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L'evoluzione dell'Identità Europea tra cosmopolitismo e dinamismo culturale

I caratteri dell’attuale Modello Sociale Europeo

L’apporto degli elementi desunti dalla storia sugli attuali modelli di Stato sociale in Europa è senza dubbio di notevole entità. Oggi più che mai il tema della sicurezza sociale, collegato ad un senso di benessere nella vita quotidiana, è di primaria importanza nelle agende politiche delle nazioni europee. Esse lo affrontano con presupposti, iniziative, istituzioni che affondano le proprie radici nelle proprie vicende storiche. E’ evidente, dunque, che esistono diverse definizioni di un modello sociale europeo: esso non può infatti essere considerato un “concetto unitario, ma una miscela di valori, conquiste e aspirazioni, variabili per forma e grado di realizzazione tra i diversi Stati Europei” (Giddens, 2007: 4).
L’evidenza dell’eterogeneità di sviluppo dei sistemi di welfare in Europa emerge con chiarezza dalla seguente tipologia dei modelli di intervento sociale in Europa:
- Modello Continentale (Francia, Germania, Lussemburgo) interventismo accentuato, alti standard sociali; caratterizzato da un’influenza limita del mercato sulla protezione sociale, su sussidi di disoccupazione e pensioni relativamente alti e forti unioni lavorative;
- Modello Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia) rilevanza del fattore “vecchiaia” nel sistema di sicurezza sociale. Pensioni elevate, forte protezione della fascia lavorativa, bassi sussidi di disoccupazione;
- Modello Anglo-Sassone (Irlanda, Gran Bretagna, Portogallo) modello basato sull’andamento del mercato, di tipo minimalista. La maggior parte della spesa pubblica per il sociale è destinata ad incentivare le assicurazioni sulla disoccupazione, insieme a sussidi di breve termine. Bassa disoccupazione, deboli unioni lavorative, tasse non elevate, forte crescita economica;
- Modello Nordico (Danimarca, Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Austria) uno dei modelli più ambiziosi nello scenario europeo.
Fonte di dibattiti sulle riforme da attuare, presenta una politica economica che favorisce il libero mercato, combinato con un sistema di sicurezza sociale molto efficiente, basato su bassa disoccupazione e grande aiuto statale nei confronti di una continua formazione
educativa e efficace assistenza nella ricerca di un lavoro (Lauk, 2009: 56-57).
L’ultimo prototipo di Stato sociale sembra costituire attualmente il fiore all’occhiello dell’Europa, poiché esso riesce a concretizzare il principio di solidarietà sociale all’interno di uno schema politico di sicurezza sociale.
Proprio questo sembra essere uno degli obiettivi principali cui deve giungere il processo di ideazione di un comune modello sociale europeo. L’esigenza di uno Stato sociale che sia europeo è diventata infatti ancora più forte dopo il secondo conflitto mondiale: i servizi del Welfare State “si sono man mano trasformati da simbolo dei diritti di cittadinanza in strumento di esclusione sociale e segno di disonore sociale” (Bauman, 2006: 80). La promozione della solidarietà, così efficace nel modello nordico (in particolare in Danimarca) è dunque il primo fattore da solidificare a livello europeo. Cosa si intende però più specificamente per solidarietà sociale?

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'evoluzione dell'Identità Europea tra cosmopolitismo e dinamismo culturale

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Bovino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Domenico Maddaloni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 78

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