L’Irpef: criticità e prospettive di revisione
Gli aspetti critici dell’Irpef secondo Bankitalia
Le principali criticità dell’Irpef evidenziate nel corso di una audizione del 2021 alle commissioni finanze riunite di Camera e Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef sono state quelle relative all’evasione fiscale, alla erosione della base imponibile, alle aliquote marginali effettive e alla capacità redistributiva.
E’ stato evidenziato come nel tempo l’Irpef sia stata oggetto di numerosi e non coordinati interventi che hanno finito per rendere l’imposta estremamente complessa.
I soli testi normativi di base (Dpr 597/1973 e TUIR) hanno subito oltre mille interventi ad opera di circa 200 provvedimenti: si sono succedute 14 scale di aliquote, dalla prima con 32 scaglioni all’attuale con 4; il numero di deduzioni (10 nel 1974) è quasi raddoppiato nei soli primi 15 anni; nei successivi 3 anni, tra il 1989 e il 1992, circa la metà di esse è stata trasformata in detrazioni, e da allora il ruolo di queste ultime è venuto crescendo fino ad oggi dove le detrazioni previste dal TUIR sono oltre 30, contro le due del 1974 (per familiari a carico e per spese di produzione del reddito).
Soffermandosi sulle principali criticità si è rilevato come l’evasione Irpef nel 2018 è ammontata a circa 38 miliardi (il 41 per cento del totale delle imposte evase), di cui più di quattro quinti riconducibili a redditi da lavoro autonomo e d’impresa, mentre il resto al lavoro dipendente irregolare.
Il contrasto all’evasione dell’Irpef potrà trarre beneficio dalla riduzione del gap Iva, in particolare di quello dovuto alla sottofatturazione.
L’estensione degli obblighi di fatturazione elettronica e l’introduzione della comunicazione telematica dei corrispettivi, pur a fronte di inevitabili costi di implementazione e adeguamento, appaiono come strumenti con la capacità di incidere significativamente anche sull’evasione dell’Irpef, riducendo allo stesso tempo il costo della compliance fiscale.
In quest’ottica, il sistema di fatturazione elettronica andrebbe generalizzato, applicandolo a tutte le categorie di operatori economici.
Quanto alla base imponibile dell’Irpef, si sottolinea come essa ha subito un fenomeno di erosione attraverso tre processi: per “cedolarizzazione”, ossia con la tassazione separata e proporzionale di alcuni cespiti; per proliferazione delle cosiddette spese fiscali (tax expenditures), sotto forma di esenzioni, deduzioni e detrazioni; per obsolescenza dei valori tassati, come nel caso del mancato aggiornamento dei valori catastali.
La crescente estensione dei regimi di tassazione sostitutiva determina un carico fiscale diseguale tra le varie fonti di reddito, generando una violazione del principio di equità orizzontale e incidendo negativamente sulla capacità redistributiva dell’imposta.
Per Bankitalia dunque, una eventuale riforma dell’Irpef deve ridare organicità al sistema di prelievo e non può prescindere da alcune questioni di carattere generale tra cui il coordinamento con gli altri prelievi presenti nel sistema tributario.
I casi in cui questa necessità è più evidente riguardano la tassazione sulle imprese, quella sui redditi finanziari e quella sul patrimonio.
Attualmente in Italia, pur in assenza di un’imposizione di tipo personale sulla ricchezza, esistono infatti diverse forme di prelievo sul patrimonio che presentano specifiche problematiche e sarebbero quindi da riformulare (Audizione Ricotti, gennaio 2021).
Questo brano è tratto dalla tesi:
L’Irpef: criticità e prospettive di revisione
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Informazioni tesi
Autore: | Mario Adragna |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Alberto Zanardi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 33 |
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