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Posesiune

Gli elementi tipici dello stato di possessione nella cultura moderna

Quando l’homo tecnologicus ossia (l'uomo assuefatto al medium tecnologico) sente la terminologia “possessione” tende ad associarla a un film noto denominato “Oltre il male” che ovviamente questa chiave di lettura varia nei particolari da cultura a cultura, ma le troviamo presenti nei cinque continenti, per tal ragione possiamo affermare che quasi all'umanità della razza umana.
Nelle diverse religioni, di tutto il mondo la possessione é opera sia di antenati, esseri umani deceduti e decaduti ma soprattutto di esseri soprannaturali, classificati come demoni, divinità esseri angelici, fino ad arrivare ai vertici dei due cosiddetti schieramenti del male e del presunto bene.
A questi decorrersi dei millenni l'umanità rispose con quello che é diventato nell'inconscio collettivo l'esorcismo in stile cattolico che, come detto in precedenza, é un rituale magico di possessione ad opera di una fazione rispetto ad un'altra, forze per le quali hanno entrambi interesse ad acquisire l'energia umana. Risulterà bizzarra questa affermazione, ma a tale conclusione si é giunti solo dopo poiché esula dai binari mentali su cui l'essere umano é costantemente dirottato, ma solo successivamente a eventi e testimonianze, possiamo concludere che questa condivisione da altre persone che studiano approfonditamente tale complesso fenomenologico.
La “valutazione” globale del paziente é un processo dinamico volto a determinare il fenomeno d'interesse nella sua interezza, secondo i parametri predeterminati legati allo spazio (dove si trova), al tempo (in che circostanza, da quanto tempo gli episodi accadono a secondo quali modalità temporali) all'esecuzione (cosa accade durante gli episodi) e all'aspetto clinico.
Se nell'epoca storica si “etichettava” di indemoniato o posseduto anche gli individui soggetti di squilibri neurochimici che potessero sfociare in patologie mentali più o meno gravi, ora il moderno conscio collettivo é dirottato sulla più estrema ateizzazione e scientismo per cui persino la Chiesa mette in relazione la possessione con malattie mentali, quali la schizofrenia, psicosi, sindrome di personalità multipla. Però come capita solitamente, la verità sta nel canale e alcuni mezzi squilibri psichici possono essere la conseguenza di un fenomeno di interferenza che, generano una risposta, dando vita a uno squilibrio neurofiosiologico che la scienza crede ne sia la causa.

Ai giorni odierni, gli studiosi del fenomeno ci si serve di una serie di parametri per la classificazione della possessione:
• presenta xenoglossia (ossia mediante lingue a questi sconosciute, a volte antiche)
• presenta forza fisica molto superiore alla sua normalità;
• presenta capacità predittive, telepatiche;
• presenta avversione a elementi religiosi ritenuti sacri,

Ed é per questo che per determinare se il soggetto sia affetto da disturbi psicofici o da un altra natura, le pratiche esorcistiche fanno uso di preghiere dirette, se reagisce in forme estreme o non convenzionali durante la recita, l'esorcista può stabilirne di essere di fronte a un caso di possessione diabolica.
Il padre fondatore dell'approccio etnopsichiatrico, fu Nathan Tobie che permise alla disciplina di essere riconosciuta ed approfondita, potendo concentrarsi sulle teoria e sulle tecniche più consistenti in ordine alle conoscenze antropologiche di cui dispongono le attuali scienze sociali. Non a caso la radice del termine Psyché “soffio vitale, spirito” e poi “latréia” intesa come “arte di prendersi cura”, ossia curare l'anima.
Secondo Tobie, la complessità si basa nell'importanza vitale della struttura psichica denominata “mente culturale”, l'unica fonte capace di assicurare all'essere umano la sua sopravvivenza psichica, quando la problematiche esistenziali ostruiscono e mettono in rischio l'equilibrio mentale del soggetto.
[…] “Anche Carl Gustav Jung fu attratto dalla “dimensione irrazionale” dell'esistenza umana, focalizzando però l'attenzione sui profili pragmatici e non mistici”
Infatti fu proprio la sua attenzione sulle parole di Gustav che ci ritroviamo dinnanzi a un atteggiamento ideale per la ricerca di Nathan, che si fonde nell'indagine della complessità della natura umana, ritenuta in ambito accademico più coerente per il trattamento dei disagi psichici in pazienti provenienti sia da culture non-occidentali, dando libero arbitrio all'ipotesi di “possessione”
Per l'intervento sul disagio, l'approccio etnopsichiatrico si avvale anche della presenza di alcune discipline: come ne é un esempio l'antropologia,che studia le particolarità fisiche e culturali dei gruppi umani; la sociologia altra disciplina che si concentra maggiormente sull'organizzazione di individui in comunità e società, l'etnologia, che descrive usi e costumi.
Nell'indagine etnopsichiatrica vi sono due principali oggetti di indagine:
• le differenze tra normalità e malattia
• l'indagine sulle differenze fra le diverse culture

Secondo questo approccio, ciò che a noi appare patologico, per quella determinata cultura potrebbe essere una semplice dimostrazione di un'estremizzazione di un comportamento normale, ovvero dispositivo culturale, mediante il quale l'individuo ha la possibilità di condividere socialmente la propria disperazione, così da poter essere subito dopo reintegrato nella comunità, ripristinando l'armonia con il proprio inconscio (e i propri demoni interiori). Esistono secondo la etnopsichiatria due fonti di guaritori entrambi bisognosi di dignità:
1. Operatori terapeutici formali
2. Operatori terapeutici informali

In entrambe le categorie il successo é comunque correlato con due fattori rilevanti:
a) il saperfare
b) il consenso sociale, che é indispensabile per la costruzione dell'immagine e del ruolo sociale di guaritore.

