Gli effetti dell'attività fisica sulla depressione post partum
Gli aspetti biologici della depressione post partum
Il tema fisiopatologico della depressione post partum è un aspetto piuttosto complesso perché i cambiamenti che normalmente avvengono durante un percorso di gravidanza
potrebbero risultare come sintomi in donne non incinta oppure essere devianti nella diagnosi sulle future mamme.
Da un punto di vista fisiologico si notano dei cambi nella sospensione dell’ovulazione, nella crescita dell’utero, della placenta e del feto; questo comporta modifiche nel sistema immunologico, metabolico e nella regolazione dello stress. Come noto, tutti i cambiamenti coinvolgono ormoni e neurotrasmettitori, che sono conosciuti per avere importanti ruoli nella salute mentale.
Di seguito vengono analizzati quei fattori biologici, che secondo la ricerca, meritano un’attenzione particolare rispetto al ruolo che hanno nella PPD.
1. Estradiolo, estrogeni e progesterone
I loro livelli diminuiscono rapidamente dopo il parto; si è visto che l’ipoestrogenismo (alterando i livelli di serotonina e dopamina) porta a sintomi depressivi nel 60% dei casi analizzati, ma che un trattamento con dosi relativamente alte di estradiolo consente di migliorare la situazione della PPD. Simil discorso per il progesterone; anche se gli studi dimostrano che è maggiormente coinvolto nel maternity blues, il suo più profondo declino coincide con il picco immediato dei sintomi depressivi (Skalkidou, A., Hellgren, C. et al. 2012).
2. L’asse Ipofisi-Ipotalamo-Surrene (HPA, Hypothalamus-Pituitary gland- Adrenal cortex)
L’iper o ipo attivazione dell’asse HPA è associato ai sintomi depressivi; è stato ipotizzato che la depressione inter e post gravidanza hanno differenti meccanismi biologici. La prima prevede iperattività dell’asse, la seconda (definita atipica) invece riguarda solitamente una riduzione di attività (Skalkidou, A., Hellgren, C. et al. 2012).
3. Ossitocina e allattamento
Diversi studi hanno dimostrato l’effetto che l’ossitocina ha nel migliorare lo stato d’animo, tanto che dolore, stress e ansia sono associati a livelli bassi di quest’ormone. In aggiunta, il decremento di ossitocina periferica è stato trovato in pazienti depressi (ma non incinta) e in donne durante la gravidanza che presentavano alti livelli di punteggio nei questionari per misurare la depressione.
Per quanto riguarda l’argomento “allattamento”, la letteratura sostiene che farlo in modo discontinuo o addirittura non farlo è associato allo sviluppo di PPD; donne con esperienze negative di allattamento, per assenza totale o interruzione precoce, presentano un rischio maggiore di sviluppo di depressione.
Altri studi, al contrario, sostengono che è l’apparizione dei sintomi depressivi ad essere il fattore che porta la madre a smettere, o praticare in modo discontinuo l’allattamento (Skalkidou, A., Hellgren, C. et al. 2012).
4. BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor)
Il BDNF, o fattore neurotrofico cerebrale, fa parte dei fattori di crescita delle neurotrofine; contribuisce alla regolazione della neurogenesi e alla plasticità sinaptica.
Interagendo con la serotonina, ha un effetto sinergico nella crescita e nella plasticità dei circuiti neuronali rilevanti nei disturbi dell’umore; infatti nelle donne con disturbi depressivi post parto il livello di BNDF è stato visto essere più basso rispetto a neo madri sane (Gazal M, Motta LS. et al. 2012).
5. Ritmi circadiani
Soggetti con disturbi dell’umore (non solo da un punto di vista depressivo), presentano spesso irregolarità nei ritmi circadiani; la mancanza o discontinuità del sonno risultano essere fattori di rischio.
La miglior misura del ritmo circadiano è analizzare la melatonina nel plasma. Si tratta di un ormone prodotto dall’ipofisi che agisce sull’ipotalamo andando a regolare il ciclo sonno-veglia. Studi fatti su donne con PPD hanno dimostrato che il livello di melatonina che esse avevano al mattino era eccessivamente alto rispetto al gruppo di controllo (Parry BL, Meliska CJ et al. 2008).
Seppure ancora esistono dei dubbi a riguardo, la melatonina viene presa fortemente in considerazione sia per la depressione che per disturbi post parto come psicosi o bipolarismo.
6. Sistema immunitario
Un importante funzione dell’aumento di cortisone, progesterone e estradiolo durante la gravidanza è l’immunomodulazione; poiché il feto è percepito come non-self, il sistema immunitario materno non deve attaccarlo, ma allo stesso tempo deve garantire un buon livello di difesa contro agenti patogeni. Avviene quindi un up-regulation della risposta infiammatoria e una down-regulation di antigeni specifici come le cellule T.
L’attivazione della risposta infiammatoria (mediante il rilascio di citochine pro-infiammatorie) si è visto essere coinvolta nel MDD, nel disturbo d’ansia e nel PPD; nell’ultimo caso le pazienti riportano, nel periodo della gravidanza, un’eccessiva risposta del sistema immune rispetto a quella che viene considerata fisiologica (Skalkidou, A., Hellgren, C. et al. 2012).
7. Leptina
È una proteina sintetizzata nel tessuto adiposo ed è coinvolta nella regolazione del food-intake, nell’utilizzo di energia e nell’influenza delle funzioni riproduttive in donne sane. Aumenta durante la gravidanza, cala dopo il parto per poi progressivamente riaumentare durante i primi sei mesi.
Uno studio del 2009 ha dimostrato come alti livelli di leptina post parto conferiscano maggiore protezione contro i sintomi depressivi a 5 giorni, 6 settimane e 6 mesi. Questo effetto protettivo potrebbe essere spiegato o da un intervento diretto dell’asse HPA nella regolazione della leptina, o da alti livelli della stessa che inducono attività serotoninergica (la quale protegge contro stati depressivi) (Skalkidou, A., Hellgren, C. et al. 2012).
In sintesi quindi, esistono una serie di fattori endocrini che vanno presi in considerazione per analizzare la biologia della depressione post-partum; tutti questi però hanno una caratteristica comune: un continuo aumento degli ormoni nel plasma durante le 40 settimane, seguito da una rapida caduta subito dopo il parto. Estrogeni, progesterone, testosterone, CRH e cortisolo sono i principali coinvolti.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Gli effetti dell'attività fisica sulla depressione post partum
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Informazioni tesi
Autore: | Anna Comuzzo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Scienze Motorie |
Corso: | Scienze delle attività motorie e sportive |
Relatore: | Mirta Fiorio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 44 |
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