I registi non sono quello che sembrano: Viaggio onirico nel mondo del cinema lynchiano
Gnosi Lynchiana: fuoco, suono, elettricità e vento
I Cani che abbaiano avvisandoci che qualcosa di sinistro sta per accadere, la corrente elettrica inizia a farsi intermittente ogni qualvolta che un essere soprannaturale si sta avvicinando, infine, il fuoco, elemento definito come magico dal regista, che diventa ipnotico. Ogni film di Lynch ha alcuni elementi naturali e sonori che si ripetono spesso, diventando come mantra per il regista.
Ogni elemento non è più concepibile come lo intendiamo noi nella sua valenza scientifica ma sembra acquisire una sua libertà e una sua identità; si muove, ci parla e diventa la manifestazione di una presenza benigna o meno. Il fuoco, sopratutto, ha una valenza magica ed emotiva, indica passione ma assume valenze profetiche più profonde; nella tradizione popolare, è un elemento che può prevedere sia il buono che il cattivo. Elemento più inquietante è il latrato dei cani, che già nella parapsicologia è collegato al pericolo. Il cane, così come i gatti, sono dotati di un sesto senso, odono in lontananza recependo il pericolo molto prima degli umani. In moltissimi film il suono dei cani da inizio a una visione demoniaca o alla presenza di uno spirito. In Strade Perdute, film del 1997, i cani ci avvisano quando sta per comparire il cosiddetto ‘’Uomo del Mistero’’, presenza inquietante che sembra non appartenere a questo mondo. Questi mana che ritroviamo nella produzione lynchiana sono primitivi quanto le credenze popolari alle quali sono associati, regolando il potere soprannaturale. Il suono dei cani, la luce intermittente di un semaforo rotto, i lampi, il fuoco e così via sono le manifestazioni terrene dell’arrivo di un evento paranormale. David Lynch fa spesso riferimenti espliciti o impliciti a una mentalità e a una cultura di tipo monista, nella quale il mondo terreno e quello paranormale non coesistono separatamente ma convivono creando un’unica realtà. Come tratterò parlando della serie Twin Peaks, questi elementi sono anche in grado di condizionare inconsciamente il comportamento dell’uomo.
La tavola periodica di Lynch può essere analizzata per capire, durante la visione del film, a cosa stiamo andando incontro. Il fuoco, sopratutto, viene visto come l’elemento più codardo di tutti, si muove sinuoso, è ipnotico ma si nasconde in modo codardo nel suo stesso fumo. Il fuoco può essere sia la rappresentazione del Male, come entità fisica, sia un elemento di rinascita, come vedremo successivamente in Twin Peaks e nel suo sequel Fuoco cammina con me. Tutto ciò associato al fuoco, per esempio l’elemento legno, considerato il suo vettore, è anch’esso correlato a questa simbologia. Ancora prima della comparsa dell’umanità, il fuoco era l’elemento distruttore per eccellenza.
Il protagonista della serie, innamorato di Annie, le dice: “La tua foresta è così bella e tranquilla”, ma lei risponde: “In parte è stata incendiata. Ho cercato di mettere nuove piante ma non hanno attecchito. Ogni foresta ha le sue zone d’ombra”.
La foresta è quindi anche metafora della psiche umana, di cui la Loggia costituisce la parte più buia, inconoscibile, pericolosa.
Il fuoco è ciò che ha consentito all’uomo di uscire dalla condizione animale, di iniziare a padroneggiare la natura. Ma ha permesso anche all’essere umano di forgiare le armi, quindi di fatto è ciò che lentamente lo ha reso una creatura demoniaca, capace di uccidere su larga scala i propri simili e le altre creature viventi. Laura Palmer, durante un monologo, nel lungometraggio Fuoco cammina con me vede il suo futuro nel fuoco, premonito della sua morte imminente:
“Per qualche minuto non sentirei niente di niente. E alla fine però prenderei fuoco ed arderei in eterno. E gli angeli non mi potrebbero aiutare, perduti anche loro in un grande vortice.”
