La ricerca dei nuovi mercati ed il ruolo dei BRIC: il caso PIAGGIO
Gli Investimenti Diretti all’Estero (IDE): l'acquisizione internazionale
Il Congresso delle Nazioni Unite definisce gli IDE “investimenti realizzati da un soggetto residente in un paese, rivolti a stabilire una relazione di lungo termine e ad acquisire interessi durevoli e di controllo in un’impresa residente in un altro paese.”
E’ quindi un investimento di lungo periodo avendo un controllo determinante della gestione, che richiede almeno il 10% del Capitale Sociale per essere classificato come IDE, escludendo i semplici speculatori disinteressati alla direzione dell’impresa.
Si può sia comprare uno stabilimento già costruito (acquisizione internazionale) oppure costruirne uno nuovo (greenfield) a seconda delle esigenze.
L'acquisizione internazionale è la via più semplice d’IDE, rilevando un impianto già avviato, con clienti, distribuzione e reputazione consolidata, penetrando immediatamente nel mercato.
Si compra un’azienda per effettuare una diversificazione della produzione, geografica, finanziaria, ricerca tecnologica, sfruttarne la distribuzione ecc.
Il vantaggio principale è il rapido ingresso nel mercato, con l’opportunità di un veloce rientro dell’investimento, della fruibilità di nuove risorse e linee di produzione.
Tra gli svantaggi vi sono le consistenti spese per gestire le relazioni con la sede centrale e la limitata autonomia per riorganizzare ed uniformare l’impresa acquistata alla casa madre, insieme ad un debole controllo.
Invece, per valutare e selezionare l’azienda target, conviene indirizzarsi verso mercati dove gli assets aziendali sono di valore, in caso di barriere all’ingresso, bassi costi d’integrazione e un mercato sviluppato.
Riguardo alla definizione dell’operazione, si ha una fusione propriamente detta se la società acquirente ed acquisita cedono il posto alla costituzione di una nuova azienda, ed una fusione per incorporazione se l’impresa ceduta viene assorbita da quella acquirente.
Una ripartizione delle fusioni è effettuabile in: fusione orizzontale, quando le aziende coinvolte fanno parte dello stesso settore, realizzando economie di scala e incrementando il potere contrattuale verso fornitori e clienti; fusione verticale, quando l’azienda target si posiziona a monte o a valle del processo produttivo per migliorare l’approvvigionamento di materie prime o la distribuzione dei prodotti; fusione concentrica, per imprese legate tecnologicamente, produttivamente o sul mercato, al fine di allargare la gamma di prodotti o il bagaglio tecnologico; fusione conglomerale, cioè d’imprese operanti in settori o in produzioni differenti nell’ottica di diversificazione degli investimenti dell’acquirente.
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La ricerca dei nuovi mercati ed il ruolo dei BRIC: il caso PIAGGIO
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Informazioni tesi
Autore: | Alessio Alimandi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze dell'economia |
Relatore: | Maria Teresa Bianchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 106 |
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