Un'altra importante differenza tra etnopsichiatria e psichiatria sta nella concezione dell'eziologia del disagio: secondo l'etno psichiatra, la cultura mette in forma la sofferenza elaborando e legittimando dei contenitori, ovvero dei modelli di malattia pronti da indossare, mentre nella concezione psichiatrica é emersa la dimensione “patagena” di produzione del disturbo, da imputare al funzionamento biochimico della persona. Tobie Nathan, secondo la base di questi due aspetti, fu un'ottimo esecutore dell'approccio etnopsichiatrico, comprese sin da subito che la soluzione, avrebbe dovuto ritrovarsi nell'integrazione tra le due tradizioni terapeutiche, così da non poter recare un super-dispositivo terapeutico concepito come una macchina che crea e distrugge, legami, il gruppo si avvale di un dispositivo terapeutico che predispone l'utilizzo di tecniche di creazione di significato, quali la divinazione o il rimando ai rituali di guarigione in uso nella cultura di origine del paziente; in questo gruppo il ruolo degli operatori possono muovere la loro interpretazione sia verso l'universo isteria, sia verso la possessione, così da poter percepire quale quadro di riferimento e quali strumenti d'intervento sono più adeguati al caso in oggetto.
Tale approccio, si fonda in sintesi sul presupposto che se un certo paziente é nato in una determinata cultura per la quale esistono “demoni e folletti” in grado di possedere e di rendere la vita del malcapitato un tormento, creando problemi e disagi. La psichiatria moderna [..] “ é dunque il bersaglio preferito delle pagine più critiche di Nathan il quale la concepisce come un “costrutto relativisticamente fondato sulle basi ideologiche del sistema culturale (occidentale)”.
Pertanto si tende a ripostulare e rileggere i quattro punti che la psicoanalisi mette a risalto:
1. Se si ammette che i popoli non occidentali possiedono uno psichismo e una cultura, dobbiamo pertanto considerare “quell'organo metaforico" che Freud chiamava apparato psichico come una macchina per creare legami.
2. Non coesiste una psicoanalisi pura, ovvero scevra di seduzioni, influenzamento o suggestione: anche le medicine delle culture non occidentali meritano quindi pari dignità;
3. Non esiste a rigore, una psicoterapia, ma solo delle autoterapie, suscettibili di essere innescate da induttori o operatori.
4. La presenza e del gruppo multietnico é fondamentale, per tre motivazioni:

• permettere la circolazione interrogativa della parola, che diviene complessa, indiretta e allusiva, talvolta inquietante sempre produttiva.
• Convalidare le sue percezioni e sensazioni, talvolta disturbante, soprattutto quando il sistema si sta avviando
• proteggerlo dai sospetti di stregoneria che proverà necessariamente nei confronti di colui che utilizza simili tecniche.

In sostanza tale approccio si fonda, su come un ipotetico paziente sia nato in una determinata cultura per la quale esistono “demoni e folletti in grado di possedere e di rendere la vita del soggetto un uragano, innescando dinamiche polemiche e disagi continui. Pertanto viene spontaneo domandarci come possa accadere che il terapeuta di trattare questi contenuti culturalmente, ritenuti come se fossero le allucinazioni di uno schizofrenico?
La psichiatria moderna, si espone con le pagine più critiche di Nathan, il quale la concepisce come un […] “costrutto relativisticamente fondato sulle basi ideologiche del sistema culturale (occidentale)” ; pertanto, propone di rileggere la psicoanalisi con tre nuovi postulati”.
• Assenza della psicoanalisi definita “pura”, scevra di seduzioni, influenzamento o suggestione, anche nelle medicine delle culture non occidentali, meritavano la pari dignità;
• Assenza e rigore della figura della psicoterapia, ma solo delle autoterapie, innescate da induttori o operatori;
• Presenza del gruppo multietnico, di fondamentale, importanza e rilievo per tre ragioni: a) permette la divulgazione della parola, che diviene “complessa, indiretta e allusiva” sempre produttiva, b) convalida le sue percezioni e sensazioni, talvolta disturbanti, soprattutto all'inizio del processo che si sta manifestando” c) proteggerlo dai sospetti di stregoneria che proverà nei confronti di colui che utilizza tecniche similari.
[…]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Posesiune

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandra Ramona Racalbuto
  Tipo: Tesi di Master
Master in Accademia Forense Science
Anno: 2022
Docente/Relatore: Giulio Perrotta
Istituito da: Accademia Forense Science
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 105

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Parole chiave

teorie
sociologico
psicologico
conclusioni
scientifico
possessione
culturale
antropologico
cenni storici
casi pratici

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