esprimersi liberamente, sperimentare nuove modalità relazionali e fare esperienza nella loro zona di sviluppo prossimale (Vygotskij, 1987, cit. in Bottigli et al., 2020, p.184), definita come la distanza tra il livello di sviluppo effettivo ed il livello di sviluppo potenziale del bambino, grazie al supporto di un individuo più competente, adulto o coetaneo. Il cambiamento inaspettato, che ha comportato la perdita della tranquillità dell'ambiente, ormai connotato da un clima di allarme e preoccupazione da parte di genitori e familiari, e la sospensione dei contatti, anche corporei, con gli adulti significativi, probabilmente ha provocato nella vita quotidiana dei bambini una perturbazione tale da incidere sulla sicurezza di base e sui processi di sviluppo delle autonomie e delle competenze. Difatti:
"Secondo l'indagine sull'impatto psicologico della pandemia nelle famiglie promossa dall'IRCCS dell'Istituto Giannina Gaslini di Genova a giugno 2020, il 65% dei bambini di età inferiore ai 6 anni monitorati durante il lockdown ha manifestato irritabilità, ansia […], disturbi del sonno […], problemi comportamentali, aggressività e regressioni" (Bottigli et al., 2020, p.184).
Il confinamento nelle abitazioni sofferto da bambini e genitori è stato ulteriormente aggravato dall'ambiguità sulla riapertura dei nidi e delle scuole per l'infanzia dal settembre 2020. Per le attività commerciali, produttive, sportive, ricreative e per i trasporti, nonostante le molteplici difficoltà, è stata programmata la ripresa in sicurezza, ma non per i servizi e le strutture per l'infanzia, non ritenuti erroneamente come una priorità. Al contrario la Commissione Europea afferma:
"l'educazione e la cura della prima infanzia […] costituisce la base essenziale per il buon esito dell'apprendimento permanente, dell'integrazione sociale, dello sviluppo personale e della successiva occupabilità […], con conseguente diminuzione del rischio dell'abbandono scolastico precoce […], e consentirà inoltre di ridurre i costi per la società in termini di spreco di talenti e spesa pubblica nei sistemi sociale, sanitario e persino giudiziario" (Commissione Europea, 2011, cit. in Bottigli et al., 2020, p.183).
La pandemia, impendendo la condivisione di spazi, tempi, esperienze, scoperte, emozioni ed il contatto e la comunicazione corporea, ha costretto i nidi e le scuole per l'infanzia ad adeguarsi riorganizzandosi completamente. Allo stesso tempo, i professionisti educativi hanno dovuto affrontare un percorso evolutivo che rispecchia il corso della Change Curve, vale a dire la curva di accettazione individuale del cambiamento, utile per comprendere le fasi di transizione personale durante un periodo pieno di mutamenti rilevanti nella propria attività professionale (Taplin, Clark, 2012, cit. in Bottigli et al., 2020, p.192). Inizialmente essi hanno tentato una "didattica emergenziale", rimanendo ancorati ai modelli educativi noti e cercando di replicare le dinamiche ed i processi tradizionali, successivamente, hanno attuato una "pedagogia dell'emergenza", accettando il mondo virtuale come contesto educativo ed adattando continuamente il proprio agire educativo. A tal proposito, la Commissione Infanzia Sistema Integrato Zero-sei, istituita presso il Ministero dell'Istruzione dal D. Lgs. 2017, n.65, per la fascia d'età "zerosei" ha proposto di realizzare i LEAD (Legami Educativi A Distanza), non la DAD (Didattica A Distanza), per poter fornire "supporto agli operatori per rinforzare (o riallacciare) il filo delle relazioni, mantenere o ricostruire quel contatto fatto di emozioni, sguardi, voci, vicinanza, condivisione, complicità, che per il personale educativo, i bambini e le loro famiglie rappresentava il vissuto quotidiano fino a poco tempo fa" (Commissione Infanzia Sistema Integrato Zero-sei, 2020, p.1). Per la nascita delle suddette pratiche educative in modalità a distanza è stato necessario rinegoziare il patto educativo tra i professionisti dell'educazione e le figure familiari, riconosciute come partner fondamentali di un'alleanza educativa, al cui centro vi sono la cura, il benessere e la formazione di ogni bambino, assumendo un'ottica di inclusione, di collaborazione e di co-progettazione. Si è trattato di un invito a investire sulla coeducazione:
"Educatori, insegnanti e genitori sono chiamati a confrontarsi con atteggiamento collaborativo e di rispetto reciproco, perché solo dalla coerenza educativa tra tutte le figure adulte che circondano il bambino può scaturire un percorso formativo che ne prenda in carico tutti gli aspetti: emotivi, cognitivi, relazionali, affettivi, morali, sociali" (MIUR, 2020, cit. in Antonietti, Guerra, Luciano, 2021, p.159).
I gruppi educativi e docenti si sono impegnati a mantenere un legame significativo con i bambini e le loro famiglie utilizzando dispositivi tecnologici, piattaforme per incontri, applicazioni mobili per favorire lo scambio reciproco di video, foto, audio e testi. Le telefonate e le videochiamate, inoltre, hanno contribuito alla creazione di brevi routines per i bambini, strutturando il tempo delle loro giornate. [...]
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La figura dell'educatore professionale socio-pedagogico ai tempi del Covid-19
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Informazioni tesi
Autore: | Miriam Perrone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi del Salento |
Facoltà: | Educatore socio-culturale |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Giuseppe Annacontini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 53 |
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