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Assolutismo e libertà comunali alla periferia dello Stato Pontificio

Guerre, paci, tumulti: eserciti e masnade al confine

Alla situazione di perenne lotta tra fazioni, e tra campanili, durante la prima parte del Cinquecento si sovrappongono anche le scorrerie degli eserciti che, durante le lunghe guerre tra Francia e Asburgo prima, e poi nella cosiddetta “Guerra del sale” di Paolo IV contro l’Impero spagnolo, si acquartierano, saccheggiano, combattono al confine tra Regno di Napoli e Marca.

Soprattutto durante le operazioni belliche svoltesi lungo la vallata del Tronto negli anni 1556 e 1557, come altre città del basso Piceno la stessa Ripatransone, reduce da ben due saccheggi operati nel 1515 e nel 1521 da un armata di cinquemila fanti spagnoli al soldo di Carlo V, capitanata da Garcia Mandriguez, dovette subire fortemente i contraccolpi, e dell’alloggiamento dei soldati pontifici, e delle distruzioni arrecate dal marchese di Trivico, governatore dell’Abruzzo.

Inoltre, essendo per tradizione località, insieme ad Ascoli e ad Offida, di deposito di grandi riserve di grano e biade per l’esercito, anche la gestione dei rifornimenti dovette creare non pochi problemi. Spesso, tuttavia, i pericoli non arrivavano dall’esterno.

Si è visto come le ostilità municipali, lungi dall’essere parate folkloriche, rappresentassero per le popolazioni che ne facevano, di volta in volta, le spese, eventi fortemente drammatici, tanto da richiedere in alcuni casi l’intervento diretto del Sovrano Pontefice. Tuttavia, come sottolineato da Irene Fosi, all’endemica faziosità politica delle città, che contribuisce a “riempire il serbatoio” delle compagini di banditi, nel corso del XVI secolo si va aggiungendo, e spesso affiancando, uno stato di agitazione e povertà, diffuso soprattutto nelle campagne:

“Se dunque nella Marca, fino agli anni ‘80 [del Cinquecento], il banditismo si caratterizzò per un’origine prevalentemente autoctona, generata dalla compenetrazione fra delinquenza comune e fuoriuscitismo politico, con la fine del secolo la zona divenne il teatro delle scorrerie di Alfonso Piccolomini e di Marco Sciarra che trovarono un fertile terreno per rafforzare le proprie compagini. L’insofferenza verso il potere centrale ed i suoi rappresentanti locali, il deteriorarsi delle condizioni economiche dei piccoli contadini, in conseguenza dei frequenti cattivi raccolti indubbiamente favorirono l’apporto ed il sostegno della popolazione locale ai capi banditi.”

Rivolte, ruberie, banditismo, rivalità cittadine testimoniano dunque, anche nel Piceno, la delicata situazione di un territorio in cui lo “Stato” del Papa, si scelgano le cause che si vuole, per molti versi fatica ancora ad imporsi.

E infine, considerata la serie infinita di saccheggi, vessazioni e devastazioni, perpetrati lungo tutto il secolo dagli eserciti, “stranieri” durante le guerre d’Italia, “autoctoni” nell’infinita serie di guerre di campanile, e il costante aumento della pressione fiscale da parte del governo di Roma, cui vanno senza dubbio aggiunte le cicliche insorgenze di epidemie e carestie, non meraviglia poi così tanto che gli uomini delle campagne e delle montagne, privi di voce in qualsivoglia capitolo, soggetti al dominio dei patriziati cittadini e poco o nulla tutelati dal potere centrale, si volgessero spesso e volentieri a sostenere il contro-potere, il ribelle, il bandito.

Che anche dopo i pur efficaci provvedimenti di Sisto V prima, e di Clemente VIII poi, il problema della sicurezza, in special modo nella Marca meridionale, fosse ancora sentito come del tutto consistente, lo testimonia anche il caso piccolo, e concreto, di una lettera del 1607 agli Anziani di Ripatransone, in cui il Cardinale Alfonso Visconti, governatore di Ascoli, si riferisce esplicitamente a una grave “congiontura di banditi”, le cui spese tutte le comunità della zona sono tenute a sostenere.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Assolutismo e libertà comunali alla periferia dello Stato Pontificio

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Ameli
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia
  Relatore: Valerio Marchetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 173

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