Libano: crisi della democrazia o democratizzazione interrotta?

Una delle componenti più rilevanti e innovative emerse negli ultimi vent'anni in Libano è certamente quella rappresentata da Hezbollah, il movimento sciita che dalla fine della guerra civile ad oggi è stato sempre più influente sulla scena politica e sociale libanese.

Hezbollah o Hizb Allah che significa “partito di Dio” (da Hizb che vuol dire partito e Allah Dio), si sviluppa in Libano a partire dal 1982, anno dell'invasione israeliana del paese e dell'inizio della resistenza contro di essa.

Il percorso di questo movimento passa da una fase iniziale in cui c'è una piena identificazione con i dettami islamici scaturiti dalla rivoluzione iraniana del 1979 ad una fase in cui c'è un maggior coinvolgimento nella vita politica del paese fino a diventare un elemento chiave nella competizione elettorale.

La perdita di consensi subita da Amal dopo la scomparsa di al-Sadr e la contestuale invasione israeliana del 1982, diedero vigore ad un nuovo gruppo di sciiti libanesi, che influenzato dall'Iran khomeinista e addestrato dai suoi pasdaran nella Valle della Bekaa portò alla nascita del “partito di Dio”, composto da elementi provenienti da hizb al-da’wa (un partito islamista sciita iracheno creato negli anni Cinquanta), dalla corrente islamista di Amal e dalla resistenza palestinese (V. Nasr 2007, p. 108).

La nascita ufficiale dell'organizzazione arrivò nel 1985 con la pubblicazione della al-risal al-maftuha, la “lettera aperta agli oppressi”. In tale documento, che può essere considerato il manifesto di Hezbollah, si afferma apertamente che l'Islam è una religione globale e che, di conseguenza, il modello ideale politico è lo Stato islamico, in questo caso una repubblica islamica sul modello iraniano.

Come il documento spiega in modo chiaro, tuttavia, lo Stato islamico non può essere imposto con la forza da un gruppo ad altri, facendo intendere che saranno i libanesi stessi a scegliere un giorno questa forma di governo (Pioppi 2010, p. 71).

Oltre a questa precisazione, che si rivelerà importante per la successiva evoluzione politica del movimento islamista, l'ideologia e il programma di Hezbollah – che riconosce come autorità suprema la guida della rivoluzione iraniana – sono apertamente di tipo anti occidentale e anti israeliano, auspicando dunque una partenza di USA e Francia dal Libano e la liberazione della Palestina.

Proprio questo tema farà avvicinare Hezbollah ai palestinesi e proprio la resistenza all'occupazione israeliana del sud del Libano legittimerà la presenza armata del movimento sciita (Norton 2007, p. 477). A livello interno, durante la guerra civile e prima degli accordi di Ta'if, Hezbollah poteva essere definito un partito rivoluzionario e antisistema. Infatti, non solo il movimento sciita credeva che il sistema di governo libanese fosse illegittimo, ma anche che potesse essere riformato esclusivamente attraverso un'azione esterna.

La posizione espressa da Hezbollah in quel periodo era di opposizione al confessionalismo politico, di rifiuto nei confronti della posizione privilegiata dei maroniti e delle condizioni di sottomissione degli sciiti (Saad-Ghorayeb 2002, pp. 26-27). Supportato dall'Iran per affinità ideologica alla propagazione del messaggio della rivoluzione islamica e dalla Siria per convenienza strategica nel controllo del Libano, Hezbollah anche per questi motivi ha avuto un'ideologia piuttosto flessibile.

Infatti, seguendo la guida della rivoluzione iraniana ed avendo questi il diritto di mutare l'ideologia del partito o i principi guida a seconda delle circostanze storiche e sociali, il partito sciita libanese ha potuto trasformarsi negli anni senza per questo rinnegare le proprie origini e la propria ideologia (Di Peri 2009a, p. 45).