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Barriere non tariffarie ed altre “imperfezioni” del Mercosur: implicazioni per l’Uruguay

Gli effetti della crisi sul Mercosur

Cresciuta a tassi superiori al 4% fra il 2003 e il 2008, l’America Latina ha visto rallentare la propria crescita fra l’agosto del 2008 e il settembre del 2009 a seguito della crisi economico-finanziaria globale.

Nel 2009 il PIL dell’America Latina è diminuito dell’1,9% e le esportazioni della regione hanno sofferto una caduta dovuta alla contrazione della domanda mondiale, specie di Stati Uniti ed Unione Europea168. La reazione alla crisi economico-finanziaria non si è fatta attendere.

A differenza dei Paesi sviluppati, che hanno affrontato la crisi sussidiando i settori colpiti, i rimedi adottati in America Latina sono consistiti in un ritorno al protezionismo da parte di diversi Paesi, sulla falsariga di quanto successo negli anni ’30 a seguito della crisi del 1929.

Con l’obiettivo di migliorare la bilancia commerciale e difendersi dalla competitività dell’export cinese, si è cercato di difendere le produzioni nazionali innalzando soprattutto barriere non tariffarie. Il 5,7% delle importazioni regionali sono state sottoposte a nuove barriere non tariffarie, mentre l’1,9% a nuove barriere tariffarie.

Per quanto riguarda la nuove barriere non tariffarie, le misure più utilizzate per fronteggiare la crisi sono state il controllo del tasso di cambio, le licenze di importazione e i divieti di importazione, seguite da misure di difesa commerciale come l’introduzione di diritti compensatori e diritti anti-dumping. Altre misure adottate sono consistite nella discriminazione fiscale, nella fissazione di prezzi minimi e nelle quote alle importazioni.

Per quanto riguarda le nuove barriere tariffarie, gli aumenti tariffari hanno colpito quei prodotti la cui produzione era minacciata dalla concorrenza estera, soprattutto cinese e delle tigri asiatiche. Le importazioni principalmente colpite sono dunque state quelle riguardanti l’abbigliamento, il tessile, il cuoio e le calzature, i prodotti alimentari, lo zucchero, gli autoveicoli, i ricambi auto, i macchinari e le attrezzature, i prodotti minerali, ecc.

Questa recrudescenza di protezionismo ha aggravano l’impatto della crisi sugli scambi commerciali e minaccia la salute del commercio mondiale. Aumentare il grado di libertà del commercio stimolerebbe la crescita economica del Mercosur, frenando l’impatto negativo della crisi. Sebbene l’applicazione di misure restrittive sia stata adottata dalla maggior parte dei Paesi dell’America Latina, le misure più restrittive si sono avute in Argentina, Bolivia, Brasile, Ecuador e Venezuela.

Brasile e Argentina sono dunque fra i Paesi le cui importazioni, specie quelle provenienti dai suoi vicini regionali, sono maggiormente interessate da misure restrittive dovute alla crisi. L’Uruguay, geograficamente racchiuso fra Brasile e Argentina, ha dunque subito l’impatto negativo di tali misure restrittive.

Per non inficiare le scelte future di commercio ed investimenti, la difesa commerciale dei settori economici più vulnerabili dovrebbe essere attuata in via transitoria. Tale difesa può consistere, in linea generale, in una delle seguenti opzioni:

a) applicare misure trasversali a tutti i soci commerciali;
b) applicare misure restrittive nei confronti dei Paesi terzi, mantenendo intatte le preferenze intra-regionali;
c) applicare misure restrittive nei confronti dei Paesi terzi e consolidare l’unione doganale del Mercosur.

La linea più adeguata alla situazione del Mercosur sembra essere la terza, ma l’Argentina e soprattutto il Brasile tendono ad intensificare le barriere non tariffarie anche rispetto ai propri soci del Mercosur. La crisi intacca così la coordinazione fra politica regionale e politiche nazionali. Un maggior coinvolgimento e cooperazione degli enti responsabili dello sviluppo regionale (il FOCEM, i Ministeri dell’Economia e delle Finanze, le Banche Centrali, ecc.) potrebbe giovare al miglioramento delle relazioni commerciali della regione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Barriere non tariffarie ed altre “imperfezioni” del Mercosur: implicazioni per l’Uruguay

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Dragone
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Erica Varese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 184

FAQ

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