Alterazione del microbiota intestinale e umore: ruolo dei contaminanti e degli additivi alimentari
I contaminanti alimentari
Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento della frequenza dei disturbi infiammatori intestinali e sistemici, anche in aree geografiche precedentemente considerate a bassa incidenza. Questo fenomeno può essere attribuito al cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari della popolazione umana. Si è infatti assistito nella dieta ad un aumento del consumo di proteine, dolci, grassi saturi e di additivi alimentari. Soprattutto i nostri cibi sono troppo spesso contaminati da residui di sostanze chimiche non desiderate che si sono rivelate potenzialmente dannose per il microbiota intestinale e per la salute dell’intero organismo.
Il tratto gastro-intestinale è il primo a venire in contatto con le sostanze estranee contenute nel cibo che ingeriamo o in ciò che beviamo. Se da una parte il microbiota intestinale e la barriera mucosale ci difendono dagli agenti esterni potenzialmente dannosi, tanto che il microbiota intestinale ha dimostrato un potenziale metabolico superiore a quello del suo ospite, dall’altra rappresentano le prime strutture ad essere perturbate, con conseguenze a volte molto pericolose per l’intero organismo.
Le interazioni tra gli xenobiotici, sostanze estranee normalmente non presenti nell’organismo, e il microbiota intestinale sono reciproche e molto dinamiche: il microbiota può metabolizzare direttamente lo xenobiota, ma può anche influenzare l’espressione dei geni metabolizzatori dell’ospite e l’attività dei suoi enzimi. D’altra parte gli xenobiotici possono alterare il microbiota e portare a disbiosi, che a sua volta è collegata a tutta una serie di disturbi e patologie.
Secondo la FAO vengono prodotte ogni anno per il consumo umano circa quattro miliardi di tonnellate di cibo e le richieste stanno aumentando sempre di più. Per soddisfare questo bisogno crescente, agricoltura e industria alimentare utilizzano strategie al fine di aumentare la produttività e prolungare la conservazione degli alimenti. A ciò si aggiunge il fatto che spesso i terreni, le acque e l’aria sono contaminati da sostanze prodotte da varie attività antropiche anche risalenti ai decenni passati. Per fare un esempio, circa 2,5 milioni del suolo della sola Europa sono risultati inquinati.
Purtroppo tutto ciò pesa notevolmente sulla salute umana e può avere conseguenze tutt’altro che trascurabili: da una parte produzione di cibi con scarso valore nutritivo e dall’altra tracce di contaminanti e additivi spesso dannosi negli alimenti che arrivano sulle nostre tavole.
Si calcola che possono essere aggiunti intenzionalmente o accidentalmente oltre 1000 xenobiotici ai prodotti alimentari trasformati. Questi possono finire nel cibo durante la coltivazione, il raccolto, l’allevamento, le varie fasi di lavorazione o addirittura durante la sua
cottura. Quando noi consumiamo il nostro cibo introduciamo anche questi xenobiotici, i quali possono rappresentare un grave pericolo per l’omeostasi intestinale. Molti di loro sono in grado di alterare il microbiota, causare infiammazione intestinale e sistemica con conseguenze anche molto gravi sulla nostra salute, come disordini metabolici (obesità, diabete), malattie epatiche, immunologiche, neurologiche, cancro.
La pericolosità dei contaminanti alimentari è aumentata dal fatto che l’esposizione è prolungata nel tempo e il loro numero è così elevato che è molto difficile prevedere l’effetto di un’esposizione contemporanea a più sostanze. Inoltre una volta che ne è stata autorizzata la commercializzazione, anche se poi vengono tolte perché ritenute pericolose, molti degli oggetti costruiti con queste sostanze rimangono in uso ugualmente ed esse permangono a lungo nell’ambiente.
[…]
Come possiamo vedere i principali contaminanti dei cibi possono essere di tipo fisico (microplastiche), biologico (virus, batteri, parassiti) e chimico (pesticidi, antibiotici, metalli pesanti, contaminanti organici persistenti, derivati da processo termico).
Essi possono essere introdotti nei cibi durante tutte le varie fasi del ciclo alimentare, dalla fase agricola fino al confezionamento e persino durante la cottura.
In questo lavoro tratterò i contaminanti di tipo fisico e quelli di origine chimica, introdotti accidentalmente o intenzionalmente negli alimenti dalle attività dell’uomo ed esaminerò la loro capacità di perturbare l’equilibrio del microbiota intestinale e di provocare infiammazione e squilibri dell’umore e del comportamento umano.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Alterazione del microbiota intestinale e umore: ruolo dei contaminanti e degli additivi alimentari
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Informazioni tesi
Autore: | Sonia Sani |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Operatore in biodiscipline olistiche per la salute - Naturopata olistico esperto in alimentazione naturale |
Anno: | 2021 |
Docente/Relatore: | Sabina Bietolini |
Istituito da: | UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 43 |
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