Aquatic Speech Therapy: Setting innovativo per il trattamento logopedico. Dall'analisi delle esperienze internazionali alla sperimentazione ed attuazione dell'approccio in Italia
Gli aspetti psicodinamici dell’acqua
Oltre a caratteristiche fisiche, l’acqua presenta degli aspetti psicodinamici da non sottovalutare. Basti pensare che per nove mesi siamo immersi nel liquido amniotico; nonostante l’allontanamento dopo la nascita, rimane comunque la forza motrice inconscia che riconduce ad esso.
Melville, nel suo famoso romanzo Moby Dick, asserisce che gli uomini, messi in situazioni di gioco (bendati gli occhi, girando su se stessi perdendo orientamento), invitati poi a muoversi in qualsiasi direzione a occhi bendati, nel 90% dei casi prendono la direzione verso una sorgente idrica anche se questa è molto lontana. Questo perché la vita è sorta dal mare e perché la memoria cellulare del nostro primo soggiorno è nel liquido amniotico.
L’acqua ci obbliga a fare tutti più lentamente, a rallentare i ritmi favorendo la concentrazione e la consapevolezza. Essa costituisce il 70% dell’essere umano, è una fonte di energia che ci ricarica. Nonostante l’origine della vita cellulare provenga dall’acqua, noi oggi, dopo la lunga evoluzione, viviamo sulla terra, quindi entrare in acqua significa anche entrare in un ambiente innaturale che scatena varie reazioni: tremore, freddo, paura, ansia.
A tal proposito è importante il concetto di acquaticità: l’individuo che si rapporta per la prima volta con l’acqua deve avere il tempo di esplorare, vivere e conoscere ciò che sta affrontando con la massima calma e nella maniera più naturale possibile. Dopo si passa ai primi trascinamenti, immersioni in modo da instaurare una relazione empatica con il terapista e con l’elemento in sé per sé. Se la mente si rilassa, di conseguenza anche i muscoli riescono a rilassarsi così da eliminare ciò che blocca, inibisce il rapporto con l’acqua stessa.
L’acqua è un mediatore, tocca, aderisce, avvolge completamente, fa emergere il bisogno affettivo. Anche a livello molecolare funge da agente unificatore che lega gli elementi, persone, eventi, cose e attribuisce un senso al legame. Permette la percezione dell’io, l’armonizzazione dei processi psichici con le emozioni corporee date dalle esperienze, concilia il rilassamento, l’abbandono, il recupero della vitalità. L’acqua promuove in modo particolare l’integrazione del bambino disabile.
Quando la realtà esistenziale dei disabili sulla terra mette in evidenza la differenza dalla normalità, l’immergersi nell’acqua risalta la normalità della differenza: tutti si trovano immersi in un ambiente diverso, ostile da neutralizzare, da dominare, da vincere, sperimentando momenti di uguaglianza universali, promuovendo nel disabile sicurezza, fiducia e serenità mentale. L’acqua favorisce la ridistribuzione dei liquidi corporei, regola il sistema neurovegetativo, ridisegna lo schema corporeo, promuove il rilascio di endorfine e modifica l’assetto ormonale, distende la muscolatura, stimola il raggiungimento della calma, favorisce il contatto corporeo, l’intimità e le emozioni.
L’acqua è simbolo di maternità e proprio per questo risulta essere uno degli aspetti più importanti della vita psicologica del bambino: favorisce l’unione, la separazione, l’identità e l’autonomia. Infine stimola il gioco, la sperimentazione e il movimento.
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Informazioni tesi
Autore: | Paola Alfarano |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Foggia |
Facoltà: | Logopedia |
Corso: | Professioni Sanitarie |
Relatore: | Serena Crincoli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 88 |
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