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Fronteggiare lo stigma del disturbo mentale: riflessioni sul ruolo dell'assistente sociale

Gli strumenti dell’assistente sociale

Il lavoro dell’assistente sociale si realizza prevalentemente attraverso il rapporto interpersonale e attraverso il compimento di prassi amministrative mediante il quale l’operatore formalizza il rapporto utente/istituzioni. I principali strumenti che l’assistente sociale utilizza sono pertanto quelli della comunicazione e dunque il colloquio, la riunione, la documentazione e altri strumenti necessari per agevolare il raggiungimento degli obiettivi.

1- Il colloquio professionale è una forma di comunicazione interpersonale guidata dall’assistente sociale verso uno scopo o una molteplicità di scopi con l’intento di instaurare una relazione che favorisca la comprensione della situazione in esame e che permetta di intravedere le soluzioni possibili. Tra gli scopi del colloquio ricordiamo:

a) La raccolta di informazioni e dati diagnostici per l’acquisizione degli elementi necessari all’assistente sociale e all’équipe per giungere ad una corretta individuazione della situazione-problema;

b) Offerta di informazioni all’utente circa gli elementi utili alla definizione del problema denunciato e alla identificazione delle risorse disponibili per la soddisfazione del bisogno;

c) Consulenza, aiutando l’utente ad analizzare il problema e a valutare gli strumenti disponibili per affrontarlo;

d) Sostegno, che rappresenta la modalità psicologica del lavoro sociale;

e) Verifica, che ha l’obiettivo la verifica del processo attivato e la valutazione dei risultati raggiunti.

2- La documentazione, sia quella fruita, sia quella prodotta dall’assistente sociale. La raccolta, l’elaborazione e l’archiviazione della documentazione rappresentano un momento importante nell’attività dell’assistente sociale che se organizzata in un sistema informativo rende disponibili informazioni in grado di supportare gli operatori nella loro attività professionale aiutandoli a misurare le dimensioni e le caratteristiche dei bisogni rilevati.

3- La visita domiciliare è un colloquio professionale che si realizza nell’ambiente di vita dell’utente e che permette all’assistente sociale di capire meglio la situazione per avere informazioni dirette sul contesto abitativo e familiare e sul suo stile di vita.

4- La relazione sociale rappresenta il principale strumento di comunicazione al fine di trasmettere agli altri servizi notizie o informazioni relative al processo di aiuto. In ogni relazione occorre essere chiari, selezionando le principali informazioni che si vogliono trasmettere. Al suo interno vanno inseriti: il titolo, i dati anagrafici, gli interventi e i procedimenti utilizzati, motivo dell’avviamento del processo di aiuto, breve descrizione
del contesto familiari, possibili interventi o indicazioni, la firma e la data.

5- Riunioni dell’équipe di servizio: il complesso intervento sociale richiede il coinvolgimento di diversi ruoli professionali al fine di integrare i contributi nel comprendere i bisogni sociali.

6- La cartella sociale è invece uno strumento che permette di memorizzare i dati necessari alla formulazione di una valutazione circa la situazione dell’utente; permette, inoltre, di monitorare l’evolversi dei bisogni sociali ed individuali e di verificare i risultati ottenuti. È uno strumento di servizio, e pertanto deve essere accessibile a qualsiasi soggetto sia legittimato a farlo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Fronteggiare lo stigma del disturbo mentale: riflessioni sul ruolo dell'assistente sociale

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Informazioni tesi

  Autore: Valeria Casaccia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze del servizio sociale
  Relatore: Anna Zunino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 53

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malattia mentale
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