Fair Value e Value Relevance: il dibattito corrente negli Standard Setters internazionali
Gli studi sulla Value Relevance nella Capital Market Research
Gli studi empirici inerenti la relazione tra il mercato dei capitali e le informazioni contabili trovano origine alla fine degli anni Sessanta presso l'università di Chicago in seguito allo sviluppo dell'ipotesi di efficienza dei mercati dei capitali e alla diffusione dell'event study. Tale metodologia di analisi trova applicazione nel primo studio empirico che analizza la citata relazione: si tratta di una ricerca di Ray Ball e Philip Brown in cui gli autori studiano la reazione dei prezzi azionari di fronte al verificarsi di un particolare evento quale l’earning announcement.
Le aree di maggior rilievo della Capital Market Research in Accounting comprendono i test circa l'ipotesi di efficienza informativa dei mercati dei capitali, gli studi sulla fundamental analysis per la stima del valore del capitale e le evidenze empiriche sulla Value Relevance delle grandezze contabili.
Si procede ad una breve disanima dei primi due argomenti per poi spostare il focus sul terzo filone di ricerca. Secondo la definizione di Fama un mercato è efficiente quando i prezzi delle azioni riflettono tutte le informazioni disponibili, identificando tre diversi livelli di efficienza:
- Efficienza debole: le attese sui rendimenti degli investitori, e di riflesso i prezzi incorporano tutte le informazioni di tipo storico;
- Efficienza semiforte: le aspettative in merito ai rendimenti e ai prezzi futuri si fondano su tutta l'informazione di dominio pubblico quali gli annunci circa gli utili, operazioni straordinarie, operazioni sul capitale, eccetera. Questo tipo di efficienza è soggetta a fenomeni di insider trading, dato che vi sono molti soggetti che per le loro funzioni istituzionali o aziendali sono a conoscenza dell'informazione prima che questa venga resa pubblica;
- Efficienza forte: i prezzi incorporano tutta l'informativa proponibile, sia pubblica che privata, sia storica che prospettica. Questa ipotesi è il modello ideale verso il quale i mercati dovrebbero tendere.
La situazione attuale è certamente da ricomprendere nella seconda tipologia di efficienza informativa, anche se è da ravvisare una sempre maggiore richiesta da parte del mercato di dati previsionali e di informazioni da insider al fine di rendere il più tenue possibile il confine tra efficienza semiforte e forte. In questa concezione, il livello di efficienza è inversamente proporzionale ai tempi di diffusione necessari per integrare nei prezzi le nuove informazioni.
La ricerca sull'efficienza informativa dei mercati è di particolare interesse per gli accademici e per ogni soggetto coinvolto nel processo di allocazione dei capitali, quali investitori, amministratori e Standard Setters. Difatti, nell'interesse del corretto funzionamento del mercato è necessario che il prezzo delle azioni, rappresentando il principale driver attraverso cui l'investitore decide dove allocare le proprie risorse, incorpori correttamente le informazioni contabili rese pubbliche in modo da determinare la corretta allocazione dei capitali. Tale ipotesi è alla base dell'efficacia delle regole contabili: in caso di mercati inefficienti, l'informazione contabile non si rifletterebbe nei prezzi e la dislosure, pur di qualità, sarebbe inefficace.
Il secondo filone di ricerche riguarda la valutazione del capitale di un'azienda che, in un mercato efficiente, è calcolato come il valore attuale dei flussi di cassa attesi, scontati ad un tasso aggiustato per il rischio. La stima dei flussi futuri, propedeutica alla valutazione del capitale su cui basare il prezzo di mercato, deriva, in primo luogo, dall'analisi dei flussi correnti e dunque ci si attende una relazione tra l'attuale performance e i prezzi azionari. Gli studi che hanno ad oggetto la fundamental analysis si sono sviluppati in anni più recenti in seguito all'incremento di evidenze empiriche che negavano l'efficienza dei mercati, così come intesa poc'anzi. Difatti, lo scopo principale dell'analisi del valore intrinseco dell'azienda è volto a identificare quelle azioni che hanno un prezzo non in linea con il reale valore espresso in bilancio: un prezzo corrente più alto del valore intrinseco può essere giustificato da un'attesa di ricompensa per l'investimento effettuato o, più semplicemente, deriva dal fatto che il prezzo attribuito dal mercato non riflette tutte le informazioni disponibili.
Infine, la Value Relevance research, l'area di maggior sviluppo negli ultimi venti anni, si inserisce in tale filone di ricerca perché, partendo dall'ipotesi di efficienza semi-forte dei mercati dei capitali, si propone di analizzare il ruolo dell'Accounting nel veicolare informazioni utili agli operatori del mercato. Essa analizza la relazione esistente tra i prezzi delle azioni e l'insieme delle grandezze contabili.
Un'efficace sistematizzazione del concetto è presentata da Francis e Schipper attraverso l'individuazione di quattro possibili sue interpretazioni. La prima si inserisce nel contesto dell'analisi fondamentale: l'informazione di bilancio è definita value relevant se agevola l'individuazione del valore intrinseco di un titolo azionario, permettendo così di porre in essere attività di negoziazione da cui derivare dei profitti. In base alla seconda interpretazione, l'informazione contabile è considerata value relevant se viene efficacemente utilizzata in un modello di valutazione o se può contribuire a prevedere le variabili da inserire in tale modello. Ad esempio il risultato di esercizio dell'anno t risulta value relevant se è in grado di contribuire a prevedere alcune grandezze (quali lo stesso risultato di esercizio, i dividendi o i flussi di cassa) che l'azienda conseguirà in uno o più anni successivi. I risultati di tali modelli sono volti a indirizzare le strategie di investimento. Nelle due interpretazioni che precedono, l'associazione tra informativa contabile e prezzi di mercato è indiretta, ossia veicolata per il tramite di altre informazioni (come ad esempio il valore intrinseco dell'azione) ottenute con il contributo dell'informativa di bilancio.
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Fair Value e Value Relevance: il dibattito corrente negli Standard Setters internazionali
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Informazioni tesi
Autore: | Anna Cimmino |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Enrico Viganò |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 167 |
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