Cultural studies, subcultures e popular music: Bruce Springsteen e gli U2
Gli studi subculturali americani
Come preannunciato, gli studi subculturali americani emersero da due lavori accademici: la Scuola di Chicago e le teorie funzionaliste.
La Scuola di Chicago rappresenta una tradizione della sociologia americana dagli inizi del XX secolo al 1950 e si basava su un modello ecologico di società in equilibrio e sull’idea che le subculture negli Stati Uniti fossero la conseguenza del processo di urbanizzazione.
Le prime ricerche sociologiche, in particolare, rivolgevano la loro attenzione verso la microsociologia urbana volta ad esplorare la grande diversità di comportamenti e orientamenti presenti nella società americana di inizio secolo: erano principalmente concentrate sull’aspetto della devianza nei giovani. Tale scuola, affermava che, tale devianza, era il risultato proveniente da norme culturali e non il sintomo di una lacuna psicologica. Secondo le sottoculture stesse, la devianza era principalmente l’infrazione delle regole che vigevano all’interno dello stesso gruppo e, quando tale fatto occorreva, l’individuo “colpevole” veniva considerato come un outsider.
Problemi sociali, come la delinquenza, sfidarono il modello ecologico della società in equilibrio, e il concetto si subcultura divenne utile per spiegare tali patologie sociali. Le subculture vennero identificate come un «differente sottosistema sociale entro un più grande sistema sociale e culturale» (Fischer 1975, p. 1323), dove, in questo caso, i termini sottocultura e sottosistema sono uguali. Le ricerche sub culturali enfatizzarono giovani, criminali e altri gruppi culturali posti ai margini, ma non distinsero, in maniera adeguata le strutture normative dall’organizzazione sociale.
Il modello della scuola di Chiacago, come detto in precedenza, non fu l’unica teoria sviluppatasi in America, ad essa si affiancò chi teorizzò la devianza entro un contesto funzionalista. In questo caso, le diversità tra le mete culturali della società e l’abilità dei membri a raggiungere tali obiettivi, ha provocato una tensione psicologica tra gli individui: questa tensione collega i comportamenti devianti degli individui alle strutture sociali dominanti, attraverso diversi tipi di azioni. A questo proposito Cohen20 affermò che le subculture emersero quando «un numero di attori con problemi simili di sistemazione sociale interagiscono con altri e creano nuovi modi di referenza (new frames of reference)».
Chiaramente, questo dimostra come ci sia una frammentazione sociale all’interno delle aree urbane moderne e si sottolinea come entrambe le strutture sociali e culturali siano abbinate tra loro al fine di determinare i problemi che emergono dalle esperienze giovanili e poterne dare soluzioni possibili.
Successivamente, con l’arrivo degli hippies nei primi anni ’70, il concetto si sottoculture giovanili passò dal mainstream (di cui verrà trattato successivamente perché concetto chiave di Hebdige) alla “criminology”, che si basava sulla correlazione e gli effetti piuttosto che sui processi culturali, qui, la devianza rimase un’analitica chiave variabile e l’interesse si concentrava maggiormente sul legame tra le sottoculture e il crimine, che poteva (e può) considerarsi come un problema sociale.
Lo sviluppo del concetto di sottoculture, in America, andò via via riducendosi tra gli anni ’60 e ’70, mentre, un approccio radicalmente differente verso le subculture, si stava sviluppando nel Regno Unito.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Laura Lucchese |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lingue straniere per la comunicazione internazionale |
Relatore: | Nicoletta Vallorani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 159 |
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