La costruzione del consenso. Il legame indissolubile tra la folla, il potere e il leader
I fattori e gli impulsi che animano la folla
Gustave Le Bon chiama “folla organizzata” una folla in cui gli individui smarriscono la propria personalità e coscienza, e dirigono i propri sentimenti e le proprie idee verso una direzione collettiva, come se fosse un unico corpo. Non basta che questi si trovino uno accanto all’altro fisicamente per formare una folla organizzata, anche se fossero in migliaia; è fondamentale che siano tutti legati in un’unica unità mentale; infatti è possibile che si formi una folla organizzata anche se i componenti sono molto distanti e separati tra loro. I caratteri peculiari di una folla dipendono da quelli dei componenti, e dagli stimoli che agiscono su di essi; alcuni caratteri possono essere presenti anche in un solo individuo che non deve inevitabilmente trovarsi all’interno di una massa, altri vengono acquisiti solo all’interno di una massa, ed è curioso vedere come qualcuno possa agire, pensare, sentire in modo del tutto diverso se fosse da solo.
I motivi per cui si verifica un tale fenomeno sociale e psicologico sono diversi, ma più o meno tutti riconducibili al nostro inconscio: "la maggior parte delle nostre azioni quotidiane sono l’effetto di motivi occulti che ci sfuggono"8. Il primo motivo è che all’interno di una folla l’individuo si sente forte anche solo per il fatto di far parte di un qualcosa di estremamente numeroso; questa sensazione di invincibilità fa venire meno il suo senso di responsabilità e lo incentiva a commettere atti che in un altro contesto avrebbe frenato. Il secondo motivo risiede nella facilità con cui, in una folla, si abbandona presto qualsiasi interesse o inclinazione personale a favore invece di quello collettivo, come una sorta di contagio. Il terzo motivo, probabilmente quello più importante, si trova nello stato di suggestione in cui cade l’individuo se resta sufficientemente a lungo nella folla, esso si comporterà come uno schiavo in preda alle direttive uniche prodotte dalla massa.
Generalmente la moltitudine è incivile e ignorante, e anche l’uomo più intelligente potrebbe diventare incolto, violento, istintivo e feroce all’interno di essa. Ma malgrado questo, le folle posso anche essere protagoniste di atti eroici, dipende tutto da come sono suggestionate.
Le folle sono impulsive, esse rispondono unicamente agli stimoli che ricevono, sono schiave di essi, perciò la maggior parte, se non tutte, delle azioni che realizzano sono dettate dall’inconscio e non dal cervello. Questi impulsi possono essere così coinvolgenti da annullare perfino l’istinto di conservazione di cui ognuno di noi è provvisto. Le folle sono mutevoli, cambiano rapidamente pensiero, ora sono artefici di un massacro, ora sono dei martiri. La facilità con cui passano da una volontà all’altra le rende estremamente difficile da governare e dirigere. Le folle sono particolarmente irritabili, non serve molto per incentivarle a passare immediatamente all’azione, dal momento che sono sprovviste di spirito critico e non amano pensare e ragionare, svelano tutta la loro crudeltà.
I sentimenti che animano le folle sono costituiti da due importanti caratteristiche: la semplicità e l’esagerazione. Le folle non sono capaci di abbracciare interamente l’intera sfera sentimentale che ogni essere umano possiede, piuttosto si allacciano alle emozioni più semplici come l’odio o la rabbia, non godono di una pazienza che possa fornire loro l’abilità di considerare tutte le sfumature, esse vedono o tutto bianco o tutto nero. Inoltre, le folle tendono a estremizzare ogni cosa, poiché solo un sentimento portato agli estremi è capace di impressionarle davvero. Sentimenti semplici e intensi conducono le folle a respingere idee, ragionamenti, opinioni e spiegazioni di qualsivoglia tipo, che un individuo isolato sarebbe risposto ad argomentare, anche a lungo, ma che una folla non accetta e non è disposta a discutere. Le folle sono autoritarie e intolleranti, e l’unica cosa che rispettano davvero è la forza, la bontà invece è vista come una debolezza; per questo motivo solo un tiranno è capace di dominarle e ricevere i loro servigi, un’autorità debole all'opposto sarà presto calpestata e sollevata.
Le folle pensano quasi esclusivamente per immagini, di conseguenza si lasciano colpire solamente da queste. Essendo incapaci di riflettere, avrebbero difficoltà nell’apprendere un testo, ed essendo prive di pazienza non impiegherebbero neanche del tempo per farlo, contrariamente le immagini non richiedono particolare attenzione e sono decisamente più sorprendenti. Inoltre, non sono i fatti in sé a colpire le persone, bensì come vengono presentati. "Cento piccoli delitti, o cento piccoli incidenti, non colpiranno affatto l’immaginazione delle folle, mentre un grosso delitto, una sola catastrofe, la colpiranno profondamente anche se le conseguenze saranno infinitamente meno gravi di quelle dei cento piccoli incidenti presi assieme"9.
8 G. Le Bon, Psicologia delle folle, ShaKe Edizioni, Milano, 2019
9 Ibidem
Questo brano è tratto dalla tesi:
La costruzione del consenso. Il legame indissolubile tra la folla, il potere e il leader
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Informazioni tesi
Autore: | Roberto De Rosa |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Cassino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Curriculum Comunicazione |
Relatore: | Fiorenza Taricone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 63 |
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