L'interesse del minore nell'ordinamento giuridico
I doveri del figlio nei confronti dei genitori
Il figlio, oggi, è considerato in grado di valutare in modo autonomo i propri interessi e di compiere delle scelte responsabili per se stesso e per gli altri, assumendo un ruolo nuovo e di collaborazione all'interno della famiglia proprio in ragione del carattere di reciprocità delle relazioni genitori - figli. Ciò comporta l'assunzione, da parte del figlio, di maggiori responsabilità nei confronti della famiglia stessa.
Il titolo nono del codice civile è introdotto con l'enunciazione dei doveri dei figli verso i genitori, ma l'attuale formulazione dell'art. 315 c.c. è mutata a seguito della riforma del 1975.
Nella formulazione precedente la riforma, la norma recitava: "il figlio, di qualunque età sia, deve onorare e rispettare i genitori". Il significato della norma abrogata evidenziava, da un lato, la visione della famiglia autoritaria e gerarchica che caratterizzava, sotto la vigenza del codice civile, i rapporti familiari (in particolare, i rapporti genitori - figli), dall'altro, la volontà del legislatore di non limitare il dovere di "onorare e rispettare i genitori" al minore di età, che doveva permanere in capo al figlio anche dopo il raggiungimento della maggiore età.
Nell'attuale formulazione è stato eliminato sia l'obbligo di onorare (lasciando solo quello di rispettare) che il riferimento all'età del figlio.
Tale formulazione presta maggiore attenzione alla sfera personale del soggetto, inserendosi in un contesto nuovo nel quale, da un lato, si è ravvisata l'inopportunità che la norma enunciasse esclusivamente doveri di tipo patrimoniale in capo al figlio e, dall'altro, riflette il mutamento della concezione dei rapporti genitori - figli. La posizione di questi ultimi rispetto ai genitori, infatti, non si deve più considerare in termini di soggezione ed obbedienza, ma di semplice rispetto nei confronti di soggetti esercenti una potestà intesa come potere - dovere. I figli devono apprestare ai genitori l'aiuto necessario per il soddisfacimento dei bisogni essenziali della persona, sia di ordine materiale che di ordine spirituale.
"Il legislatore, il quale aveva usato il termine tradizionale (onore) addirittura recepito dai dieci comandamenti (onora il padre e la madre), è passato dal riferimento al trasporto affettivo, che spesso può affievolirsi o addirittura mancare a seguito di disaccordi e di incomprensioni, al più concreto termine del rispetto, esigibile nei confronti di qualunque persona, al di là delle relazioni parentali".
Il figlio sarà tenuto ad osservare le indicazioni dei propri genitori, ma la sua volontà e le sue necessità dovranno essere tenute sempre più in considerazione con il progredire della sua capacità di discernimento. Il dovere di rispetto dei genitori costituisce un dovere morale e sociale ed il suo richiamo da parte della legge non vale a conferirgli carattere di giuridicità, non essendo il suo adempimento garantito da alcuna sanzione giuridica. Tale convinzione è stata validamente supportata dall'analisi dei lavori preparatori, dai quali si deduce che alla base dell'inserimento del dovere di rispetto il legislatore della riforma avrebbe posto il "carattere etico della famiglia, più accentuato che negli altri istituti di diritto privato". Si deve, però, evidenziare anche la posizione di chi inquadra il dovere in esame in un più ampio rapporto di collaborazione all'interno della famiglia, attribuendogli così valenza giuridica e non carattere meramente etico. Questa tesi parte dall'assunto che né la mancanza di una espressa sanzione giuridica del dovere di rispetto né l'analisi dei lavori preparatori possano essere considerati elementi sufficienti per sancire l'irrilevanza giuridica della norma in questione. Sotto quest'ultimo profilo si è espressa anche la Suprema Corte, secondo la quale "i lavori preparatori non possono essere decisivi ai fini dell'interpretazione di una norma, anzi si deve attingere a simili fonti con estrema cautela, specialmente quando l'evoluzione dell'intero ordinamento giuridico comporta una modificazione di concetti espressi in un contesto storico assai lontano e sensibilmente diverso dall'attuale".
Si sottolinea come il dovere di rispetto previsto a carico dei figli "evidenzia oggi la reciprocità del rapporto, in quanto bilancia quel dovere di rispetto della personalità dei figli espresso dall'art. 147 c.c.". Il richiamo all'art. 147 c.c. si deve intendere come indicativo dello stretto legame tra il dovere di rispetto e la funzione educativa; in tale prospettiva, ogni situazione deve essere analizzata nell'ambito del più ampio rapporto familiare, nel quale non è possibile distinguere tra i rispettivi diritti e poteri in quanto "le posizioni di dovere e potere contribuiscono a caratterizzare la più complessa situazione dell'individuo all'interno del gruppo e nei confronti degli altri singoli membri. Da questa logica non si estranea la posizione del figlio; sicché, da un lato, il dovere di rispetto assume giuridica rilevanza nei limiti in cui è parte di una posizione soggettiva che si caratterizza nelle diverse situazioni semplici, doverose e di diritto – dovere di rispetto, dovere di coabitazione, diritto all'istruzione - che in essa confluiscono, dall'altro lato, voler verificare gli effetti corrispondenti all'inosservanza del dovere di rispetto senza considerare che questo dovere è parte di una situazione più complessa – appunto quella del figlio nell'ambito del rapporto familiare - equivale ad una visione parziale".
Il concetto fondamentale è, dunque, rappresentato dalla solidarietà familiare, in cui si ritrovano tanto le posizioni dei figli quanto quelle dei genitori in rapporto di reciprocità. Nel rapporto genitori - figli deve, dunque, sussistere quello spirito di collaborazione che si concreta anche nel dovere di rispetto dei figli nei confronti dei genitori, al fine di consentire a questi ultimi di poter realizzare il loro diritto - dovere di mantenere, istruire ed educare la prole nel rispetto delle loro esigenze allo scopo di garantire il corretto ed armonico sviluppo della loro personalità.[...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'interesse del minore nell'ordinamento giuridico
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Bianchini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Gian Piero Milano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 198 |
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