Transmigrazioni in una società multiculturale: il caso della comunità capoverdiana in Portogallo
Globalizzazione e migrazioni internazionali
Alcuni scienziati sociali americani, verso la fine degli anni ‘60, introdussero nel dibattito sociologico, la locuzione «rivoluzione mobiletica» (Gross, 1966; Russett, 1969) con il riferimento ad alcuni cambiamenti dalle rilevanti conseguenze globali, di una serie di innovazioni sociali ed economiche oggettive derivanti dagli sviluppi del progresso tecnico che interagisce con la mobilità umana, e non solo. I progressi tecnici generati da questa rivoluzione consentirono una drastica caduta della frizione dello spazio, con riferimento allo spostamento delle persone, delle merci e delle informazioni. Questa crescente velocità permise anche la rapida diffusione di materiali concreti come il lavoro umano, le tecnologie e i beni di produzione, così come, allo stesso tempo, rese possibile la più rapida circolazione di idee, immagini, informazioni.
La «mobiletic revolution» operò come catalizzatore nel far emergere i caratteri generali della nuova morfologia del mutamento sociale che si è deciso di definire globalizzazione.
Questa teoria, brevemente illustrata, così come le altre teorie sulla globalizzazione analizzate in precedenza, permette di presentare il contesto contemporaneo in cui si collocano gli studi sulle migrazioni ed evidenzia una prima e basilare connessione fra migrazione e globalizzazione.
Analizzando questa connessione emergono delle contraddizioni fra il caposaldo della globalizzazione, ossia la libera circolazione di materiali concreti e non, e la chiusura delle frontiere rispetto alla mobilità dei lavoratori: «in un’economia sempre più internazionale è difficile aprire le frontiere per i movimenti di informazioni, merci e capitali e simultaneamente chiuderle di fronte alle persone. La circolazione globale degli investimenti e del Know-how comporta sempre anche il movimento di persone» (Castless e Miller,1993).
Il livelli di controllo e sorveglianza richiesti e necessari per rendere le frontiere invalicabili non sarebbero compatibili con l’aumento degli scambi e comunicazioni, oltre ad essere in contraddizione con il concetto di società libera e civile che sta a cardine del modello di civiltà occidentale, che viene preso come riferimento globale. Il fatto che aree sempre nuove del mondo sono spinte ad allacciare legami con l’economia globale porta a massicci sconvolgimenti sociali che spesso conducono alla migrazione.
La globalizzazione determina una crescente disparità nel reddito e in fatto di sicurezza umana tra il Nord e il Sud. La liberalizzazione e deregolamentazione economica, il conseguente arrivo di multinazionali in aree precedentemente di economia chiusa, e la politica di aggiustamenti strutturali sono tutti fattori di profonda trasformazione sociale: le forme tradizionali di produzione sono svalutate e la gente è costretta a muoversi prima dalle campagne alle città e poi al di fuori del proprio paese.
Nello stesso tempo, la globalizzazione crea le condizioni culturali e tecniche per la mobilità. La nuova comunicazione elettronica permette l’accesso alle informazioni sulle “routes” dell’emigrazione e sulle eventuali opportunità di lavoro; la rete dei moderni mezzi di trasporto rende lo spostamento anche tra aree lontane più accessibile, anche per chi non è ricco; la facilitazione della migrazione diventa addirittura una delle industrie maggiori del mondo globalizzato e coinvolge agenzie di viaggio, banchieri, avvocati, reclutatori, trafficanti, ecc. Nella dinamica della globalizzazione, gli stessi flussi migratori vengono a generare “migration networks”. Il legame tra la migrazione e l’economia globale di mercato spiega, almeno in parte, l’inefficacia delle politiche anti migratorie dei governi: “i governi rimangono focalizzati sui controlli della migrazione nazionale, mentre i migranti seguono la logica transnazionale del mercato globale del lavoro” [...]
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Transmigrazioni in una società multiculturale: il caso della comunità capoverdiana in Portogallo
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Informazioni tesi
Autore: | Nicola Aste |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Gianfranco Bottazzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 249 |
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