Analisi tecnico economica di impianti sciistici indoor

Secondo i dati forniti dall’azienda “Acer Snowmec” un impianto sciistico indoor di 10.000 metri quadri consuma complessivamente circa 3 milioni di kWh all’anno.

Anche senza questo dato chiunque sarebbe riuscito a trarre la conclusione che un impianto del genere non è un toccasana per l’ambiente. Prima di trarre conclusioni affrettate però è utile guardare alla situazione in maniera completa.

Innanzitutto, l’esigenza di essere economicamente convenienti, fa si che gli skidome debbano essere necessariamente coibentati in maniera ottimale, cosa che ad esempio non avviene nella maggior parte degli alberghi o strutture commerciali, i quali quindi in rapporto paradossalmente sprecano maggiore energia per climatizzare gli ambienti.

Ovviamente questo è il minimo che ci si aspetti, ma ci sono altre considerazioni da fare. Ad esempio un aspetto da valutare riguarda il fatto che molto spesso gli ski dome sono integrati all’interno di complessi commerciali o sportivi, di conseguenza il calore in eccesso generato nel processo di produzione della neve può essere sfruttato per riscaldare le strutture con le quali l’impianto è collegato.

Come già detto anche il consumo di acqua non è eccessivamente elevato, al contrario di ciò che si potrebbe pensare in prima battuta. Infatti, nella maggior parte di questi impianti, l’acqua utilizzata per il processo di produzione della neve viene riciclata quasi totalmente.

Molti progetti attualmente in sviluppo mirano ad utilizzare soltanto energia verde, prodotta utilizzando bio-diesel. Rimane comunque il fatto che queste strutture benché non siano indispensabili, a mio avviso non sono da criminalizzare più di altre attività dell’uomo che inquinano ugualmente, se non maggiormente, l’ambiente.