Tutti i personaggi nella produzione di Lynch che hanno a che fare con il fuoco sono o personaggi malvagi o vittime di future sventure. Ci sono molti elementi naturali che suggeriscono la natura dei personaggi; nella prima inquadratura di Twin Peaks, Leland Palmer, compare davanti a un fuoco e si muove spesso fra mascheroni totemici di legno del Great Northern. Quello che inizialmente apparirà come un padre di famiglia distrutto per la morte della figlia, si svelerà poi come l’incestuoso stupratore e l’assassino di quest’ultima. Se Leland era così malvagio perché la moglie non sembra essersi accorta di nulla? Anche qui la spiegazione è psicologica: la donna potrebbe aver rimosso il pensiero abominevole dell’incesto, non riesce a vederlo a livello conscio. Leland, la rappresentazione del male, è consapevole o no delle sue azioni?
In parte sembra averle rimosse; nelle scende dopo la morte di questa il padre balla nel soggiorno con la fotografia di Laura tra le braccia e al suo funerale si lancia sulla bara di questa gridando “la mia bambina”. Anche qui Lynch ci da due indizi più o meno espliciti sulla colpevolezza del padre. La fotografia della figlia di rompe e le mani di Leland gettano il sangue sul vetro e sulla sua immagine mentre, al funerale, quando si getta sopra la sua bara, la carrucola inizia a oscillare creando un movimento allusivo all’atto sessuale.
In Twin Peaks tutta l’umanità, l’innocenza e la bontà delle persone non sono altro che pabulum ignis, l’alimento del fuoco. Tutti hanno qualcosa da nascondere.
Tutti mentono. Tutti hanno segreti e rivelano la loro doppia natura. Non a caso ogni personaggio con cui veniamo a contatto è sposato, ma ha un amante o figli illegittimi.
Altro elemento fondamentale che si ritrova in ogni interno è l’elettricità, spesso rappresentata da lampada accesa abbandonata in stanze spoglie e claustrofobiche, la stessa corrente elettrica che troviamo nei lampi e nei semafori.
La luce, spesso artificiale, si pone come un polo positivo in un contesto dominato dal buio, ma, nel momento in cui questa si accede e si spegne a intermittenza, il confine tra i due mondi sembra unirsi in un piano unico. Come vedremo in Twin Peaks, Velluto Blu e in Strade perdute, David Lynch sembra avere l’idea fissa che, dietro ad una realtà tranquilla e sonnacchiosa, al di sotto della superficie delle cose e della vita quotidiana, si nascondano il mistero e l’oscurità, ma fa di tutto per non comunicarcelo esplicitamente. Almeno, non subito.
“Twin Peaks è diversa, lontana dal resto del mondo, ed è proprio per questo che ci piace. Ma c’è anche il rovescio della medaglia, come in tutte le cose. Forse è il prezzo che paghiamo per vivere qui. C’è una specie di malattia nell’aria. Qualcosa di molto, molto strano fra questi vecchi boschi. Puoi chiamarla come vuoi, una maledizione, una presenza, assume forme diverse, ma è stata tenuta lontano da qui da tempo immemorabile e noi siamo sempre pronti a combatterla. Come i nostri padri. E non finirà con noi. Poi toccherà ai nostri figli.”
L’elettricità, il vento e l’abbaiare dei cani possono essere visti come elementi che tentano di svegliarci da queste finte e tranquille realtà, come se gli elementi naturali e gli animali sapessero prima di noi cosa sta per accadere e cercassero di avvisarci.
L’essere umano ha sempre avuto la tendenza a credere in un qualcosa di superiore e di paranormale, anche solo per l’immaginario che film e serie tv contemporanee ci propongono abitualmente.
La differenza tra uno di questi e un film di Lynch, sta nel fatto che quest’ultimo vuole in quasi tutti i casi, nascondercelo, dobbiamo quindi essere noi spettatori a capire i segnali premonitori, ad osservare e a farci vivere la situazione come fossimo all’interno delle scene.
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I registi non sono quello che sembrano: Viaggio onirico nel mondo del cinema lynchiano
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Informazioni tesi
Autore: | Greta Teveroli |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | Design e Arti |
Corso: | Pittura |
Relatore: | Laura Valle |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 72 |
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